L’Euro senza unione politica non può reggere.
di Kenneth Rogoff da Project Syndacate
Con la disoccupazione giovanile che arriva al 50% in alcuni paesi della zona euro come Spagna e Grecia, si sta forse assistendo al sacrificio di un’intera generazione nel nome di una moneta unica che comprende un gruppo di paesi troppo diversi tra loro perché la loro unione sia sostenibile? E in caso affermativo, allargare l’adesione alla zona euro può realmente essere utile all’obiettivo che l’Europa persegue in modo evidente di massimizzare l’integrazione economica senza realizzare necessariamente una completa unione politica?
La buona notizia è che la ricerca economica ha ancora un paio di cose da dire in merito al fatto che l’Europa debba avere o meno una moneta unica. La cattiva notizia è che diventa sempre più chiaro, quantomeno per i paesi di grandi dimensioni, che le aree valutarie saranno altamente instabili a meno che non seguano i confini nazionali. Come minimo, un’unione monetaria richiederebbe una confederazione con molto più potere centralizzato riguardo al sistema fiscale e alle altre politiche di quanto i leader europei prefigurano per la zona euro.
La Cina è lontana da Berlino.
Shangai
di Francesco Saraceno (OFCE, – Reseach Center in Economics of Sciences-Po, Paris)
Martin Wolf [sul Financial Times] ha scritto un pezzo molto interessante sul tentativo cinese di riequilibrare il suo modello di crescita, spostandolo dalle esportazioni alla domanda interna. Wolf mostra come questo tentativo è andato avanti per almeno un decennio, con ritmo diseguale e vari stop-and-go. Mi piacerebbe aggiungere che la crisi stessa ha svolto un ruolo contraddittorio. La Cina da un lato è stato uno dei primi paesi nel 2009 per attuare un robusto piano di stimolo pari a oltre il 10% del PIL, dall’altro, essa non ha resistito (come la maggior parte dei paesi) a misure protezionistiche più o meno nascoste e a manipolazione della valuta. Wolf conclude che, benché di successo, il riequilibrio verso la domanda interna ha portato ad un investimento eccessivo (e non necessariamente produttivo). La nuova sfida riequilibratrice della Cina risiede nella crescita del reddito e dei consumi della sua popolazione. Continua a leggere »
Grecia, si riaccende la protesta. dove ci stanno portando?

ATENE – Si è sparato in piena piazza Syntagma, di fronte al Parlamento, e – come avvenne per Mohammed Bouazizi, il tunisino che dandosi fuoco diede inizio alla primavera araba- il suicidio di un farmacista greco 77enne ad Atene ha spinto migliaia di persone a scendere nella piazza centrale della capitale e a Salonicco. Il governo “ha annientato qualsiasi speranza di sopravvivenza”, ha lasciato scritto l’anziano in un biglietto trovato in una tasca, “e non potrò ottenere giustizia. Non trovo altra forma di lotta che quella dignitosa di porre fine ala mia vita prima di vedermi costretto a cercare il cibo nella spazzatura…Siano impiccati coloro che hanno tradito il Paese”. E mentre premeva il grilletto, ha urlato: “Non lascerò che i miei figli affoghino nei debiti”. Poche ore dopo, la piazza da due anni epicentro delle proteste di massa contro la crisi economica e le draconiane misure di austerità adottate dalle autorità per scongiurare al Paese il default si è ancora una volta riempita di centinaia di persone che si sono scontrate con la polizia.
…e nessuno sapeva niente.
Domenico Scilipoti è affiancato da uno o più sosia a sua insaputa.
Gli amici di Dell’Utri erano mafiosi a sua insaputa.
Ruby non era la nipote di Mubarak: all’insaputa del Parlamento.
Renzo Bossi sapeva parlare inglese a sua insaputa.
A Formigoni hanno arrestato mezza Regione Lombardia a sua insaputa.
A Salemi c’era la mafia all’insaputa di Sgarbi.
…
Manifesta insussistenza.
Legittimo licenziamento illegittimo. La nuova formulazione dell’articolo 18
Francia: allarme in centrale, stop reattore.
I “due principi di incendio” registrati nell’edificio che ospita il reattore due della centrale nucleare di Penly, nel nord della Francia, sono stati spenti, senza feriti e “senza alcuna conseguenza per l’ambiente”. Lo afferma Edf, gestore dell’impianto, in un comunicato pubblicato sul sito della centrale. “Le squadre e i mezzi della centrale sono stati mobilitati e un’equipe di intervento è entrata nel locale per ispezionare l’insieme delle installazioni, e constatare che non ci fossero altri fuochi”.
I pompieri, precisa Edf, sono intervenuti “in seguito a una fuoriuscita di fumo”, segnalata alle 12.20, e hanno dichiarato i principi di incendio spenti alle 13.15. Del fatto sono state subito informate l’Autorità di sicurezza nucleare, la Prefettura regionale dell’Alta Normandia e la Commissione locale di informazione.