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Se il sonno e’ scarso il rischio di sviluppare l’Alzheimer aumenta: lo dimostra uno studio pubblicato su Archives of Neurology in cui i ricercatori della Washington University di St. Louis (Stati Uniti) hanno messo in evidenza che i livelli di beta-amiloide – la proteina che si accumula nel cervello di chi soffre di Alzheimer – variano nel fluido spinale in modo coordinato all’alternarsi tra veglia e sonno, e che nei soggetti affetti dal morbo questa fluttuazione viene annullata. Secondo gli autori, durante il sonno il cervello verrebbe ripulito dalla beta-amiloide proprio attraverso il fluido spinale: migliorare il riposo potrebbe quindi aiutare a ridurre il rischio di sviluppare la patologia.
Il figlio non dorme? Un decalogo per aiutare ad affrontare i disturbi del sonno dei piu’ piccoli arriva dai pediatri alla vigilia dell’apertura, domani al Lingotto di Torino, del congresso nazionale della FIMP, la Federazione dei Medici Pediatri. Il ”buon sonno” – avvertono gli esperti, si costruisce nei primi mesi di vita.
Il genitore, nelle primissime ore della vita del proprio figlio, deve comprendere ed adattarsi ai suoi ritmi, capire come e quando questi vanno modificati o rispettati. Il pediatra deve aiutare il genitore a conoscere l’organizzazione del sonno del bambino. Il ritmo sonno-veglia, invece, si acquista con il passare dei mesi, i genitori devono saper attendere e rispondere ai bisogni del proprio bambino con serenita’ e fiducia.
Ecco, allora cosa consigliano i pediatri: ”Costruite con il bambino un percorso rituale che preceda l’addormentamento: una canzoncina, una fiaba, ma anche la scelta del pigiama o di un oggetto da portare a letto.
E’ importante far addormentare il bambino nella sua stanza e nel suo letto. Evitare di farlo addormentare in braccio o in altri luoghi, associare il suo letto con il sonno.
La discarica di Malagrotta è prossima alla chiusura. Quella che pare essere (ma nessuno è disposto a metterci la firma) “la più grande discarica d’Europa” non potrà più accettare rifiuti dopo il 31 dicembre 2011, l’ultima proroga dell’attività è stata decisa dalla Polverini in barba a tutte le raccomandazioni comunitarie, ma pare sia veramente l’ultima. Poi cosa succederà?
Il pericolo è che Roma, con un ciclo dei rifiuti poco organizzato, livelli di raccolta differenziata (sotto il 25%) non soddisfacenti e quindi una necessità atavica di discariche e del contestato nuovo inceneritore di Albano, vada “in emergenza” seguendo il modello meno virtuoso di gestione dei rifiuti in assoluto: quello napoletano.
Manlio Cerroni, il “re della monnezza” romana, proprietario dei terreni di Malagrotta è pronto ad offrire l’ennesima alternativa alla sua discarica da 33 milioni e 663 mila tonnellate di rifiuti. I lavori di preparazione del nuovo invaso di Pizzo del Prete, nei pressi di Fiumicino, sono ancora in alto mare e l’avvocato è pronto ad offrire un altro suo terreno, non molto distante da Malagrotta, a Monti dell’Ortaccio.
Cerroni parla di un grande parco da costruire sopra la sua amata discarica, ma i risultati di un’indagine dell’Ispra parlano chiaro: a Malagrotta si “evidenzia una contaminazione diffusa delle acque sotterranee, esterne ed interne al sito, da parte di metalli e inquinanti“. La politica è, come al solito, in confusione, preda di recriminazioni incrociate.