Archive for luglio 12th, 2012

luglio 12, 2012

Il manuale per carabinieri che definisce gli omosessuali dei «degenerati».

Un buon maresciallo aiutante dei carabinieri deve saper compilare in modo impeccabile il cartellino biografico «Mod OP/46» dei «soggetti di interesse operativo», vale a dire delinquenti abituali o professionali, chi è agli arresti domiciliari o è sottoposto a misure di prevenzione, eversori, persone appartenenti alla criminalità organizzata o socialmente pericolose. Tra le cose da annotare nel «cartellino» – notizie sulla identità e sulla personalità, abitudini, carattere, malattie fisiche e mentali, condotta durante il servizio militare – ci sono le «degenerazioni sessuali», perché «l’istinto sessuale prende parte molto attiva nella formazione del carattere e nello sviluppo delle attività individuali». E, per essere precisi, le principali degenerazioni sessuali sono «l’omosessualità, l’esibizionismo, il feticismo, il sadismo, il masochismo, l’incestuosità, la necrofilia, la bestialità (o zoofilia)» (GUARDA IL TESTO).

Così è scritto nella dispensa di 585 pagine della Scuola marescialli e brigadieri dei carabinieri intitolato «Sinossi per la preparazione al concorso per l’avanzamento a scelta per esami al grado di maresciallo aiutante s. Ups». Datato dicembre 2011 e approvato dal comandante colonnello Pasquale Santoro, il manuale è stato scaricato dall’Intranet dell’Arma dai candidati al concorso nazionale che si è svolto il 25 giugno a Padova nei padiglioni della Fiera di via Tommaseo.

luglio 12, 2012

CRISI: “NON POSSO PAGARE L’AFFITTO”, OPERAIO SI DÀ FUOCO IN COMUNE

Un operaio, in preda alla disperazione per non poter pagare l’affitto della casa in cui abita con il figlio, si è presentato questa mattina negli uffici del Comune di Porto Recanati (Macerata) e si è versato addosso una bottiglia di benzina minacciando di darsi fuoco se non lo avessero aiutato ad affrontare la situazione.

L’uomo, Riccardo Messina, 52 anni, originario della Sicilia ma da tempo residente a Porto Recanati, svolge saltuariamente lavori per la stessa amministrazione comunale come operatore ecologico. I dipendenti comunali sono poi riusciti a dissuaderlo e a farlo ricoverare nell’ospedale di Civitanova. Sul posto sono intervenuti anche i carabinieri.

luglio 12, 2012

Francia, Hollande cancella la TAV Torino-Lione.

“Noi siamo come Hollande”, ripetono all’unisono leader e dirigenti ex-diessini di casa PD. La domanda quindi è d’obbligo: anche il PD ora sarà per l’abolizione della Tratta ad Alta Velocità (TAV) Torino-Lione?

Perché la notizia desaparecida nei giornali italiani è che la Francia di Hollande, causa crisi economica e finanziamenti nulli, cancellerà ben 10 progetti TAV, tra cui quello Torino-Lione. Scrive Le Figaro che ha dato la notizia:

Nella hit-parade delle linee ad alta velocità minacciate dai tagli della crisi, ci sono, tra l’altro, la Nizza-Marsiglia e la Torino-Lione. In particolare, aggiunge il quotidiano, quest’ultima sarebbe «squalificata per il suo costo (12 miliardi di euro)». Ma anche dal calo registrato nel «trasporto merci, sceso a quattro milioni di tonnellate su quella tratta, contro gli undici milioni di tonnellate vent’anni fa, non gioca a favore di quel progetto».

Insomma, Hollande un pericoloso anarco-insurrezionalista No-Tav? Molto probabilmente persona di buon senso che non ha voglia di far mangiare a spese del Paese il solito network di interessi criminali composto da politici corrotti, imprenditori collusi e criminali mafiosi.

A fine anno avremo la lista completa degli interventi. Una cosa è certa: la Torino-Lione, dopo 20 anni di inutile progettazione, probabilmente rimarrà solo sulla carta. Con buona pace del PD che espelle i suoi militanti contrari al più colossale spreco di soldi degli ultimi 10 anni.

luglio 12, 2012

LA SPAGNA E’ ANDATA, TRA POCO TOCCHERA’ A NOI .

