
La tematica dell’unione della sinistra è una questione da sempre irrisolta nello scenario politico italiano. C’era una volta Bettino Craxi, che al di là di discutibili azioni ed eventi aveva un sogno: l’Unità Socialista.
L’occasione si ebbe nel 1989, i riformisti del Partito Comunista Italiano, primo fra tutti il nostro attuale Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, spingevano per una convergenza assieme ai Socialisti di Craxi, creando un forte dibattito in tutto il Paese. La stragrande maggioranza dei membri del PCI si mostrò disponibile, così come quelli del PSI. Tuttavia, Craxi preferì rimanere al governo con il pentapartito e non si dimise. Il riavvicinamento tra comunisti e socialisti resterà un miraggio, un appuntamento mancato che graverà sul futuro della sinistra italiana fino ad oggi.
Il sogno Craxiano di unità Socialista è ancora attuale: è l’unico presupposto indispensabile per qualsiasi evoluzione sociale. I partiti della Sinistra italiana, che nel Parlamento Europeo si identificano nell’ S&D (Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici) e nel PES (Partito del Socialismo Europeo), dovrebbero riunirsi un un unico grande partito socialdemocratico, progressista e riformista.
Niente più accozzaglie centriste, solo un grande Partito di Sinistra di ispirazione socialista che possa concentrarsi sul miglioramento della vita delle persone in modo da proteggere i più vulnerabili non solo in un momento di crisi, ma anche oltre. Un grande Partito che si possa identificare nel contesto del Socialismo Europeo, che possa promuovere la giustizia sociale, riformare i mercati finanziari, difendere l’eguaglianza sociale e la parità dei diritti. Un unico Partito che abbia un forte carattere e una lunga e duratura storia.
Fonte antonio stornello.
Ci siamo! siamo tutti d’accordo e allora prendiamo qualche iniziativa concreta.