http://www.cadoinpiedi.it/2013/02/21/lite_con_casapound_ruotolo_abbandona_lo_studio_-_video.html Il candidato di Rivoluzione civile nel Lazio, Sandro Ruotolo, ospite negli studi della Rai protesta contro la presenza di Simone Di Stefano (CasaPound): “Per noi la costituzione è sacra e il nostro partito si basa sul principio fondamentale della costituzione che è l’antifascismo”, ha detto Ruotolo prima di abbandonare il dibattito.
Il romanzo di un giovane povero.
Oscar Giannino è un giovane povero proveniente dalla banlieu torinese ed ha fatto una brutta fine proprio come l’eroe di Feuillet magistralmente interpretato da un giovane Paolo Carlini quando di canali televisivi ce n’erano solo due e la televisione era in bianco e nero. Fino a pochi giorni fa era un estremista di destra travestito da economista. Mi piacerebbe sentire al proposito i commenti di Cesaratto, che l’economista lo fa sul serio. Da meridionale ricordo quando con la rabbia di un leghista della prima ora affermava solennemente che i problemi di Napoli deve risolverli il Vesuvio.
Oscar Giannino è certamente un personaggio discutibile e non certamente per il suo bizzarro abbigliamento, però non credo che il suo sodale, il famoso, ma per me famigerato, Chicago Boy Luigi Zingales sia tanto migliore di lui. Non so se qualcuno si sia reso conto quanto strana sia la circostanza che questo economista dal piglio Amerikano abbia scoperto, soltanto a cinque giorni prima del voto, di non potersi più accompagnare con un personaggio con il quale andava a cena da anni. Ancora più strana la circostanze è se si pensa che la lista di Giannino stava diventando un problema per Berlusconi, soprattutto in Lombardia e Veneto.
Non è un caso che la scoperta di Zingales sia diventata il piatto forte per il Giornale e Libero, che si sono tuffati sul caso come ai bei tempi della casa di Montecarlo e del caso Boffo.
E’ bello vedere come due giornali spazzatura, che hanno fatto credere al popolo beato che Ruby fosse la nipote di Moubarak e hanno difeso perfino il Trota Bossi per la sua laurea taroccata in Albania, ora si scandalizzino per un master millantato, così come non rende più decente un economista per il quale il modello pensionistico ideale sarebbe quello instaurato in Cile da Pinochet. No riesco ad essere solidale con Giannino ma nessuno mi leva dalla testa che questo piatto era già pronto ed è stato servito al momento giusto. Col Pornonano non si scherza lui è un maestro in queste cose e sa fare molto male se si impegna. Anche per questo io spero che la Lombardia venga governata da una persona pulita come Ambrosoli.
Candidata per forza.
Ce ne parla Benedetta Argentieri su Corriere.it. È polemica tra Report e Rosy Bindi. Il giornalista della trasmissione di Milena Gabanelli, Antonino Monteleone, ha spiegato che “l’onorevole appena mi ha visto ha detto che non avrebbe cominciato se non me ne fossi andato”. Diversa la posizione dell’esponente del Partito Democratico: “Non è così, era un’iniziativa a porte chiuse e nessuno poteva rimanere. E così è stato”.
Il tutto è successo a Reggio Calabria, dove si è tenuto giovedì mattina il convegno “diritto alla salute in Calabria: tra livelli essenziali e gestione delle risorse”. Regione dove la Bindi è candidata come capolista per Montecitorio. Peccato però che l’evento sembrava pubblico a guardare le locandine.
Non se ne sono mai andati.
Indossa una collanina con un ciondolo a forma di ‘croce celtica‘. Stiamo parlando dell’esponente di ‘Fratelli d’Italia’, Roberta Capotosti, che ha utilizzato proprio questa foto sui suoi cartelloni elettorali.
E le polemiche non hanno tardato ad arrivare. Soprattutto da Daniele Nahum, vicepresidente della Comunità ebraica di Milano e candidato al Consiglio regionale con Ambrosoli, che ha definito vergognosa la Capotosti perché “sfoggia con orgoglio e disivoltura la croce celtica sui manifesti elettoriali. Mi chiedo – ha commentato Nahum – quale sia la differenza tra lei che fa bella mo
Fascisti di merda.
E’ il messaggio, tradotto in multilingua, riportato sui manifesti che i militanti di Forza Nuova hanno affisso nella notte nei luoghi della città più frequentati dagli immigrati da Bolzano a Palermo, passando per le Marche.
Centinaia di manifesti contro l’immigrazione nei pressi delle stazioni ferroviarie, dei campi rom e dei centri di prima accoglienza. Il testo, rivolto ai migranti e tradotto nelle principali lingue europee, in arabo e in cinese, recita: «per voi non c’è lavoro, non c’è casa, non c’è futuro…il capitalismo e il progressismo nostrano vi hanno sfruttato abbastanza, ora tornate da dove siete venuti!».
Un comunicato diffuso dalla sede nazionale del movimento di ultradestra annuncia che «da oggi Forza Nuova impedirà con tutte le proprie forze, e al limite della legalità, la creazione e l’insediamento di micro-macro Little Africa o Little Asia nelle nostre città». Nelle Marche i volantini sono stati affissi davanti alla stazione Fs e alla sede della Caritas di San Benedetto del Tronto, vicino alla moschea e ad un money transfer a Pesaro, presso la moschea di Fossombrone, alla stazione di Fano
Impropriam influentiam.
Questioni di sesso e carriera. Lotte di potere e denaro svelate in un “dossier segreto” con i risultati di un’inchiesta sul Vatileaks consegnato da tre cardinali al Papa. Quindi una serie di ricatti. La conseguenza di tutto ciò è l’addio del Santo Padre al soglio pontificio.
Spiega tutto Concita de Gregorio nel suo pezzo pubblicato oggi su Repubblica. Nel dossier “che sconvolge il Papa” si parla in particolare di due comandamenti che sarebbero stati violati: “Non rubare” e “Non fornicare”:
È disegnata, in quelle pagine, una geografia di «improprie influenze» che un uomo molto vicino a chi le ha redatte descrive così: «Tutto ruota attorno alla non osservanza del sesto e del settimo comandamento». Non commettere atti impuri. Non rubare. La credibilità della Chiesa uscirebbe distrutta dall’evidenza che i suoi stessi membri violano il dettato originario. Questi due punti, in specie. Vediamo il sesto comandamento, atti impuri. La Relazione è esplicita. Alcuni alti prelati subiscono «l’influenza esterna» — noi diremmo il ricatto — di laici a cui sono legati da vincoli di “natura mondana”. Sono quasi le stesse parole che aveva utilizzato monsignor Attilio Nicora, allora ai vertici dello Ior, nella lettera rubata dalle segrete stanze al principio del 2012: quella lettera poi pubblicata colma di omissis a coprire nomi. Molti di quei nomi e di quelle circostanze riaffiorano nella Relazione.
Psycoedelico.
Giannino. E la Lombardia, uhm. Ma è pur vero quello che scrive oggi Michele Serra.