sarebbe prima di tutto importante concentrarci su un paio di cifre. La prima fa riferimento al fondo stanziato dallo Stato per ristrutturare le scuole che cadono a pezzi: 450 milioni di euro divisi in una prima tranche da 150 e una seconda da 300. La seconda invece è la somma degli aiuti di stato alle scuole private a rischio chiusura: 480 milioni euro. Potrà sembrare assurdo, ma in questa Italia dei paradossi succede anche che il governo stanzi più fondi per finanziare le scuole private piuttosto che per rimettere in sesto le proprie. Che cadono a pezzi.
Giusto per citare un paio di dati (riferiti ad un’indagine pubblicata alla fine dello scorso anno) una scuola statae su sette presenta lesioni strutturali, mentre in una su cinque si rilevano distacchi di intonaco. Il 40% degli istituti, poi, mostra uno stato di manutenzione inadeguato, per non parlare dei servizi igienici: in una scuola su due mancano sapone, salviette e carta igienica. Stessa situazione per quanto riguarda medicinali e attrezzature per il pronto soccorso. E potremmo continuare trascrivendo pagine intere di dati riguardanti il precario stato delle strutture scolastiche e delle dotazioni. Situazione grafissima quindi alla quale, almeno per quanto riguarda l’essenziale, hanno provato ad intervenire le famiglie: basti pensare che soltanto nell’ultimo anno i genitori hanno finanziato le scuole dove vanno i figli con “contributi volontari” per 390 milioni di euro.
Rispondi