Ricercatori nel Regno Unito hanno gettato nuova luce su come le proteine dell’organismo possono combattere il virus dell’immunodeficienza umana (HIV-1). Lo studio, presentato nella rivista Nature, è stato in parte finanziato dal progetto NIMBL (“Nuclease immune mediated brain and Lupus-like conditions: natural history, pathophysiology, diagnostic and therapeutic modalities with application to other disorders of autoimmunity”), che è supportato con 5,4 milioni di euro nell’ambito del tema “Salute” del Settimo programma quadro (7° PQ) dell’UE.
Ricercatori dell’Università di Manchester e dell’Istituto nazionale per la ricerca medica del Medical Research Council nel Regno Unito ci offrono un programma originale di nuovi trattamenti per combattere l’infezione da HIV.
In uno studio precedente, un team di scienziati provenienti da Francia e Stati Uniti aveva osservato che una proteina chiamata SAMHD1 può frenare la replicazione dell’HIV in un gruppo di globuli bianchi chiamati cellule mieloidi. In quest’ultima ricerca, il team britannico ha dimostrato come la SAMHD1 impedisce al virus di riprodursi all’interno di queste cellule, aprendo così la strada allo sviluppo di farmaci che imitano questo processo biologico per assicurare che l’HIV non si possa riprodurre nelle cellule sentinella del sistema immunitario.
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