Just another WordPress.com weblog
Un amico, un tesoro di amico, Homo Aeserniensis, ci ha inviato una nota sulla supposta deroga al patto di stabilità. Pubblichiamo con la sua autorizzazione ma senza tagli che lui, persona educata, ci aveva chiesto con riguardo alla battuta da caserma. D’altronde è tipico degli economisti supporre questo o quello. Supponiamo, per esempio, di avere un supponente come Presidente del Consiglio…
La deroga supponente
di Homo Aeserniensis
Spero che a nessuno sia sfuggito il fatto che la supposta deroga al patto di stabilità sia una bufala. In realtà Letta non ha strappato nessuna particolare concessione all’Europa (a differenza della perfida Albione). ll margine dello 0,5% del Pil oltre il 3% di deficit esisteva già automaticamente per tutti i paesi fuori dalla procedura di infrazione. In ogni caso dovremo rispettare parecchie altre
condizioni.
Ridurre il consumo di pane bianco e patate può aiutare a controllare la fame
I cibi ad alto indice glicemico possono attivare le stesse aree cerebrali coinvolte nella dipendenza dalle sostanze d’abuso. A dimostrarlo è uno studio pubblicato sull’American Journal of Clinical Nutrition da un gruppo di ricercatori del Boston Children’s Hospital guidati da David Ludwig, esperto del New Balance Foundation Obesity Prevention Center (Boston, Stati Uniti), secondo cui limitare il consumo di questo tipo di alimenti potrebbe aiutare le persone obese ad evitare le abbuffate.
L’indice glicemico è un parametro che misura la velocità alla quale aumenta la concentrazione di glucosio nel sangue dopo aver assunto dei carboidrati. I risultati di Ludwig e collaboratori, ottenuti misurando la glicemia, l’appetito e l’attività cerebrale di 12 uomini obesi o in sovrappeso di età compresa tra i 18 e i 35 anni, indicano che il consumo di carboidrati altamente processati, caratterizzati da un elevato indice glicemico, è associato a una fame eccessiva e attiva la regione del cervello coinvolta nei meccanismi di ricompensa e nella ricerca di cibo. “Questa zona del cervello è anche associata all’abuso e alla dipendenza da sostanze – spiega Ludwig – fatto che fa chiedere se alcuni cibi possano creare dipendenza”.
Un test economico – dieci sterline circa undici euro – sara’ in grado di identificare le donne a rischio di sviluppare la depressione post parto. Si tratta di un traguardo importante che permettera’ di prevenire l’insorgenza del disturbo psichiatrico nei primi mesi della gravidanza, evitando che le condizioni psicofisiche delle pazienti precipitino subito dopo la nascita del bebe’. L’esame del sangue e’ il primo al mondo ad offrire un indicatore precoce della depressione postnatale e potrebbe ridurre drasticamente il numero di neomamme che ne soffrono ogni anno.
Il test utilizza un campione di sangue delle donne incinte durante le prime fasi della gravidanza per identificare i geni specifici associati ad una maggiore probabilita’ di sviluppare i sintomi depressivi. L’esame dovrebbe essere disponibile tra cinque anni ed e’ il risultato di uno studio condotto da Dimitris Grammatopoulous dello University Hospitals Coventry and Warwickshire NHS Trust che ha spiegato al Daily Telegraph: “E’ un test estremamente importante che ci aiutera’ ad intervenire in tempo su un disturbo molto diffuso tra le donne in attesa, giocando in anticipo per arrestare lo sviluppo della malattia“. L’esame si basa sul rilevamento di due varianti genetiche che sono state associate ad un rischio cinque volte maggiore di sviluppare depressione post parto.
Secondo l’International Energy Agency, le rinnovabili cresceranno del 40% nell’arco dei prossimi cinque anni arrivando a coprire il 25% del fabbisogno. Come si vede dal grafico (1), le aree più dinamiche saranno la Cina e le Americhe.
Nel 2016 la generazione elettrica da innovabili raggiungerà i 6000 TWh, un valore maggiore del gas e oltre il doppio del nucleare (stabile intorno ai 2500 TWh).
Detto altrimenti, le rinnovabili stanno diventando adulte ed iniziano a guadagnarsi il rispetto di un’istituzione piuttosto tradizionale qual è l’IEA.
«A mano a mano che i costi scendono, le fonti rinnovabili si reggono sempre di più sui propri meriti rispetto alle fonti fossili» arriva a dichiarare la direttrice esecutiva dell’EIA Maria van der Hoeven, aggiungendo un monito che sembra particolarmente rivolto al governo italiano: «L’incertezza politica è il nemico pubblico numero uno per gli investitori. Molte rinnovabili non necessitano più di incentivi economici, ma hanno sempre bisogno di politiche di lungo termine che forniscano un mercato prevedibile ed affidabile e un quadro di regolamenti compatibile con gli obiettivi pubblici».
Non c’è statistica che non confermi come sia l’agricoltura uno dei settori più vitali dell’economia italiana. L’ultimo dato che conferma il rinnovamento della filiera agricola è quello che evidenzia come un’impresa agricola su tre sia nata negli ultimi dieci anni: il 10% dei conduttori ha meno di 40 anni, il 45,3% ha un diploma e l’11,2% una laurea.
La relazione di Coldiretti è stata presentata all’Assemblea nazionale di Coldiretti che ha visto la partecipazione dei ministri Alfano, De Girolamo, Orlando, Lorenzin, Zanonato, oltre che da rappresentanti delle forze economiche, sociali, sindacali, nazionali ed estere.
Il 10% dei giovani imprenditori decide di investire nell’agricoltura: 59mila sono le imprese agricole gestite da under 35 e il 70% di queste opera in attività multifunzionali: dalla vendita diretta dei prodotti tipici alla trasformazione aziendale delle materie prime, dall’agriturismo alle fattorie didattiche.
Nell’ambito dell’Assemblea internazionale è stata presentata la guida Come aprire un’azienda agricola che aiuta le nuove generazioni a confrontarsi con gli aspetti tecnico-partici e con gli iter burocratici da intraprendere se si vuole affrontare la sfida dell’agricoltura.
Le agevolazioni per l’imprenditoria agricola sono per la maggior parte di natura comunitaria e vengono erogate attraverso le regioni con la consulenza dei centri Caa avviati anche dalla Coldiretti. Per quanto riguarda l’acquisto di terreni, l’Ismea offre mutui nell’ambito dei finanziamenti della piccola proprietà contadina, mentre le banche offrono condizioni particolari grazie a una serie di accordi con il Consorzio fidi Creditagri Italia, promosso dalla Coldiretti per la ricerca delle migliori condizioni di accesso al credito.