L’exploit di Internet del 2001, ha come momento topico questa bella canzone di Alex Britti. Una meravigliosa Mina che, comodamente seduta, ci fa cadere dalle nostre sedie meravigliati e commossi.
Promesse mantenute.
- Vi avevano detto che l’Italia sarebbe uscita dalla crisi prima e meglio di altri. Vi hanno dato “il malato d’Europa”, ed il commissariamento da parte dell’Unione europea e della Bce;
- Vi avevano promesso (nel 1994) due aliquote Irpef, al 23 ed al 33 per cento. Non le avete avute;
- Vi avevano promesso (pochi mesi addietro) tre aliquote Irpef, al 20, 30 e 40 per cento, finanziate con l’eliminazione parziale di alcune agevolazioni fiscali, per allargare le basi imponibili ed aumentare il gettito. Avrete l’eliminazione delle agevolazioni fiscali ed assistenziali per fare cassa, ma non le tre aliquote;
- Vi avevano promesso quozienti familiari ed asili nido. Rischiate di avere un taglio lineare del 20 per cento sulle detrazioni per carichi familiari ed asili nido;
- Vi avevano promesso liberalizzazioni, semplificazioni burocratiche e spinta alla crescita della produttività. Rischiate di avere lo spostamento sulle domeniche delle festività “non religiose”;
- Vi avevano promesso l’”anarchia etica”. Vi hanno dato il sondino di Stato;
- Vi avevano promesso liberalizzazioni e libero mercato incastonati nell’articolo 41 della Costituzione. Avrete limiti agli sconti praticabili sui libri;
- Vi avevano promesso l’eliminazione degli ordini professionali. Avete avuto la controriforma dell’Ordine forense;
- Vi avevano detto che il problema d’Italia era l’Unione europea. Oggi nei giorni pari vi dicono che è fondamentale che “La Bce compri i nostri titoli di stato“;
- Vi avevano detto che l’evasione fiscale era giustificata dall’eccessiva pressione fiscale. Irridevano chi diceva che le “tasse sono bellissime”, perché servono a pagare servizi pubblici. Oggi si sono inventati il solve et repete e le campagne di pubblica gogna contro l’evasione fiscale;
- Dicevano che Prodi era un gabelliere, per essersi inventato l’Eurotassa. Oggi parlano anch’essi di eurotassa e di “contributi di solidarietà”;
- Vi avevano promesso il federalismo fiscale. Avrete maggiori tasse locali, in aggiunta a quelle centrali.
e i leghisti che ne pensano?

È un altro “scivolone” in un curriculum movimentato. in origine furono dei falsi (non suoi) e una gita spericolata
la memoria corta della lega.

Un film da vedere: Le idi di marzo.

Di Raffaella Giancristofaro
★★★½
Un racconto morale, sospeso tra cinismo e idealismo, che ambisce alla secchezza e al dialogo intelligente del migliore cinema politico anni ’70: Schlesinger, Lumet, Pakula. Non lo si ricorda mai abbastanza: Clooney è figlio di un giornalista, cresciuto nello show business, abituato a fare pierre e a tenere buone relazioni fin da bambino. E ha sempre respirato politica. Sia quando sorride a comando per gli spot o per le sue interpretazioni gigione o glamour, che quando mette la sua firma come regista, il suo super controllo dei significati si tiene costantemente altissimo. Intanto, come avevo già riportato qui, ha fatto uscire il film molto dopo l’ascesa politica di Obama, per non rovinare quel momento di speranza, oggi ridimensionato. Poi, con correttezza tutta statunitense, ha prestato la sua faccia morbida, da basset hound elegante, a un democratico, non un repubblicano.
Se dovessi definire il film, non userei l’aggettivo “cinico”. Piuttosto, “realistico”, come può esserlo una rappresentazione tragica e sintetica di una realtà ben più articolata. Perché nel mio modo di vedere la politica non ci sono anime belle, ma solo persone – più o meno preparate – che nel migliore dei casi cercano contemporaneamente di mantenere la posizione e risolvere i problemi del cittadino. Che le promesse elettorali vengano puntualmente smentite o per lo meno ridimensionate dai fatti, è una conseguenza del fare politica. Facciamocene una ragione. Non ci sono salvatori (Obama), non ci sono puri liberali, astratti dai propri interessi (Mike Morris), non ci sono giovani subalterni che non ambiscano al potere (Ryan Gosling), non si dà politica senza scontro, guerra, sgambetti, alleanze sciolte e poi riannodate. A seconda della convenienza del momento.