Archive for settembre 9th, 2012

settembre 9, 2012

Lo spread che vale una legislatura.

Carlo Clericetti

Se l’Italia chiederà l’aiuto del Fondo salva-Stati dovrà firmare un memorandum di impegni. Potrebbe essere questo il modo di blindare la politica montiana: a quel punto, comunque vadano le elezioni, il programma della legislatura sarebbe già scritto. Nel qual caso, potremmo pure risparmiarci la fatica di andare a votare

Uno dei più persistenti dibattiti sui vari aspetti della crisi è quello che verte sul fatto che l’Italia sia costretta o no a chiedere l’intervento del Fondo salva-Stati per ridurre il costo del debito. E’ ormai universalmente accettato – visto che l’hanno affermato anche istituzioni internazionali oltre che politici ed economisti italiani e stranieri – che questo costo, assai più elevato per i paesi del sud Europa rispetto a quelli del centro-nord, dipenda per una parte rilevante non dalla sfiducia nella capacità dei vari Stati di ripagare i debiti, ma dall’ipotesi non del tutto improbabile di una rottura dell’euro. Se si tornasse alle monete nazionali quelle del sud subirebbero una svalutazione e le altre una rivalutazione, generando rispettivamente perdite o guadagni per i possessori dei titoli denominati nelle nuove valute. I rendimenti elevati richiesti alle monete del sud incorporano dunque il rischio di quelle perdite, mentre la possibilità di un extra-guadagno fa sì che gli investitori nelle monete del nord si accontentino di rendimenti bassissimi o addirittura negativi.

Il problema più grave non è comunque la maggiore spesa per il servizio del debito, ma il fatto che anche i tassi sui prestiti all’economia seguano l’andamento di quelli sui titoli pubblici, rendendo ancora più difficile alle imprese di questi paesi la competizione sui mercati. Così queste imprese subiscono un doppio strangolamento: quello della recessione indotta dalle misure di austerità, ulteriormente inasprite per i maggiori costi del debito; e quello di un costo del denaro doppio o triplo rispetto ai concorrenti esteri.

Una banca centrale veramente indipendente dalla politica avrebbe dovuto intervenire già da tempo per porre riparo a queste disastrose distorsioni.

(sinistra in rete)

settembre 9, 2012

MONTI BIS, È GIÀ TUTTO DECISO. LE ELEZIONI NON SERVONO PIÙ?

Banchieri e imprenditori reclamano un governo-fotocopia. Napolitano li rassicura: “Nella prossima legislatura mi adopererò per l’agenda europea”. Mieli al Fatto: “Questa è la vera antipolitica”. La Marcegaglia sposa Casini per il partito del premier
Banchieri e imprenditori reclamano un governo-fotocopia. Napolitano li rassicura: “Nella prossima legislatura mi adopererò per l’agenda europea”. Mieli al Fatto: “Questa è la vera antipolitica”. La Marcegaglia sposa Casini per il partito del premier
Foto: MONTI BIS, È GIÀ TUTTO DECISO. LE ELEZIONI NON SERVONO PIÙ
Banchieri e imprenditori reclamano un governo-fotocopia. Napolitano li rassicura: “Nella prossima legislatura mi adopererò per l’agenda europea”. Mieli al Fatto: “Questa è la vera antipolitica”. La Marcegaglia sposa Casini per il partito del premier
settembre 9, 2012

L’AZIENDA PIÙ ASSISTITA AL MONDO.

Il conto dei favori pubblici concessi al Gruppo dal 1975 a oggi (220mila miliardi) è salatissimo. E ha reso molto meno

Facciamo un breve quiz. Sapete a quanto ammonta il totale dei finanziamenti statali e…Visualizza altro

Foto: L’AZIENDA PIÙ ASSISTITA AL MONDO_

Il conto dei favori pubblici concessi al Gruppo dal 1975 a oggi (220mila miliardi) è salatissimo. E ha reso molto meno

Facciamo un breve quiz. Sapete a quanto ammonta il totale dei finanziamenti statali elargiti nel corso degli anni e dei governi alla Fiat? La risposta esatta è: oltre 200 mila miliardi di lire. La domanda potrebbe essere girata a qualche concorrente di “Chi vuol essere milionario?”: anche se qua, di milionario, ce n’è uno solo, ed è l’azienda più assistita dallo Stato che esista al mondo.

