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La terapia ormonale sostitutiva è stata collegata da un nuovo studio a una maggiore probabilità di soffrire di pressione alta, sebbene i valori scendano con l’avanzare dell’età
La tanto discussa terapia ormonale sostitutiva (TOS) che si prescrive a molte donne in post menopausa pare possa esporre anche al rischio di pressione alta, secondo un nuovo studio pubblicato su PLos ONE.
L’integrazione di ormoni femminili estrogeni per via farmacologica, in questa fase, tende a contrastare i tipici sintomi della menopausa come vampate di calore, disturbi vaginali, insonnia eccetera. Tuttavia, questo tipo di cura pare non sia esente da effetti collaterali. Uno di questi, secondo lo studio condotto dai ricercatori della University of Western Sydney coordinati dalla dottoressa Joanne Lind, è la probabilità di soffrire di pressione arteriosa alta.
L’inquinamento da fumo di sigaretta all’aperto è molto peggio che non l’inquinamento nell’aria di città. Respirare il fumo passivo anche all’aperto è peggio che farsi una passeggiata in mezzo ai tubi di scarico nel traffico cittadino, suggerisce un nuovo studio. Il fumo di sigaretta sarebbe infatti in grado di aumentare di ben 16 volte, e fino a 26, il livello di fondo di polveri sottili presenti nell’aria esterna. Per cui lo stare vicino a una persona che fuma, anche all’esterno, espone a livelli d’inquinamento molto pericolosi.
L’aumento esponenziale dell’inquinamento dell’aria da parte delle sigarette è stato osservato dai ricercatori neozelandesi dell’Università di Otago che hanno condotto uno studio di cinque settimane misurando i livelli di particelle sottili nell’aria, all’esterno di un centro commerciale, a seguito del passaggio di 284 persone che fumavano.
I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista Health & Place ed evidenziano come a una distanza media dai fumatori di 2,6 metri vi fosse una media del 70% in più di particelle sottili PM 2.5 nell’aria (le particelle in questione hanno un diametro pari a 2,5 mm o inferiore). La misurazione ha permesso di stabilire che vi era un aumento del livello di fondo di inquinamento da 16 a 26 volte.
ROMA – Oltre 300 milioni di uccelli selvatici sono spariti nell’Unione europea, dal 1980 ad oggi, a causa di metodi insostenibili per la natura. A lanciare l’allarme e’ la Lipu, che nel pieno del dibattito sulla riforma della Politica agricola comune (Pac) mette in guardia sui danni ambientali derivanti dall’agricoltura intensiva.
Stando ai dati del Farmland Bird Index, in Europa su 37 specie considerate 22 sono in diminuzione, sei sono stabili e tre incerte, mentre solo sei risultano in aumento. Nel complesso l’indicatore mostra un calo del 52% dal 1980, con una perdita, appunto, di oltre 300 milioni di uccelli tipici di questi ambienti.
”Chiediamo al Parlamento europeo, e in particolare agli europarlamentari italiani, di imprimere una netta sterzata alla riforma della Pac, che se rimarra’ cosi’ com’e’ ora – avverte Claudio Celada, direttore Conservazione natura di Lipu-BirdLife Italia – continuera’ a premiare quegli stessi modelli agricoli che negli ultimi decenni ci hanno consegnato un ambiente piu’ povero di vita e inquinato.
CAGLIARI – Si riaccende la battaglia, in piena stagione estiva, sul futuro delle coste della Sardegna. E, proprio come nel 2005, quando gia’ con le norme della legge ‘salvacoste’ e poi con il Piano paesaggistico regionale si apri’ la polemica tra chi sosteneva la Giunta di Renato Soru, gli ambientalisti, i costruttori edili e il centrodestra, a distanza di sette anni il copione sembra ripetersi. Anche oggi, infatti, con la revisione di quelle regole, si scatena la bagarre dentro e fuori il consiglio regionale.