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ottobre 7, 2020

Lepanto tra mito e realtà.

di A.B.

L’odierna ricorrenza e l’incipiente progetto di “patria blu” della Turchia, ci riportano alle mai estinte proiezioni egemoni di quello che fu una volta l’Impero Ottomano e, nello stesso tempo, all’intervento provvidente di Dio nella storia. Non tutti sanno che la memoria liturgica della Madonna del Rosario risale alla data della vittoria che la flotta cristiana riportò su quella ottomana il 7 Ottobre 1571.La Repubblica di Venezia sentiva minacciati i suoi interessi in Mediterraneo dopo l’occupazione di Cipro da parte dei Turchi nel 1570.La Serenissima chiese aiuto al Papa Pio V che temeva piuttosto l’invasione islamica del mondo cristiano.Il Pontefice lanciò un appello a tutti i sovrani cattolici. La Francia non si coalizzò militarmente con i Veneziani e il Papa poiché intratteneva buoni rapporti diplomatici con gli Ottomani. Il Sacro Romano Impero era impegnato nelle lotte contro le eresie protestanti. La Spagna di Filippo II rispose invece prontamente per gli interessi che aveva in Nordafrica. Oltre alla Repubblica di Venezia, allo Stato della Chiesa e alla Spagna, si unirono alla Lega cristiana i Cavalieri di Malta, il Granducato di Toscana, la Repubblica di Genova e quella di Lucca, i ducati di Urbino, Parma, Ferrara, Mantova e Savoia.Il comando delle operazioni venne assegnato a Don Giovanni d’Austria, fratellastro minore di Filippo II. Il luogotenente fu Marcantonio Colonna, capitano generale della flotta pontificia. Le flotte della Lega si riunirono a Messina il 24 agosto del 1571.Il 7 ottobre venne dato l’ordine di attaccare. Pio V invitò tutta la cristianità a sostenere spiritualmente i combattenti del mare attraverso la preghiera del Rosario alla Vergine Maria.La flotta ottomana dal Golfo di Corinto si era dislocata vicino alla città di Lepanto (oggi Navpaktos). Gli ottomani, benché più numerosi, avevano una potenza di fuoco di cannoni inferiore.Entrambe le flotte erano disposte in quattro squadroni: al centro Don Giovanni, a sinistra il veneziano Agostino Barbarigo, a destra il genovese Giovanni Andrea Doria, ammiraglio di Filippo II, e sulle retrovie lo spagnolo marchese di Santa Cruz. Nella flotta ottomana al centro c’era il comandante, Ali Pasha, a destra il governatore di Alessandria Mohammed Saulak, a sinistra Uluch Ali, il pascià di Algeri.Decisivo per le sorti della battaglia di Lepanto fu l’attacco delle forze veneziane sulla sinistra dove si distinse il comandante Sebastiano Venier che diventerà più tardi doge di Venezia.La Sultana di Ali Pasha bombardò la Reale di Barbarigo, che venne colpito mortalmente ad un occhio da una freccia. La vittoria cristiana non viene avvertita immediatamente: Uluch Ali infatti era riuscito ad aggirare lo squadrone di Doria con un’abile manovra, danneggiando seriamente i cavalieri di Malta. Ad evitare il disastro fu l’intervento delle retrovie, guidate dal marchese di Santa Cruz. Uluch Alì fu l’unico dei tre comandanti ottomani ad uscirne vivo, riuscendo a mettere in salvo più di 30 galere. La Lega era riuscita a catturare 137 galee e migliaia di uomini, liberando circa 15.000 schiavi europei ai remi, affondando e bruciando circa 50 galere, il tutto perdendo soltanto 17 imbarcazione. La vittoria cristiana fu solo a quel punto evidente poiché da ognuno degli schieramenti ci fu la perdita di almeno ottomila uomini.Tra i feriti cristiani di Lepanto si contava anche l’illustre scrittore Miguel de Cervantes che quasi trent’anni dopo avrebbe pubblicato il Don Chisciotte che iniziò a scrivere durante il suo ricovero a Messina. La battaglia di Lepanto fu l’ultimo colossale scontro tra imbarcazioni a remi. Solo il 22 Ottobre la notizia della vittoria dei cristiani raggiunse Roma, dove venne celebrata una Messa di ringraziamento presso la Basilica di San Pietro. Tutta la cristianità, anche nel mondo protestante, accolse la vittoria con entusiasmo: sembrava quasi che fosse giunto il momento per riunire le forze cristiane e sconfiggere una volta per tutte l’Impero Ottomano.L’entusiasmo durò poco a causa delle divisioni tra le potenze europee. Con la morte di Pio V, l’anno successivo alla vittoria di Lepanto, si estinse completamente anche il progetto della Lega Santa.Nel 1573 Venezia strinse accordi diplomatici con gli Ottomani riconoscendo la presa di Cipro alla quale seguì anche quella di Creta.Nonostante la scarsa importanza strategica, la Battaglia di Lepanto è ricordata nella storia occidentale come una vittoria memorabile, alla quale si ispirano oggi i movimenti tradizionalisti.Grazie all’innumerevole produzione stampata di notizie e memoriali della vittoria, essa fu vissuta come un trionfo, sia da un punto di vista spirituale che politico venendo asservita a scopi propagandistici e più tardi ideologici.Di quella battaglia rimane tuttavia l’eroismo dei marinai e la forza attribuita alla preghiera del Rosario a cui i cristiani di ogni tempo si affidano nelle battaglie contingenti personali o collettive.Fra AMAB