Una canzone un po’ datata, sempre bella e che purtroppo racconta una triste attualità che si ripete.
Mina – La città vuota. Buonanotte compagni.
Anceh Fiorello non è male.
Dedicata a mia moglie.
Giorgio Gaber – Le strade di notte (1962)
Canzone pubblicata da Gaber su 45 giri nel 1961.
“Le strade di Notte” è stata l’esempio più alto del primo Gaber cantautore, una canzone che è rimasta nel cuore anche di tanti suoi colleghi per la delicatezza della sua poesia semplice ma intensa accompagnata da una musica appropriata al messaggio della canzone.
Eppure Gaber la incise a soli 22 anni, a quell’età per la prima volta dimostrò di avere già tutte le caratteristiche di un interprete maturo.
La canzone rappresentò anche un piccolo punto di svolta, infatti fino ad allora Gaber aveva mostrato solo due facce ancora lontane dal vero Gaber: quella del cantante di rock and roll (egli infatti iniziò la sua carriera nel 1957 come chitarrista del gruppo rock di Celentano e poi dello stesso filone interpretò pezzi suoi come Ciao ti dirò e Genevieve) e quella scanzonata e ironica nata dalla collaborazione con Enzo Jannacci dalla quale scaturirono canzoni come “Una fetta di limone” e “Benzina e cerini”, con quest’ultima partecipò anche al Festival di Sanremo del 1961, un’esperienza che si concluse con l’immediato ritorno a casa (non capitò solo a Zucchero e a Vasco Rossi di non essere compresi).
La canzone parla della solitudine che attraversa l’uomo che vive nella grande metropoli (in questo caso la Milano degli anni sessanta), in particolare all’inizio degli anni sessanta tutte le grandi città italiane erano avare di svaghi per le persone comuni (non invece per le persone benestanti) che per la società dovevano innanzitutto contribuire al boom economico, la maggioranza delle persone aveva infatti come atteggiamento prevalente quello di pensare innanzitutto a lavorare per poter creare un futuro migliore per sè e per la propria famiglia (il ricordo della seconda guerra mondiale non era ancora del tutto dimenticato). Capitava così che nel percorrere le strade della città di notte l’anima di una persona potesse percepire un’immensa solitudine ed avvertisse come unica salvezza quella di tornare a casa per potersi ritrovare con la propria compagna.
La canzone venne poi prestata ad una giovane e ancora sconosciuta Gigliola Cinquetti che nel 1963 vinse con questo brano il Festival di Castrocaro; fu il trampolino di lancio per la Cinquetti che grazie a questa vittoria approdò l’anno dopo a Sanremo dove vinse con “Non ho l’età”: era il 1964 e divenne subito famosa sia in Italia che all’estero e di questo successo ebbe un ruolo fondamentale proprio Giorgio Gaber tanto che si può proprio dire che senza di lui forse non sarebbe nemmeno esistita neanche la Cinquetti.
Maurizio – Cinque minuti e poi.
Un’estate passata in costa azzurra, senza soldi sotto una tenda a Cape D’Ail con una bella tedesca epoi partita lei tante altre avventure. Al mattino la doccia con l’acqua fredda perchè i campeggiatori francesi la consumavano tutta. Al mare quasi mai. E dove andavi? Mangiare quasi mai e quandotornavi a casa magro da far schifo e bianco come un lensulo mia nonna mi domandava se ero veramente stato al mare. Quanti ricordi .Solo chi ha vissuto quegli anni puo’capire.
Il nostro concerto – Umberto Bindi.
bellissima canzone dai forti sentimenti ma non sentimentale.
Il cavaliere Renzo Bossi.
“Il Gran Sigillo Vicariale è la più alta onorificenza concessa dal Comune di Monteforte d’Alpone (Verona) a personalità che nel corso della loro vita abbiano dimostrato di possedere “indubbie doti di competenza e capacità” e si siano quindi distinti nei diversi ambiti di attività: sociale, politico, culturale, religioso”.