La stima sopra citata, e che più precisamente si aggira sui 220 mila miliardi, comprende varie voci, dai contributi statali alle rottamazioni prodiane, dalla cassa integrazione per i dipendenti ai prepensionamenti, e ancora dalla mobilità lunga agli stabilimenti costruiti con i soldi pubblici (come quello di Melfi) o, di fatto, regalati dallo Stato (l’Alfa Romeo di Arese). Il periodo nel quale è stata spalmata l’ingente cifra è compreso tra oggi e il 1975, anno in cui la creatura degli Agnelli faceva registrare altri, più gloriosi record. Ad esempio lo stabilimento Mirafiori di Torino, con i suoi 50 mila operai, era allora il più grande del mondo e sfornava auto che avrebbero riempito le strade della Penisola (una su tutte, la “127”).

È STATA L’AZIENDA PIÙ ASSISTITA AL MONDO

A fronte di tali chiamiamoli “investimenti”, ci si aspetterebbe che la Fiat fosse diventata padrona del mercato automobilistico mondiale, o quasi. La realtà, impietosa, disegna tutt’altro quadro.

Sempre nel 1975 la Fiat contava 250 mila dipendenti diretti (oltre a un indotto stimato sui 350 mila addetti), mentre oggi quel totale si è ridotto a poco più di 30 mila. Insomma, nonostante la pioggia di aiuti finanziari di ogni genere - per non parlare delle “protezioni” del mercato dalla concorrenza straniera, o delle eccezionali agevolazioni fiscali, o ancora delle politiche di lungo corso sulla mobilità in Italia - la Fiat ha perso per strada circa 220 mila assunti: guarda caso, la stessa cifra dei miliardi ricevuti dalle casse dello Stato. «Si può dunque affermare - osserva il parlamentare della Lega Dario Galli - che, per ogni miliardo pubblico intascato, la Fiat ha stracciato un contratto di lavoro; o, se preferite, che ogni posto di lavoro perduto è costato giusto un miliardo di lire. Nostre».

Del resto, oggi Fiat produce principalmente all’estero. Le auto di punta, come la nuova “Panda”, nascono in Polonia, come pure i motori Multijet. Nel Bel Paese sono rimaste solo produzioni “di nicchia”, quali la “Punto” (vecchia e nuova) e la “Croma” bis. Chissà come si sarebbero comportati i governi del passato, così prodighi di aiuti, se avessero saputo che la storica Fabbrica, da loro tanto blandita e protetta, avrebbe fatto marameo all’Italia e ai suoi lavoratori, mandandone a casa quanti più possibile per creare nuovi posti di lavoro solo all’estero.

DAI CONTRIBUTI AGLI “AMMORTIZZATORI”

La misura e la varietà degli aiuti di Stato elargiti alla principale azienda automobilistica del Paese sono stati ben riassunti dal giornalista Massimo Mucchetti nel libro Licenziare i padroni? (Feltrinelli). «Nell’ultimo decennio - scrive Mucchetti - il sostegno pubblico alla Fiat è stato ingente. L’aiuto più cospicuo, pari a 6.059 miliardi di lire, deriva dai contributi in conto capitale e in conto interessi ricevuti a titolo di incentivo per gli investimenti nel Mezzogiorno d’Italia in base al contratto di programma stipulato con il governo nel 1988». Soldi a palate, dunque. Ma quello fu solo l’inizio.

Le società beneficiate, infatti (la Sata di Melfi, in Basilicata, e la Fma di Pratola Serra, in Campania) hanno poi goduto dell’esenzione decennale dalle imposte sul reddito per le società meridionali. Mentre la legge 488 per il Mezzogiorno, in soli quattro anni (dal 1996 al 2000) ha fatto affluire nelle casse del Gruppo altri 328 miliardi di lire in conto capitale.

Quarta, sostanziosa fonte di sostegno (possiamo solo immaginare quanto invidiata dalle altre imprese private) sono gli “ammortizzatori sociali”: cassa integrazione, prepensionamenti e indennità di mobilità. Solo per la prima voce, in un decennio l’onere per le casse dello Stato risulta di 1.228 miliardi di lire. Altri 700 miliardi pubblici sono stati spesi per prepensionare 6.600 dipendenti nel 1994, e altri 300 miliardi per le indennità di 5.200 lavoratori messi in mobilità.

