Archive for Maggio 10th, 2020

Maggio 10, 2020

MES, BCE E FUTURO DELL’EUROPA

La prima è chiaramente una battaglia di retroguardia, oltre tutto promossa dalla Afd e non dalla Cdu, e men che meno del governo tedesco. Possiamo dunque ritenere, anche in base alla reazione negativa di tutto il quadro politico e istituzionale, tedesco ed europeo, che la cosa morirà lì e che la Bce potrà continuare a sv

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Maggio 10, 2020

PERCHE’ LA TEOLOGIA DELLA LIBERAZIONE NASCE NELL’AMBITO DEL MONDO CATTOLICO?

Ovviamente di quello post-conciliare. Parliamo di grandi teologi come Rahner, Schillibeecks , Metz (ma anche luterani “ecumenici come Moltmann). Sono questi che, in un certo modo hanno fornito le basi culturali alle “teologia della Liberazione”. Il cui interprete più organico è stato Padre Gustavo Gutierrez, teologo e frate dominicano peruviano che intitolò la sua opera principale “teologia della Lib…

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Maggio 10, 2020

Oro alla patria!

di Beppe Sarno

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Ancora una volta  Salvini ci stupisce con una delle sue invenzioni apodittiche per salvare l’Italia dal disastro economico e dalla morsa del MES e della BCE.

Salvini fa sua una vecchia idea di Tremonti che il prof. Francesco Forte recentemente ha riproposto su “Critica Sociale” rivista del socialismo italiano fra le più antiche ed autorevoli.

La ricetta teoricamente è ineccepibile perchè consiste nell’offrire “titoli di Stato pensati esclusivamente per i cittadini italiani, come mezzo di finanziamento per raccogliere le risorse necessarie a coprire l’enorme deficit pubblico, creatosi per fronteggiare i costi della crisi economica e finanziaria conseguente alla pandemia.“(Fonte Brunetta in HP)

Ai due campioni della destra risponde efficacemente Renato Brunetta su Huffington Post, che non rinnegando una volta tanto la sua matrice socialista critica fortemente la proposta di Salvini e Tremonti definendolo efficacemente “Oro alla  patria” Molto più modestamente anche io  su un articolo in risposta ad una proposta analoga di Francesco Forte avevo  espresso le mie riserve affermando ” “Certamente un investitore attento italiano o di qualsiasi altra nazione preferirà acquistare titoli tedeschi a zero rendimento piuttosto che titoli italiani con rendimenti appetitosi, perchè con i titoli tedeschi alla scadenza si è certi di recuperare almeno il capitale investito, mentre con i titoli italiani si corre  il rischio di non trovare nemmeno quello.” Molto più efficacemente Brunetta critica la proposta definendola un rimedio peggiore del male per una serie di motivi: primo la dimostrazione di debolezza dello Stato che arriverebbe ai mercati finanziari; secondo diventerebbe uno strumento di destabilizzazione dei mercati finanziari che nulla porterebbe alla causa; infine un maggior costo per lo stato sicuramente non compensato dai mercati finanziari.

Mi dispiace per Tremonti di cui sono un estimatore,   il quale si appoggia a Salvini nella sua ricerca di una “casa” politica dopo aver lasciato Forza Italia. Peccato, Tremonti è stato un buon  ministro delle finanze, rispettato negli ambienti della finanza internazionale ma evidentemente, le sue ambizioni politiche lo hanno fatto rinunciare alla serietà e all’onestà scientifica (destino, purtroppo, comune nella storia a tanti intellettuali) ma il disegno del salvinismo è – dopo la grande crisi, e tenuto conto del consenso politico di cui gode – ben più pericoloso ed eversivo e pertanto le critiche di Brunetta, tenuto conto la schieramento politico di riferimento di brunetta appaiono quanto mai opportune e significative.

Beppe Sarno

Maggio 10, 2020

ALDO MORO: UN’OPPORTUNITA’ NEGATA ALL’ITALIA

di Alfonso Bruno

Il 9 Maggio 1978 veniva ucciso Aldo Moro dopo 55 giorni di prigionia dalla Brigate Rosse.
Il movente del rapimento e la successiva esecuzione dello statista hanno rivelato una verità negata grazie ai risultati di una commissione d’inchiesta parlamentare.
I terroristi rossi ebbero un ruolo strumentale in una trama oscura che li superava.

