Ritorna Siamese Dreaming rinato in una edizione deluxe. Un disco del 1991 che porta con sè tutta l’insofferenza e la rabbia della generazione x.
Il Video Shock che fa tremare Mc Donald’s.
Ecco come il mc donald’s produce il cibo che tanto amate…anche se non è molto diverso da quello che trovate al supermercato…go veg!!
Sacrifici o fallimento?
Monti: “L’alternativa è tra sacrifici e fallimento”. Per non sbagliare hanno deciso di puntare su entrambi.
Firenze, in marcia contro il razzismo
In prima fila c’erano gli amici di Modou Samb e Mor Diop che hanno esibito le foto dei due senegalesi morti per mano dell’estremista di destra Gianluca Casseri, che ha provocato anche tre feriti. Su un cartello oltre alla foto di Modou c’erano quelle della moglie e della figlia di 13 anni. «Tredici anni senza vedere la sua famiglia», c’era scritto accanto alle immagini «e il suo sogno si è fermato il 13 dicembre».
È partito alle 15 del 17 dicembre 2011 il corteo nazionale antirazzista organizzato dalla comunità dei senegalesi fiorentini per ricordare le vittime dell’attentato razzista.
«Non ha nemmeno visto la sua bambina una volta», ha raccontato con le lacrime agli occhi uno degli amici. Accanto alla foto dell’altra vittima Mor Diop, la scritta: «Perché ha scelto solo i senegalesi al mercato?». Dietro cartelli e striscioni della comunità senegalese fiorentina c’erano i gonfaloni, in primo piano quello della Regione Toscana, della Provincia di Firenze e della Provincia di Prato.
Sono stati centinaia i senegalesi arrivati a piazza Dalmazia, a Firenze, per prendere parte al corteo. Un gruppo si è riunito in preghiera nei giardini dietro il mercato dove il killer ha aperto per la prima volta il fuoco ammazzando Samb Modou e Diop Mor.
CONNAZIONALI IN PREGHIERA. I loro connazionali hanno steso i tappeti a terra e hanno cominciato la lettura del Corano.
Da andare a vedere a Roma.
“Por la alegria vivo, por la alegria lucho, por la alegria muero. Que jamas la tristeza vaya unida a mi nombre”.
Così Alexandro Enrique Gutièrrez, desapericido il 24 luglio del 1978 a 25 anni, vedeva la vita.
In occasione del 63° anniversario della dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, l’ambasciata della Repubblica Argentina in Italia e la facoltà di Scienze della Formazione di Roma hanno organizzato la mostra fotografica “…ellos quieren contarnos” (loro vogliono raccontarci), emozionante testimonianza costruita su alcuni frammenti di storie di vita di coloro che non ci sono più, oggetti raccolti per ricordare i quasi 30.000 desapericidos, vittime innocenti della brutale dittatura argentina che ha governato il paese sudamericano dal 1976 al 1983.
I 50 manifesti in mostra raccontano la storia di una generazione scomparsa partendo dalla loro quotidianità: come vestivano, le poesie che leggevano, le lettere che scrivevano, le foto delle comunioni, dei loro amici, dei loro parenti, dei loro amori giovanili.
Addio Cesaria Evora, diva dai piedi nudi.
Era “la diva dai piedi nudi”, perché amava apparire in scena così, senza scarpe, forse in onore delle sue origini semplici e in ricordo della vita dura che fino a 50 anni non aveva conosciuto fama né successo: Cesaria Evora è morta oggi in un ospedale dell’isola di Sao Vicente, nel nord dell’arcipelago di Capo Verde, dove era nata il 27 agosto di 70 anni fa. L’ultimo compleanno l’aveva festeggiato senza sfarzo con parenti e amici e negli ultimi mesi si sentiva sempre più debole, al punto da aver deciso di non cantare più in pubblico.