IL REGALO DI PRODI: LE ROTTAMAZIONI

Per non parlare della legge che nel 1997 ha introdotto gli incentivi per le rottamazioni delle auto più vecchie: l’ennesimo regalo al colosso (dai piedi d’argilla) torinese, scaturito in questa forma inedita dalla fantasia del governo di Romano Prodi. Allo Stato quella legge è costata 2.100 miliardi di lire; poiché la Fiat aveva il 40% del mercato nazionale, ha ottenuto un beneficio di almeno 800 miliardi.

Solo negli anni Novanta dunque lo Stato ha dato al Gruppo Fiat 10 mila miliardi di lire, ricavandone circa 6.500 di imposte. La conclusione di Mucchetti è impietosa: «È curioso che i due terzi dei mezzi freschi immessi nella Fiat negli ultimi dieci anni provenga dallo Stato. E allora forse, tenuto conto che i risultati poco brillanti dell’azienda stanno inducendo i suoi padroni nella tentazione di liberarsene, ci si dovrà pur chiedere se ne valeva la pena».

http://www.uilmpotenza.it/Finanziamenti_statali_FIAT.htm

http://www.cadoinpiedi.it/2012/06/02/ecco_come_lo_stato_ha_foraggiato_la_fiat.html

http://www.beppegrillo.it/2010/01/fiat_aiuti_di_stato_da_esportazione.html

http://www.brunoleoni.it/nextpage.aspx?codice=8915
settembre 9, 2012

In Grecia riprende la lotta, migliaia in piazza a Salonicco, Syriza: il popolo reagirà!

Foto: In Grecia riprende la lotta, migliaia in piazza a Salonicco, Syriza: il popolo reagirà! 

Riparte determinata la resistenza greca contro l'austerity. Sono iigliaia i manifestanti sono scesi in piazza oggi a Salonicco per partecipare alla manifestazione contro il piano di austerita' del governo organizzata dai maggiori sindacati greci e dall'opposizione.
La manifestazione arriva alla vigilia del cruciale incontro tra la Troika e il ministro delle finanze Yannis Stournaras. E sembra preoccupare notevolmente le forze dell'ordine che hanno schierato un imponente dispositivo di sicurezza con circa 3.500 poliziotti impegnati nella citta'.  
I manifestanti si sono divisi in quattro cortei: quello dei grandi sindacati GSEE per il settore privato e Adedy per il pubblico, poi il corteo del principale partito di opposizione Syriza della sinistra radicale, quello del Pame, fronte sindacale comunista e infine gli autonomi e l'estrema sinistra.
'Tra poco l'immensa maggioranza del popolo greco reagira'', ha affermato il leader di Syriza, Alexis Tsipras, inviando il messaggio al primo ministro greco Antonis Samaras, che in mattinata lo aveva accusato di spingere la Grecia verso l'uscita dall'euro. Tsipras ha poi definito il premier di 'condurre il Paese verso il baratro'.
Solo un anno fa crica 25 mila greci sono scesi in piazza, sempre a Salonicco in occasione dell'apertura della Fiera internazionale. Anche in quella occasione la citta' e' stata blindata con un imponente dispiegamento delle forze di sicurezza. 

http://www.controlacrisi.org/notizia/Politica/2012/9/8/26095-in-grecia-riprende-la-lotta-migliaia-in-piazza-a-salonicco/

Riparte determinata la resistenza greca contro l’austerity. Sono iigliaia i manifestanti sono scesi in piazza oggi a Salonicco per partecipare alla manifestazione contro il piano di austerita’ del governo organizzata dai maggiori sindacati greci e dall’opposizione.
La manifestazione arriva alla vigilia del cruciale incontro tra la Troika e il ministro delle finanze Yannis Stournaras. E sembra preoccupare notevolmente le forze dell’ordine che hanno schierato un imponente dispositivo di sicurezza con circa 3.500 poliziotti impegnati nella citta’.
I manifestanti si sono divisi in quattro cortei: quello dei grandi sindacati GSEE per il settore privato e Adedy per il pubblico, poi il corteo del principale partito di opposizione Syriza della sinistra radicale, quello del Pame, fronte sindacale comunista e infine gli autonomi e l’estrema sinistra.
‘Tra poco l’immensa maggioranza del popolo greco reagira”, ha affermato il leader di Syriza, Alexis Tsipras, inviando il messaggio al primo ministro greco Antonis Samaras, che in mattinata lo aveva accusato di spingere la Grecia verso l’uscita dall’euro. Tsipras ha poi definito il premier di ‘condurre il Paese verso il baratro’.