Poteri extranazionali all’epoca della Guerra Fredda non potevano tollerare l’alternanza o l’alleanza al governo tra la Democrazia Cristiana e il Partito Comunista Italiano di una potenza industriale come l’Italia.
Quella di Moro può essere considerata, a giusto titolo, una vita e una morte per la democrazia. All’Assemblea Costituente, usciti dalle rovine della guerra, Moro dimostrò il suo positivo contributo teso ad evitare l’apologia di posizioni retrograde ed antiprogressiste. I lavori nella sede più vivace dell’elaborazione intellettuale costituente mostrarono il senso della dialettica personale, il valore del diritto e la funzione educativa e pedagogica che la Costituzione, nella visione morotea, Con la sua attività di intellettuale e politico, Moro esplicò, nel corso dei lavori costituenti, le sue concezioni filosofiche, basate sulla rivendicazione dei diritti dell’uomo e su una concezione democratica e personalista dello Stato; egli, ideando un nuovo progetto di società e condannando gli errori del fascismo, proclamò la condanna della violenza, la diffidenza per la vecchia tradizione burocratica, la convergenza ideologica delle concezioni solidaristiche, cristiane, socialiste e marxiste, per una Costituzione non di compromesso, ma che assumesse la funzione storica di rispecchiare l’incontro di principi e valori tutelanti la persona umana e le comunità intermedie, con il riconoscimento di sfere intangibili di diritti.
La cultura classica, la filosofia, il diritto e lo studio accurato del pensiero di San Tommaso e degli autori appartenenti alla corrente del personalismo cattolico, come Maritain, permisero a Moro di realizzare una vera e propria teoria politica prospettante la separazione della persona umana dallo Stato, senza provocare fratture e conflitti, andando a creare così un meccanismo di prassi politica che vedesse al centro del processo democratico proprio l’uomo, cui sarebbe stata finalmente restituita la sua identità sociale e politica, spoglia dalla precedente condizione di sottomissione. Nella riflessione morotea, in buona sostanza, la Costituzione doveva avere una funzione ambiziosa perché, attraverso la sua attuazione, sarebbe stata possibile l’esplicazione della dignità umana e sociale. Affrontare il tema della persona umana e della sua dignità significava ripristinare l’idea di una società che facesse del pluralismo sociale il suo punto di forza, eliminando definitivamente quella visione dell’uomo sottomesso allo Stato, il quale non avrebbe operato arbitrariamente ma avrebbe esercitato le proprie competenze, assolvendo così ad una ben precisa funzione, ossia quella di garantire la libertà e la giustizia, la personalità e la socialità, nel complesso, appunto, i diritti inalienabili sanciti dalla Carta Costituzionale.
In questa direzione, Moro mosse la ricerca degli orientamenti di civiltà presenti nella coscienza del popolo italiano, sostenendo il dialogo, il confronto e la mediazione tra le diverse forze politiche, nell’ottica di una visione di solidarietà e fratellanza che potesse favorire la soluzione di ogni tipo di contrasto: “Non è importante che pensiamo le stesse cose, che immaginiamo e speriamo lo stesso identico destino, ma è invece straordinariamente importante che, ferma la fede di ciascuno nel proprio originale contributo per la salvezza dell’uomo e del mondo, tutti abbiano il proprio libero respiro, tutti il proprio spazio intangibile nel quale vivere la propria esperienza di rinnovamento e di verità, tutti collegati l’uno all’altro nella comune accettazione di essenziali ragioni di libertà, di rispetto e di dialogo”.
avrebbe esercitato nei confronti del popolo italiano.
Oggi la nostra classe politica potrebbe trovare nella riscoperta del pensiero di Aldo Moro un valido contributo di dibattito nel progresso.
La fede e la spiritualità animarono in Aldo Moro la convinzione che, oltre le barriere della politica, esistessero le sorgenti da cui essa prendeva vita motivando l’uomo politico, investito di una così grande responsabilità, a realizzare obiettivi di alta moralità ed eticità per il bene comune.

Fra AMAB

Maggio 10, 2020

Orgoglio socialista!

di Anonimo barlettano

Avvocato figlio di operai, nipote di contadini.

Nella vita di lavori ne ho fatti tanti, assai.

Garzone di macellerie, imbianchino e falegname. Vulcanizzatore di scarpe e rifinitore di tomaie. Idraulico, pizzaiolo, cameriere, elettricista, meccanico, carpentiere e contadino.

Sono cresciuto così, per strada, tra i quartieri più poveri ed emarginati della mia città, Barletta, quelli abbattuti in quegli anni dall’eroina, dalle siringhe nelle vene e decimati dall’AIDS, tra Santa Maria, Cifù e Zona Marango.

Per i capi di quei quartieri, ero “u student”, lo studente, il ragazzino miope con gli occhiali e la riga di lato tra i capelli, a cui chiedere cose e spiegazioni, e così è sempre stato tra casini, retate della Polizia e Carabinieri e risse varie, dalle quali però mi tenevano sempre fuori: “Tu adesso vai a casa a studiare”, mi dicevano.

E così è andata per tutti gli anni novanta, imparando tante cose ed evitandone tante altre.

Il mio ultimo lavoro è quello dell’avvocato dopo essermi laureato con 110 e lode all’Università di Bari e aver superato con il massimo dei voti anche l’esame di abilitazione. Per tutto devo solo ringraziare la mia famiglia.

Ogni lavoro che ho fatto mi ha lasciato qualcosa: mi ha lasciato conoscenza e tanta rabbia, rabbia per le disuguaglianze sociali ed economiche, rabbia di cui sono intriso io e la mia toga, che ho voluto indossare solo per lavoro e per difendere la mia gente dall’arroganza delle classi dominanti, per questo faccio l’avvocato, e gli altri avvocati, quelli che le servono, mi fanno solo schifo.

Questa rabbia scorre nelle mie vene, e la sento pulsare anche adesso che sto scrivendo queste parole nella consapevolezza che alimenterà tutte le mie azioni fino alla fine dei miei giorni.

grazie compagno di questa tua preziosa testimonianza

Maggio 10, 2020

PROFEZIE

Anziani fissati. Una categoria che non è prevista né dai politici né dai pubblicitari. Per i primi siamo autosufficienti: e quindi privileg…

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