Oggi la connessione mi ha dato problemi. A domani compagni.
Ban Ki Moon: “Il 2012 anno delle energie rinnovabili”.
Energia pulita per tutti, partendo dal 2012 decretato Anno internazionale delle energie rinnovabili. L’iniziativa nasce in seno alla Segreteria Generale dell’ONU e voluta da Ban Ki Moon (in alto nella foto con i Linkin Park protagonisti di iniziative in favore dell’uso di energie rinnovabili) e decretato dalla Risoluzione 65/151 dell’Assemblea Generale. Il lancio ufficiale è stato fissato in occasione del World Future Energy Summit che si tiene a Abu Dhabi il prossimo 16-18 gennaio.
Questa iniziativa coinvolgerà i governi, il settore privato e partner della società civile a livello globale con l’obiettivo di raggiungere l’energia sostenibile per tutti, e per raggiungere tre obiettivi principali per il 2030:
- garantire l’accesso universale a servizi energetici moderni
- raddoppiare il tasso di miglioramento dell’efficienza energetica
- raddoppiare la quota di energia rinnovabile nel mix energetico globale
Le motivazioni che hanno spinto Ban Ki Moon a lavorare un intero anno sulle energie rinnovabili sono:
L’accesso a moderni servizi energetici a prezzi accessibili nei paesi in via di sviluppo è essenziale per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo del millennio e lo sviluppo sostenibile.
Energia pulita dagli scarti agricoli nelle aree rurali del Pakistan.
L’UNEP, lo United Nations Environment Programme, ha avviato un progetto per generare energia rinnovabile dagli scarti agricoli in Pakistan, esattamente nel distretto di Sanghar, un’area rurale della provincia di Sindh, nella parte centro-orientale del Paese. In questa zona vivono quasi due milioni di persone, coltivando grano, cotone, canna da zucchero, riso e mais. Colture che garantiscono cibo e lavoro alle popolazioni locali.
A latitare è invece l’accesso ad una fonte affidabile di energia per i consumi domestici. Le donne utilizzano legno ed altre biomasse in stufe rudimentali (e rischiose) per cucinare e riscaldare l’acqua per i pasti. L’International Environmental Technology Centre (IETC), con sede in Giappone, in collaborazione con la Mehran University of Engineering and Technology di Jamshoro, ha quantificato gli scarti agricoli presenti nell’area per calcolarne il potenziale energetico.
Sui campi rimanevano ben 2,5 milioni di tonnellate di rifiuti, non tutte utilizzabili però per produrre energia. Quelle disponibili, ad ogni modo, erano capaci di generare energia quanto 1,07 milioni di tonnellate di legna da ardere, soddisfacendo i consumi di circa 400 mila famiglie. I ricercatori hanno poi esaminato l’utilizzo degli scarti agricoli da parte dei contadini e degli allevatori, per evitare conflitti e per non sottrarre materie prime preziose alla popolazione.
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