Questa poesia sulle rondini del grande Lucio Dalla si trova nell’album “Cambio”, lo stesso del tormentone “Attenti al lupo”, e, benchè poco conosciuta, merita senz’altro un ascolto approfondito.
Un uomo al passo coi tempi.
E’ grave che un partito come l’Udc, che si dice di ispirazione cattolica, si allei in Sicilia con un uomo come Saro Crocetta (gay dichiarato, ndr), del quale, sia chiaro, non ho nulla da dire sul piano personale, ma che dal punto di vista cattolico teorizza e propaganda quelle pratiche che le Sacre Scritture e il Vangelo, San Paolo in primis, bollano come pratiche sodomitiche contro natura … Parliamoci chiaro Saro Crocetta secondo lei lavora per la prosecuzione della specie? Lui, come Vendola e la Concia, sono strutturalmente favorevoli alla distruzione delle famiglie. Sono per le unioni gay, mentre la famiglia è composta da un maschio e una donna. Se dovessimo dare retta a Crocetta scomparirebbe in pochi anni la razza umana.
Casini è pronto a tutto per il potere anche ad allearsi con chi vive nel peccato come Crocetta. Se dovesse vincere non sarà un buon esempio per nessuno. Mi meraviglio anche di cattolici del Pd, della Bindi, di Rutelli dell’Api, di Fioroni che dovrebbero appoggiare Crocetta. Che vive e persevera in una condizione condannata dalla Chiesa. Lui la rivendica? Una scelta la sua che rispetto. Ma dal punto di vista del Vangelo è sbagliata, come sono sbagliati l’omicidio o il furto. Come rispetto anche le lesbiche che rinunciano all’uomo. Le rispetto, ma per me sono cose incomprensibili.
Senza investimenti e filiere industriali non ci sarà nessun futuro sostenibile.
di Guido Iodice e Daniela Palma, Keynesblog.com per greenreport.it
Si è ormai diffusa in questi ultimi anni di crisi economica l’idea che il recupero del degrado ambientale e la lotta al cambiamento climatico possano offrire un’ottima opportunità per il rilancio dell’attività produttiva. “Green economy” e “green growth” sono così diventati termini di uso corrente, impiegati per indicare l’elaborazione di strategie di sviluppo economico che concorrano alla salvaguardia dell’ambiente e che segnino l’inizio di una nuova (e sempre più attesa) stagione di crescita dell’occupazione.
Cominciò Prodi.
Ecco la nuova parola d’ordine dell’estate politica: abbattere il debito pubblico tramite un piano di dismissioni del patrimonio e magari anche delle partecipazioni statali nelle aziende strategiche. Tra le tante proposte c’è quella del ministro dell’Economia Vittorio Grilli, c’è la variante di Franco Bassanini e Giuliano Amato e c’è la ricetta di Angelino Alfano, che si è spinto a proporre dismissioni addirittura per 400 miliardi. Ma quali sarebbero gli effetti reali di questo tipo di proposta? I dati parlano chiaro: un risparmio risibile in termini di spesa per interessi e il rischio di provocare persino danni ai contribuenti in caso di vendita dei migliori asset strategici. Ne discutono Paola De Micheli (PD), Osvaldo Napoli (PDL), Carlo Puca (Panorama), Fabrizio Forquet (Il Sole 24 Ore), Giampaolo D’Andrea (sottosegretario ai rapporti con il Parlamento), Emiliano Brancaccio (Università del Sannio). Conduce Andrea Pancani.
Ilva: gli operai morivano di cancro e chi doveva vigilare sulla salute intascava mazzette.
