
Renzi il nuovo che avanza.
Pranzi e cene in ristoranti di lusso, vacanze, viaggi in aereo, conti astronomici in bar e enoteche, pernottamenti costosi in alberghi, e ancora regali e spot in tv e sui giornali. Per un totale di ben 20 milioni di euro, tutti a spese del contribuente.
Nei cinque anni in cui è stato presidente della provincia di Firenze, dal 2004 al 2009, Matteo Renzi non si è fatto mancare proprio nulla. Il “rottamatore” del Pd non ha niente da invidiare a un qualsiasi Lusi o Belsito in quanto a gestione allegra dei soldi pubblici, con la differenza che Renzi oggi si è creato l’immagine di “moralizzatore” della politica.
Il vero “big bang”, però, sono le oltre 250 fatture che indicano le “spese di rappresentanza” sostenute dal presidente Matteo Renzi tramite utilizzo di carta di credito personale. Spese che la provincia ha liquidato e rimborsato, approvandone tutte le motivazioni.
Il sindaco che ognuno vorrebbe.
Il sindaco di Marinaleda e deputato di Izquierda Unida guida le occupazioni delle terre e rifornisce le mense sociali espropriando la merce dei supermercati. Nel suo comune il tasso di disoccupazione è allo 0% perchè tutti possono lavorare nelle cooperative comunali che lavorano le terre occupate e ora assegnate.

Da 16 a “solo” 8 agenti di scorta: ecco i sacrifici del leghista Calderoli.

Qualcosa non torna.
L’accusa più pesante, infamante e delegittimante che può rivolgersi a una Corte costituzionale, come in genere a ogni soggetto chiamato a svolgere compiti neutrali di garanzia nell’interesse di tutti, è di agire o avere agito politicamente; accusa molto più grave di quella di sbagliare o di avere sbagliato nel decidere.
Mentre noi comuni mortali, per contestare una sentenza sgradita, non abbiamo altra arma che impugnarla in appello e in Cassazione, lorsignori (Napolitano, Monti, il potere, etc., ndr) si rivolgono direttamente alla Corte costituzionale, cioè a giudici nominati dalla politica: oseranno mai dare torto al Presidente e al Governo, innescando gravi “scontri istituzionali”?
Più austerità e più debito pubblico.
“Non c’è possibilità di equilibrare il bilancio
eccetto che con l’aumentare il reddito nazionale”
– J.M.Keynes, “I mezzi per raggiungere la prosperità”, 1933
Abbiamo più volte sottolineato l’inefficacia delle politiche di austerità come antidoto alla crescita del debito pubblico. Una conferma delle previsioni keynesiane viene dal dipartimento economico delle Nazioni Unite che, in un breve policy brief, mette in evidenza una possibile correlazione tra politiche restrittive e aumento del debito pubblico nelle economie mature. Continua a leggere »
Non c’è via di uscita per Assange.

Pitch No way out for Assange.
No way out for Assange says British goverment.