Di Beppe Sarno
Il 27 gennaio di ogni anno viene celebrato Il Giorno della Memoria per commemorare le vittime dell’Olocausto. Morirono milioni di esseri umani, ebrei, omosessuali, rom, comunisti, oppositori.
L’avventura hitleriana iniziò in una birreria di Monaco e si concluse fra le macerie del Palazzo della Cancelleria. L’olocausto rientrava in un progetto preparato da uomini e da forze politiche complici dell’ascesa del dittatore, che aggredì in maniera brutale le democrazie occidentali. Questo progetto fu assecondato da forze che favorirono il nazismo e rimasero indifferenti alla furia scatenata delle forze naziste. Se il nazismo avanzò così prepotentemente lo fu perché ci fu chi non volle o non seppe fermarlo. Si parla sempre delle vittime ma non bisogna dimenticare i carnefici che non furono soltanto gli aguzzini di Hitler.
Nel complesso e vastissimo panorama della storia nazista c’è una fase sulla quale la nostra attenzione non deve mai stancarsi di ritornare specie in un periodo come questo che vedono l’autoritarismo reazionario nascere dovunque e dove personaggi inaccettabili predicano odio e razzismo.
Il nazismo si affermò in Germania in un periodo abbastanza breve circa un anno e mezzo. Tra l’investitura di Hitler quale Cancelliere di un governo “legale” , il 30 gennaio 1933 e lo sterminio delle S.A. di Ernts Rohm il 30 giugno del 1934 si svolge tutta la conquista totalitaria del Reich da parte dei nazisti. Essa passa attraverso L’incendio del Reich (27 febbraio 1933) la capitolazione e la dispersione delle opposizioni socialiste e comunista, l’annullamento dell’autonomia dei Lander regionali, lo scioglimento dei sindacati, dei partiti cattolici e la penetrazione nazista in tutti i settori dell’amministrazione statale. Il processo di Norimberga ha documentato che la grande finanza tedesca agevolò e sostenne l’ascesa di Hitler. Lo stesso Hitler in polemica con Goebbels affermò che alla prima rivoluzione non poteva seguirne una seconda e cioè in ossequio al principio che le promesse demagogiche fatte per attirare il consenso del popolo non sarebbero state mantenute. Anche l’eliminazione delle S.A. risponde a questa logica. Eliminare gli intransigenti per essere accolto come il salvatore dello Stato e il garante dell’ordine nei confronti del potere dell’esercito e della borghesia imprenditoriale ed dei magnati della Rhur. Hitler si incaricò personalmente di epurare l’ala estremista del suo movimento per consolidare il suo potere. Le linee guida di questa strategia sono perfettamente illustrate nel “Mein Kampf”. Un movimento fascista, secondo Hitler può conquistare il potere solo con l’ausilio delle “istituzioni” conservatrici esistenti: l’esercito, il capitale finanziario, gli imprenditori e la Chiesa. Ciò comportava e comporta ancora oggi, l’annullamento di ogni velleità sovvertitrice nei confronti di tali istituzioni. Ricordare l’olocausto deve servire anche a ricordare che il pericolo reazionario, oggi come ieri poggia su quelle forze che garantirono a Hitler l’ascesa al potere. Oggi come allora il pericolo fascista è sempre vivo perché quel blocco storico che garantì il successo nazista, ad eccezione della Chiesa Cattolica, è sempre vigile ad attento esclusivamente al proprio tornaconto economico.
Conoscere e scoprire la cause dell’olocausto deve servire ad attualizzare e confrontare ciò che accadde in quell’infausto periodo con i tempi in cui viviamo perché nell’indifferenza e nel silenzio dei governi e dei mezzi di comunicazione nel Mediterraneo diventato un invisibile campo di concentramento, ogni giorno continuano a morire persone che fuggono da guerre, miseria, violenza.
Bisogna ricordare perché come dice Papa Francesco “il razzismo è un virus che muta facilmente e invece di sparire si nasconde, ma è sempre in agguato”.