Un classico del rock . Fu registrato in un garage da quattro studenti neri di Los Angels. Anno 1954. Persino io ero piccolo, ma zio Walter lo ballava già alla grande.
Vino e dolci alla marijuana: il business segreto che sta contagiando la California.
Il giro d’affari potrebbe decollare in breve tempo, mentre proseguono le sperimentazioni anche sulla birra
La marijuana non è stata ancora legalizzata nella gran parte degli Stati Uniti, ma questo non ha impedito alle persone di sperimentare stravaganti mix di alimenti o bevande con le droghe leggere. Se non dove in California, uno degli stati meno conformisti del paese, nel quale vino e birra già si sono prestati alla fusione con un estratto liquido di cannabis. Il mix viene fatto decantare per un lungo periodo. Nello specifico, il vino che si ottiene è di colore rosso, ed è soprannominato ‘vino speciale’, ‘vino dell’albero’ oppure ‘vino verde’. La percentuale di marijuana va dai 400 grammi a più di 1,5 kg a barile (220 litri ciascuno). Con effetti assimilabili a quelli dell’assenzio o a quelli di un anestetico enologico.
Al processo di infusione, per scopi medici, si sta affiancando quello per scopi eno-gastronomici. Un mercato potenzialmente molto esteso, rivolto a cultori, e non solo, del consumo di droghe leggere. Bottiglie di vino non contrassegnate sono degustate al termine di cene esclusive, con i produttori che lasciano decantare l’erba in alcuni barili ogni anno. Una pratica, allo stato attuale, clandestina, poiché l’utilizzo della marijuana è consentito negli Stati Uniti solo per realizzare cocktail di medicinali. Tuttora in campo medico, sono 16 paesi, negli Stati Uniti, dove è consentito produrre ‘medibles’ (marijuana medica in forma commestibile o bevibile).
La marijuana non è stata ancora legalizzata nella gran parte degli Stati Uniti, ma questo non ha impedito alle persone di sperimentare stravaganti mix di alimenti o bevande con le droghe leggere. Se non dove in California, uno degli stati meno conformisti del paese, nel quale vino e birra già si sono prestati alla fusione con un estratto liquido di cannabis. Il mix viene fatto decantare per un lungo periodo. Nello specifico, il vino che si ottiene è di colore rosso, ed è soprannominato ‘vino speciale’, ‘vino dell’albero’ oppure ‘vino verde’. La percentuale di marijuana va dai 400 grammi a più di 1,5 kg a barile (220 litri ciascuno). Con effetti assimilabili a quelli dell’assenzio o a quelli di un anestetico enologico.
Al processo di infusione, per scopi medici, si sta affiancando quello per scopi eno-gastronomici. Un mercato potenzialmente molto esteso, rivolto a cultori, e non solo, del consumo di droghe leggere. Bottiglie di vino non contrassegnate sono degustate al termine di cene esclusive, con i produttori che lasciano decantare l’erba in alcuni barili ogni anno. Una pratica, allo stato attuale, clandestina, poiché l’utilizzo della marijuana è consentito negli Stati Uniti solo per realizzare cocktail di medicinali. Tuttora in campo medico, sono 16 paesi, negli Stati Uniti, dove è consentito produrre ‘medibles’ (marijuana medica in forma commestibile o bevibile).
A scanso di equivoci.
Ipoglicemia: svolta nella ricerca.
Un team di scienziati provenienti dal Regno Unito e dalla Francia ha individuato la causa di una rara forma di ipoglicemia potenzialmente letale. Sulla rivista Science gli scienziati spiegano come le loro scoperte potrebbero condurre allo sviluppo di nuove cure farmacologiche per la patologia.
L’ipoglicemia è una malattia relativamente comune normalmente caratterizzata da un eccesso di insulina, che risulta in un abbassamento eccessivo del livello di glucosio ematico; di solito colpisce i pazienti diabetici o soggetti che soffrono di disturbi che causano una sovrapproduzione di insulina. I suoi sintomi possono includere convulsioni e perdita di coscienza.
Si stima però che in 1 su 100.000 neonati si presenti una forma di ipoglicemia molto più grave e a volte letale, aggravata dal fatto che questa versione della patologia non può essere individuata attraverso la presenza di insulina nel sangue. Il trattamento per chi soffre di questa rara patologia consiste nell’impianto di un sondino chirurgico attraverso la parete anteriore dello stomaco per permettere l’alimentazione durante il sonno. Questo impedisce che i livelli di glucosio ematico dei pazienti cadano pericolosamente durante la notte, quando il monitoraggio è difficile e i sintomi spesso passano inosservati.
I ricercatori britannici e francesi hanno ora identificato l’alterazione genetica rara responsabile di questa pericolosa forma di ipoglicemia. Analizzando i codici genetici di tre bambini affetti da questa condizione, nonché i codici dei loro genitori, il team ha individuato un singolo cambiamento nel gene AKT2 come responsabile dell’insorgenza del disturbo.
AKT2 gioca un ruolo fondamentale nella trasmissione del segnale dell’insulina ai tessuti del corpo. Il cambio individuato in AKT2 ha lasciato questo segnale costantemente in parte attivo, anche durante il digiuno quando la sua assenza è essenziale per la produzione epatica di glucosio.
Debiti di sonno nell’adolescenza danneggiano connessioni sinaptiche.
I risultati mostrano che il tempo trascorso svegli può influenzare il numero di sinapsi che si formano o che vengono rimosse nel cervello dell’adolescente
La deprivazione di sonno durante l’adolescenza potrebbe avere conseguenze ben più serie della semplice sonnolenza diurna o della scarsa capacità di attenzione. Secondo un nuovo studio condotto sui topi, verrebbe alterato l’equilibrio di tra formazione e l’eliminazione delle sinapsi cerebrali. “Una possibile implicazione è che la deprivazione di sonno, specialmente quando è cronica, può produrre conseguenze a lungo termine in termini di formazione dei circuiti cerebrali”, ha spiegato Chiara Cirelli, professore associato del dipartimento di Psichiatria della School of Medicine and Public Health dell’Università del Wisconsin-Madison.