– di Paolo Cardenà –
Sono passate appena 24 ore dall’annuncio del via libera di 30 miliardi di aiuti  a favore del sistema bancario spagnolo, e già Rajoy annuncia le prossime misure di austerità che dovranno essere varate, come contropartita al differimento di un anno dei termini per il rientro del deficit al 3%, previsto per il 2015.
Secondo quanto riportato da Il Sole 24 Ore

“Il premier ha annunciato tagli e riforme delle amministrazioni pubbliche per risparmiare 65 miliardi di euro in 2 anni e mezzo con nel 2013 un taglio di 600 milioni di euro alle dotazioni dei ministeri. La misura più significativa è l’aumento dell’Iva dal 18 al 21% e di quella ridotta dall’ 8% al 10%, mentre si manterrà quella al 4% sui beni di prima necessità.Il premier spagnolo ha anche annunciato il taglio delle tredicesime per il 2012 di parlamentari, impiegati e alte cariche dell’amministrazione pubblica. Gli addetti del pubblico impiego la recupereranno nei fondi pensione del 2015. I dipendenti pubblici avranno anche meno giorni di ferie e verranno ridotti i permessi sindacali. Il numero dei consiglieri degli enti locali scenderà di circa il 30%. Diminuiranno anche le indennità per i sindaci.

Inoltre il premier ha annunciato una riforma della pubblica amministrazione che permetterà di tagliare 3,5 miliardi di euro di spesa, nel quadro della politica di rigore imposta dall’Unione Euroepea in cambio di una proroga di un anno nel raggiungimento degli obbiettivi di riduzione del debito.”
Inutile dire che i 30 miliardi concessi come aiuto alle banche spagnole, rappresentano briciole rispetto alle  possibili sofferenze che vengo stimante tra i 400 e i 500 miliardi di euro.
Altrettanto inutile è affermare che l’ampiezza delle misure in  procinto di essere varate, genererà un ulteriore avvitamento dell’economia  spagnola (già ad un passo dal trapasso) del tutto simile a quanto avvenuto in  Grecia in questi ultimi  anni, con effetti dirompenti su vasta scala.
Di conseguenza, i mercati termineranno di scaricare il debito spagnolo e a quel punto attaccheranno in maniera impetuosa l’Italia che,  proprio come la Spagna, non potrà essere salvata; stando all’esiguità delle risorse a disposizione del Fondo Salva Stati e alla mancanza di una rete di protezione idonea a scongiurare la catastrofe.
A quel punto, tutti ricorderemo i successi (si fa per dire) dei recenti summit europei, nei quali si è deciso di mettere in sicurezza un continente dotandolo di un paracadute, purtroppo bucato.
luglio 12, 2012

Elezioni politiche 2012;le previsioni di Beppe Grillo.

Beppe Grillo si dà alla preveggenza e disegna per noi quattro scenari futuribili in vista delle elezioni politiche del 2013, in cui al centro di tutto l’universo politico c’è il M5S. Con un pizzico di paranoia Grillo premette che “nessun partito e nessuna istituzione vogliono tra i coglioni il MoVimento 5 Stelle” e che l’unica ragione per cui adesso, dopo che “per tutta una legislatura a nessuno è fregato nulla”, si pensa di cambiare il Porcellum è evitare che il M5S ottenga il premio di maggioranza.

Una possibilità che non si può escludere, visto il recente boom del partito di Grillo, ma complicata dal fatto che il Cinque Stelle non è mai riuscito a superare il Pd e che gli ultimi sondaggi lo danno in forte calo e ri-sorpassato dal Pdl. Un po’ per le tantissime difficoltà di Pizzarotti a Parma, un po’ perché senza scandali che coinvolgano i partiti Grillo e i suoi sono fisiologicamente destinati a calare. Detto questo, vediamo quali sono i quattro scenari:

Primo scenario: due coalizioni, Pdl+Lega, Pdmenoelle+UDC+SEL+ “chiunque altro ci voglia stare” si presentano con il Porcellum. I leader dei due raggruppamenti si combattono aspramente in campagna elettorale, raccattano tutti i voti possibili e, subito dopo, danno vita a un governo di unità nazionale per “il bene della nazione”. Unica opposizione in Parlamento il MoVimento 5 Stelle. Questa ipotesi presenta una controindicazione. Se il M5S facesse il botto e risultasse primo, il piano fallirebbe.

