Sta per calare la mannaia sugli incentivi alle energie rinnovabili: il ministro Clini dice che bisogna ridurre i costi. Il web si accalora sull’ipotesi che le bozze del quinto conto energia siano state scritte dall’Enel (che smentisce), ma il punto fondamentale sfugge a tutti: le energie rinnovabili saranno anche care, ma il loro costo di produzione diminuisce. Invece il petrolio (cioè benzina e gasolio) è caro, continuerà ad essere caro e probabilmente sarà sempre più caro anche senza gli aumenti delle accise (che sono cari). Quindi per ottenere la crescita di cui il Professore si riempie la bocca è indispensabile ridurre la dipendenza dal petrolio, che si comporta come un vampiro nei confronti della già anemica economia. L’inquinamento e il riscaldamento globale sono fattori reali e determinanti (secondo me), ma ininfluenti rispetto all’evidenza contabile. Il beneficio vero, presente e futuro, non è tagliare le rinnovabili: è invece imparare a vivere con meno petrolio, meno gasolio, meno benzina. Che, fra l’altro, è arrivata a sfiorare i 2 euro al litro.
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Energie rinnovabili addio.
articolo di Maria Ferdinanda Piva per Byoblu.com
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