Il Giappone ha deciso di bandire dai negozi del Paese anche il cereale proveniente dal distretto di Onami. Dopo la carne, il pesce, i funghi ed il tè, ora tocca quindi all’alimento base della dieta nazionale. Nel frattempo, attorno a ciò che rimane della centrale atomica distrutta dallo tsunami dello scorso 11 marzo, continuano i lavori di decontaminazione. Che, secondo l’Atomic Energy Commission, dureranno almeno trent’anni

Per la prima volta dal disastro di Fukushima, il Giappone ha deciso di bandire dai negozi del Paese anche il riso. Si tratta di quello proveniente dal distretto di Onami, bloccato appena prima di finire sul mercato: “Non un singolo chicco di questo riso è in circolazione”, assicurano le autorità nipponiche. Dopo la carne, il pesce, i funghi ed il tè, ora tocca quindi all’alimento base della dieta nazionale. In quello coltivato fino a 60 km dall’impianto di Fukushima Daiichi è stato infatti rilevato cesio radioattivo in quantità ben superiori alla soglia di tolleranza. Nel frattempo, attorno a ciò che rimane della centrale atomica distrutta dallo tsunami dello scorso 11 marzo, continuano i lavori di bonifica. Che, secondo l’Atomic Energy Commission (Aec) giapponese, dureranno almeno trent’anni.