Scoperto in questo organismo monocellulare un meccanismo biochimico relativo ai processi di invecchiamento e ringiovanimento che a differenza di quelli già noti non ha nulla a che vedere con la restrizione calorica.
Modificando un enzima che nel lievito funge da sensore del consumo di energia e agisce anche da “orologio dell’invecchiamento”, un gruppo di ricercatori della Johns Hopkins University e della National Taiwan University è riuscito a manipolare con successo il ciclo di vita di questo organismo unicellulare.
Sebbene la ricerca sia stata condotta sul lievito, ha identificato componenti molecolari di un processo di invecchiamento rilevante anche per la durata della vita negli esseri umani, sottolinea Jef Boeke, che ha diretto lo studio, illustrato in un articolo pubblicato su “Cell”.
“Questo controllo della longevità è indipendente dal meccanismo descritto in passato nel lievito, che riguardava la restrizione calorica”, spiega Boeke. “Riteniamo di disporre per la prima volta di una via biochimica relativa ai processi di invecchiamento e ringiovanimento che non ha nulla a che vedere con la dieta.”
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