Grazie al rinvio da parte della Corte di Cassazione della questione di costituzionalità della legge elettorale vigente, nella vulgata definito “Porcellum” al giudizio della Corte Costituzionale, in questi giorni si è acceso un po’ dovunque il dibattito sulla riforma della legge elettorale. Faceva specie vedere Mara Carfagna, deputata nominata, non certo eletta, parlare di sistemi elettorali Tedesco, Francese e Inglese con una disinvoltura degna di miglior causa. Il fatto è che di un argomento di cui pochi costituzionalisti capiscono veramente, tutti si sentono in dovere di parlarne a prescindere dalla vera conoscenza del problema. Il punto vero dei sistemi elettorali è che da una parte vi è chi sostiene che bisogna privilegiare la governabilità e dall’altra c’è chi sostiene che bisogna rispettare la volontà popolare favorendo la rappresentatività. Tutti i sistemi elettorali vigenti oscillano fra questi due equilibri. Matteo Renzi ed una pattuglia di deputati del PD, per esempio, tramite il deputato Giachetti ha tentato un blitz per riportare in vita il sistema elettorale denominato “Mattarellum”. La legge Mattarella, attuata in seguito al referendum del 18 aprile 1993, con l’approvazione delle leggi 4 agosto 1993 n. 276 e n. 277, sostituì il precedente sistema proporzionale in vigore dal 1946. Questa legge elettorale per come fu concepita configurava un sistema elettoralemaggioritario, corretto da una sensibile quota proporzionale pari ad un quarto dei seggi di ciascuna assemblea. Il sistema riunì pertanto tre diverse modalità di ripartizione dei seggi (quota maggioritaria di Camera e Senato, quota proporzionale alla Camera, recupero proporzionale al Senato) e per tale ragione venne anche chiamato “Minotauro“. Si trattava di un ibrido che non garantiva né governabilità ne rappresentatività tanto che Giovanni Sartori, costituzionalista di fama internazionale, ritenne a suo giudizio illusorio il tentativo di creare un sistema prevalentemente maggioritario all’italiana. Da queste brevi osservazioni si capisce che il “mattarellun” non è un’alternativa valida al “Porcellum”. La verità è che nessuno, tantomeno la sinistra che ci troviamo, ha voglia di tornare ad un sistema proporzionale senza trucchi in cui sia garantita la rappresentatività visto che il mito della governabilità non l’ha garantito né il “Mattarellum” né il “Porcellum”. Il compito è arduo perché una maggioranza politica deve essere il frutto non avvelenato di una maggioranza sociale presente nel paese. La verità è che i gruppi di potere economici internazionali, di cui la Germania e il FMI sono capofila hanno come unico scopo di ridurre gli spazi democratici con ogni mezzo soprattutto utilizzando gli strumenti mediatici a loro disposizione per condizionare l’opinione pubblica, che intossicata dai costi della politica, che guarda caso ha come obiettivi principali gli organi rappresentativi elettivi dimentica le oligarchie del capitale finanziario (e dalle loro rapine), all’origine della devastante recessione economica e principale minaccia a qualsivoglia sistema di diritti e tutele sociali in un ordinamento davvero democratico. Se non bastasse questo scenario apocalittico, ma reale, il governo Letta, sostenuto da un parlamento di nominati con la copertura di esperti lottizzati con il bilancino, si appresta a stravolgere la Costituzione prima di averla attuata. Si verrebbe così a realizzare il sogno di Berlusconi che, per dirla ancora con Sartori, sogna un nuovo stato“frutto di un dispotismo elettivo pilotato da una dittatura del premier. Attenzione: del premier. Il che è diverso dal dire:dittatura del dittatore.” A suo tempo Prodi disse che la riforma Costituzionale “sta creando le premesse per una moderna e pericolosissima dittatura di maggioranza e anzi del primo ministro stesso.” Berlusconi, peraltro, questo regalo lo sta ricevendo del partito che a parole dovrebbe garantire libertà e democrazia: cioè il PD. A questo disegno reazionari si può dare una sola risposta: la sinistra e tutti gli spiriti democratici cha hanno a cuore le sorti della democrazia, ha il dovere di chiedere un referendum preventivo sulla forma di governo che vuole:1)parlamentare 2)semipresidenziale 3) presidenziale. La maggioranza che governa l’Italia ha i 2/3 richiesti dalla legge per manomettere la Costituzione ed ha voglia di farlo senza un referendum confermativo come hanno fatto con gli articoli 81,97,117 e 119 Cost. Dopo aver dovuto votare per 8 anni senza avere il diritto di eleggere i parlamentari, il governo Letta in nome di un bisogno di governabilità che presuppone la mortificazione degli strumenti democratici garantiti dalla Carta Costituzionale pretende di imporre agli italiani in quale tipo di Stato vivere. Basta! L’unica battaglia che si può fare per vincere contro questo volgare attacco alla democrazia è quella del referendum. Torni lo scettro nelle mani del popolo sovrano( art. 1 Cost), che solo così potrà rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese(art. 3 Cost.). Non c’è bisogno di essere degli estremisti per indignarsi per il pericolo che corre la nostra Costituzione, basta avere a cuore le sorti della democrazia nata dalla lotta al fascismo, che sotto nuova veste cercano di imporci.