settembre 9, 2012

Crosetto (Pdl): “non vado mai in Calabria perché è la parte più brutta d’Italia”

Guido Crosetto (Ansa)

“L’Italia va a cinque, sei o sette velocità e quella è la parte più brutta dell’Italia, perché non penso ci sia un camion di sabbia, un centimetro di asfalto o di cemento dove dietro non ci sia: a, la camorra e b, una degenerazione che in quella regione è fortissima“. Lo ha detto Guido Crosetto, parlamentare del Pdl, durante la trasmissione di Domenica In – L’Arena condotta da Massimo Giletti su Rai 1. Crosetto ha così commentato gli enormi costi dell’autostrada Salerno- Reggio Calabria in costruzione da ormai 50 anni: “Dico una cosa violenta: io ho dei colleghi che mi invitano in tutta Italia, ormai, che vado a parlare di economia. Io mi rifiuto di andare in Calabria, non vado, e sa perché? Perché non so con chi mi posso trovare a competere e quindi siccome non voglio, dopo cinque o dieci anni, trovarmi con qualcuno di cui mi vergogno, come è successo a qualche mio collega andando in giro, non vado.

settembre 9, 2012

Eccidio della Divisione Acqui a Cefalonia.

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Solidarietà e memoria.

settembre 9, 2012

In parlamento ci andranno e ci sarà da ridere.

Dopo le parole durissime del consigliere regionale del movimento 5 Stelle Giovanni Favia (qui il video) ecco lo stringato comunicato di risposta  di Gianroberto Casaleggio che smentisce sul blog di Beppe Grillo in modo molto sommario e lapidario le accuse, senza entrare nel merito: “Né io, né Beppe Grillo abbiamo mai definito le liste per le elezioni comunali e regionali. Né io, né Beppe Grillo, abbiamo mai scritto un programma comunale o regionale. Né io, né Beppe Grillo abbiamo mai dato indicazioni per le votazioni consigliari, né infiltrato persone nel MoVimento Cinque Stelle.” Gianroberto Casaleggio

settembre 9, 2012

Non è possibile!

Dopo aver insegnatoguldura” all’onorevole Antonio Razzi e pubblicizzato i libri di Luigi Alfonso Marra – “non conoscerli è la nuova ignoranza” – Vittorio Sgarbi ha deciso di sostenere la candidatura a governatore della Sicilia di Cateno De Luca. Lui, il Partito della Rivoluzione, il movimento dei Forconi e Forza Nuova, tutti insieme appassionatamente. Ecco un assaggio dell’intervento con cui l’ex sindaco di Salemi ha lanciato la discesa in campo di De Luca, un paio di giorni fa.

settembre 9, 2012

Un referendum per dire no all’euro è possibile?

REferendum Legge Popolare

di Paolo BecchiIl picco di caldo raggiunto in questa estate che sta volgendo al termine è stato segnato dalle voci di una possibile iniziativa referendaria diretta a chiamare i cittadini italiani ad esprimersi sulle sorti dell’euro. È stato Roberto Maroni che, per primo, il 16 agosto ha annunciato di voler presentare «in Cassazione una proposta di legge di iniziativa popolare per abbinare alle politiche del 2013 un referendum consultivo nel quali i cittadini italiani possano esprimersi sull’euro».

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settembre 9, 2012

Se i “liberali” dimenticano la democrazia.

Proposta indecente: votare un patto per legarsi le mani per il futuro, in tema di politiche di spesa, lavoro, pensioni, fisco. Dal pensiero unico al pensiero eterno?

di Felice Roberto Pizzuti da Sbilanciamoci.info

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