L’europarlamentare del Socialist Party Irlandese Paul Murphy sfida il Presidente della Banca Centrale Europea Mario Draghi sul tentativo della BCE di rendere le classi lavoratrici europee ostaggio dell’austerità.
Lo tsunami è in arrivo. E non solo nel Pdl. Perché se davvero Mario Monti farà quel salto in politica che molti, dopo la corale investitura da parte del Ppe, danno ormai per certo, il Pd non rimarrà a guardare.
La parola scissione torna ad aleggiare. E riguarda gli ex popolari che fanno riferimento a Beppe Fioroni, da giorni in piena ebollizione. Pronti a dire addio a Pier Luigi Bersani, non appena il Prof annuncerà il suo impegno. EX DL: «UNA SCELTA OBBLIGATA». Perché se Monti scendesse in campo, con l’intenzione di creare un raggruppamento di moderati, per giunta benedetto dalla Chiesa e da molti movimenti cattolici, sarebbe complicato ignorarlo. Non si tratterebbe solo di scegliere tra un partito del 30% e uno di centro ma di piccole dimensioni, dal 5 al 10%. «La Cosa montiana», spiega a Lettera43.it un ex popolare, «sarà la nuova Dc. E noi fra un progetto del genere e un condominio con Vendola, non abbiamo scelta». Certo, si dice, se Bersani avesse fatta sua l’agenda Monti non saremmo a questo punto. «Purtroppo», continua l’onorevole, «ha preferito inseguire Fassina e Vendola».
A dirlo non sono i “soliti” pacifisti ma il governo canadese che ha rinunciato all’acquisto di 65 cacciabombardieri F-35. Secondo del governo di Ottawa, i costi sono più che raddoppiati rispetto alle previsioni: 23 miliardi $, nei prossimi 20 anni, di cui oltre metà sono costi operativi. Se applichiamo le stesse stime all’Italia, che vuole acquistare 90 aerei (di cui 30 nella versione B – a decollo corto e atterraggio verticale – più costosa della versione A), otteniamo una spesa di almeno due miliardi all’anno nei prossimi venti anni. Una spesa di cui francamente gli italiani non sentono il bisogno.
Una legge contro l’omosessualità – da approvare – che tra le ipotesi prevede la pena di morte. Succede in Uganda, uno dei 37 paesi nel mondo che considerano nel loro codice penale l’essere gay un reato. Il presidente del parlamento ugandese, Rebecca Kadaga, lo scorso 12 novembre aveva annunciato che questa norma sarebbe stata un ”regalo di Natale” per tutti gli ugandesi anti gay. La signora, come si legge sul sito del parlamento del paese africano, è stata ricevuta e benedetta ieri dal Papa che oggi, nel suo messaggio per la Giornata mondiale della pace, ha definito i tentativi di accomunare i matrimoni gay a quelli fra uomo e donna “un’offesa contro la verità della persona umana” e “una ferita grave inflitta alla giustizia e alla pace”. Nella foto si vede Benedetto XVI accanto alla speaker.