“Chi ha scelto di effettuare una frode fiscale ed è stato condannato a scontare 4 anni di carcere non ha i requisiti morali che sono necessari per sedere in Parlamento”. E’ questo uno dei passaggi chiave della memoria di Ulisse Di Giacomo, il primo dei non eletti in Molise che contesta l’elezione del Cavaliere. Nella memoria, messa a punto dall’avvocato Salvatore Di Pardo depositata oggi in Giunta per le Immunità del Senato, si riconosce la validità della legge Severino e si difende il lavoro della Giunta. Ulisse Di Giacomo e il suo legale Salvatore Di Pardo danno torto, insomma, su tutta la linea alla difesa di Berlusconi.
La legge Severino, secondo loro, è valida e, non essendo una norma penale, non può essere accusata di irretroattività. “Non si tratta di un effetto penale – si legge nella memoria – o di una sanzione accessoria alla condanna, bensì di un effetto di natura amministrativa” che si applica a chi è stato condannato in via definitiva. Facendogli perdere il diritto all’elettorato passivo. Ma nella memoria si rincara la dose: “Con riferimento alla specifica posizione di Berlusconi, la normativa si limita a stabilire che per poter ricoprire la carica di senatore della Repubblica è necessario avere determinati requisiti di moralità e che colui che è stato definitivamente condannato a 4 anni di reclusione per frode fiscale e che sia colpito da ordine di esecuzione per la carcerazione tali requisiti non li possiede”.
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