In questo pezzo splendido di Springsteen vi è una frase non pubblicata che ne sintetizza alla perfezione il senso: “Per ogni sorriso che si apre c’è una lacrima che scende.”
Non sarò un premier fantoccio. ….forse!
Aritmie cardiache, la nuova cura arriva via internet.
Può sembrare uscito da un libro di fantascienza, ma un medico italiano, il dott. Carlo Pappone dell’Ospedale Privato Accreditato Maria Cecilia Hospital di Cotignola, in provincia di Ravenna, è riuscito ad operare due pazienti a distanza senza bisturi e pinze, ma con un mouse.
L’operazione è avvenuta in anestesia locale, inserendo un elettrocatetere il quale ha raggiunto il cuore, individuato l’area da cui si è originata l’aritmia ed effettuato l’operazione che prende il nome di ablazione della fibrillazione, cioè un isolamento elettrico dell’area che crea il problema, che attraverso l’utilizzo di un catetere, evita l’operazione chirurgica ottenendo gli stessi risultati. Si tratta della prima volta in Italia.
Fascista nell’anima.
Ammazzare randagi e cani per sollevare i comuni dalle spese di gestione degli animali nei canili. Questa la proposta choc del consigliere provinciale Giancarlo Carocci (nella foto a sinistra) di Umbria tricolore, ossia l’alleanza locale e neofascista tra Fiamma tricolore e Forza nuova realizzata qualche mese fa. Ma il Partito animalista fa sapere di avere pronta una denuncia da presentare alla Procura della Repubblica di Perugia contro il neofascista per il reato di istigazione a delinquere. L’idea di Carocci presentata prima in commissione e poi alle telecamere di Mia per la rubrica “La voce degli Animali” (il video dopo il salto) è:
di rivolgersi a un veterinario che con una spesa di 40- 50 euro fa una puntura al cane per ammazzarlo. L’animale non soffre e ci sono meno spese per i comuni e non ci sarebbero animali in giro. L’attuale legge è sbagliata.
Uscire dal nucleare, quanto costerebbe alla Francia?
Quanto costerebbe alla Francia uscire dal nucleare come vorrebbe oltre il 60% dei cittadini? Non di botto, ovviamente, ma gradualmente. Leggo su Le Monde che l’aumento in bolletta si aggirerebbe intorno al 50% in vent’anni riducendo la dipendenza dall’atomo del 50%.
Le stime sono dell’Union française de l’électricité (UFE). La Francia dovrebbe investire nella produzione e nella rete elettrica qualcosa come 383 miliardi di euro da qui al 2030 per compensare una quota del 50% di energia elettrica prodotta dal nucleare, ovvero 60 miliardi di euro in più. Gli investimenti totali si attestano invece a 322 miliardi se si mantiene la dipendenza al 70%.
Per uscire quasi completamente dal nucleare, ovvero ridurre al 20% la dipendenza da qui al 2030, le stime dell’UFE parlano di costi aggiuntivi sugli investimenti complessivi pari a 112 miliardi di euro.