Continua a leggere: Elezioni politiche 2013 – Gli scenari elettorali di Beppe Grillo

luglio 12, 2012

Fumiamoci sopra.

luglio 12, 2012

La maggioranza lo vuole.

– che certo, non avrà grande valore statistico – ecco i primi risultati. Così, giusto per farci un’idea.

luglio 12, 2012

Ritorna il sig. Bunga bunga.

.. perché il tempo passa, ma l’autorevolezza, resta.

“Berlusconi pianifica il ritorno.
Presto di nuovo Bunga Bunga?

luglio 12, 2012

La Francia tassa i ricchi, abbassa età pensionabile e aumenta i salari. Alla faccia della Fornero.

Ha aumentato il salario minimo del 2%. Ha abbassato la soglia per le pensioni di anzianità a 60 anni. Ha annunciato un’aliquota sui redditi dei ricchi al 75%, una tassa sui dividendi del 3% e sulle scorte petrolifere del 4%. Ha assicurato che aumenterà i contributi – già altissimi – e l’imposta di successione e che recupererà la vecchia patrimoniale. Infine, ha promesso 65mila assunzioni nel settore pubblico. Insomma, per i fautori del libero mercato e delle riforme strutturali, François Hollande è un incubo. Se Mario Monti avesse azzardato una sola di queste misure, il famigerato spread avrebbe toccato vette inarrivabili.
Eppure, tutto tace. Mentre sui quotidiani stranieri, in particolare su quelli anglosassoni, i titoli continuano a somigliarsi tutti (tra i più gettonati: «la luna di miele finirà presto» e «la vie en rose durerà poco»), sui mercati finanziari l’incantesimo regge. Anzi. Non più tardi di lunedì i rendimenti sui titoli di Stato francesi a tre e a sei mesi, per la prima volta nella storia, sono stati negativi. Segno che il mercato pensa che la Francia somigli molto più alla Germania che alle peccaminose Italia o Spagna. Segno che la “rossa” Parigi è diventato un porto sicuro, alla pari dei Paesi “falchi” guidati da austeri conservatori à la Merkel che anelano allo zero deficit come alla panacea di tutti i mali.
Certo, anche Hollande si è impegnato sul rigore. I numeri però sono numeri. Nel primo trimestre dell’anno il debito è salito all’89,3% del Pil e il deficit veleggia a fine anno verso il 4,5%. Il premier Jean-Marc Ayrault si è impegnato a ridurlo sotto il 3% l’anno prossimo e di azzerarlo quello dopo. Ma anche le stime sul Pil sono state riviste allo 0,4% quest’anno e all’1-1,3% per l’anno prossimo. E Hollande non ci pensa neanche, per dire, a rimandarsi le assunzioni nel pubblico o a toccare la legge sui licenziamenti come gli chiedono in molti.
luglio 12, 2012

Tagliare gli stipendi dei dipendenti pubblici? Ecco cosa ne pensa Keynes.

Il brano che segue è una sintesi “attualizzata” di un articolo comparso il 19 settembre 1931 su “The New Statesman and Nation” la rivista nata dalla fusione, voluta da Keynes, tra il giornale della società fabiana (l’ala riformista del partito laburista) e quello del partito liberale. Oggi come allora, i governi colpiscono il reddito dei lavoratori pubblici, come premessa per un generale abbassamento di salari e stipendi. Keynes spiega come questa manovra non risolva i problemi, ma serva solo ad ingraziarsi il “Moloch delle finanze” e a tener fede al “punto di vista del Tesoro” (cioè, l’austerità).

Nel testo abbiamo sostituito “insegnanti” con “pubblici dipendenti”, senza tradire il senso del discorso, visto che l’autore fa comunque riferimento all’intero settore pubblico nell’articolo original, e “gold standard” con “euro”. Il testo completo si può trovare in “Esortazioni e profezie”, Il Saggiatore.

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