27 anni fa, esattamente il 18 settembre 1984 moriva RICCARDO LOMBARDI. Mi definivo Lombardiano e per questo non riuscivo a contare niente nel vecchio PSI, ma mi sentivo orgoglioso di appartenere ad una corrente del partito che faceva del rigore politico, della correttezza e della lealtà la propria arma vincente. Come dimenticare un personaggio così bello e autenticamente socialista?
I compagni socialisti e dell’intera Sinistra italiana non lo dimenticheranno mai.
Crebbe orfano dall’età di 3 anni, figlio di un capitano toscano dei Carabinieri proveniente dalla gavetta e deceduto a causa di servizio in Sicilia, dove aveva sposato Maria Marraro. Ricevette l’educazione media dai Gesuiti presso il Collegio Pennisi di Acireale. Durante gli studi al Politecnico di Milano, dove si laureò in Ingegneria Industriale, aderì al Partito Popolare Italiano di don Luigi Sturzo. Simpatizzò poi per il Partito Cristiano del Lavoro, fondato nel 1920 dagli esponenti di sinistra del Partito Popolare Italiano nel quale fu seguace di Guido Miglioli. Partecipò ad alcune azioni degli Arditi del popolo, tra cui la difesa del giornale L’Avanti! dall’assalto dei fascisti. Nel 1923 collaborò con Il Domani d’Italia, giornale della sinistra cattolica. Quando il cattolicesimo italiano rinunciò ad opporsi attivamente al fascismo egli si avvicinò alla cultura marxista. Dopo la soppressione dei partiti politici decretata il 5 novembre del 1926 continuò a partecipare all’attività clandestina con esponenti antifascisti di varie tendenze. Di conseguenza, nel 1930, a seguito di un’azione di volantinaggio fu arrestato torturato nella sede del Fascio. Non si riprenderà mai completamente dai postumi delle violenze.
Fu deputato ininterrottamente dal 1948 al 1983. Diresse l’organo ufficiale Avanti! nel 1949-1950 e di nuovo nel 1963-1964.