Alternativa alla sperimentazione su animali: cellule umane coltivate in laboratorio.
La legislazione europea limita la sperimentazione sugli animali in campo cosmetico e le aziende sono alla ricerca di sistemi alternativi per garantire la sicurezza dei prodotti.
La legislazione europea limita la sperimentazione sugli animali in campo farmaceutico e cosmetico e le aziende sono sempre più alla ricerca di sistemi alternativi per garantire la sicurezza dei loro prodotti.
Una ricerca in corso di stampa sulla rivista on line BMC Genomics dimostra che la risposta di cellule umane coltivate in laboratorio può essere utilizzata per classificare le sostanze chimiche, ai fini dello sviluppo di una dermatite da contatto, come sensibilizzanti o non-sensibilizzanti, e può anche prevedere l’intensità dell’eventuale risposta allergica, fornendo una alternativa alla sperimentazione animale in questo ambito.
Il grasso del cuoio capelluto aiuta la ricrescita dei capelli.
Secondo i ricercatori dell’Università di Yale (New Haven, Stati Uniti) le cellule di grasso presenti nel cuoio capelluto sono la fonte delle molecole che promuovono la crescita dei capelli.
La notizia, pubblicata dalla rivista Cell, apre nuove strade per invertire il fenomeno della calvizie. Gli studiosi hanno dimostrato che gli adipociti presenti nella pelle si rigenerano parallelamente al ciclo di crescita del capello: i loro precursori quadruplicano infatti quando il follicolo pilifero – la struttura da cui origina il capello – inizia a crescere.
Corinne Lepage eurodeputata racconta il silenzio che uccide a Fukushima Daiichi.
Alla centrale di Fukushima Daiichi l’incidente nucleare, innescato dal terremoto e tsunami dello scorso 11 marzo è tutt’ora in corso. Mi preme specificarlo perché sembra che la notizia essendo sparita dai mainstream nazionali sia anche sparita dalla realtà. Purtroppo per i giapponesi e noi tutti non è così.
Corinne Lepage , coraggiosa eurodeputata francese (nonché ex ministro per l’Ambiente con il governo di destra di Juppé) ha visitato la Prefettura di Fukushima dal 29 agosto al 2 settembre e dell’esperienza riporta una testimonianza allarmante. Ne scrive su Rue89 (De retour de Fukushima, où le silence et les mensonges tuent – Ritorno da Fukushima dove il silenzio e le bugie uccidono) e ha rilasciato una breve intervista a 20minutes.
Oggi il Giappone è un paese che nonostante tutto prova a reagire: ad esempio hanno ridotto drasticamente i consumi elettrici. Il punto, però, è che nessuno materialmente li aiuta. Sono lasciati al loro destino sopratutto i residenti della Prefettura di Fukushima a cui non sono state date informazioni né indennizzi per abbandonare la zona contaminata. Ricevono per ora solo false rassicurazioni mentre all’aeroporto di Tokyo sono bloccati ancora 40mila dosimetri per cui ancora troppe persone non conoscono di fatto a quale livello di radiazioni sono sottoposte. Non è migliore l’informazione che giunge in Francia, spiega l’eurodeputata, poiché le notizie sono filtrate dalle lobby del nucleare per cui la verità ci viene nascosta. Lepage è riuscita a fotografare la situazione visitando i luoghi e parlando con le persone e toccando con mano come si vive a Fukushima.
Secondo l’EPIA nel 2013 l’energia solare può costare già come quella convenzionale
Già nel 2013 l’energia fotovoltaica potrebbe costare quanto quella prodotta da fonti convenzionali, con l’Italia in testa. La conclusione di uno studio sui mercati dei principali paesi europei pubblicato dalla EPIA (Associazione europea delle industrie del fotovoltaico) è convinto che l’energia solare sia già oggi più conveniente di quanto pensano in molti, troppi, compresi alcuni dei leader politici più influenti del vecchio continente.
Il traguardo della piena parità di costi di produzione dell’energia fra i combustibili fossili e il solare nel 2020 sarebbe più a portata di mano di quanto immaginato. Negli ultimi 20 i costi di produzioni del fotovoltaico sono diminuiti costantemente, ma hanno la potenzialità di scendere di un altro 50% entro la fine del decennio, ma secondo l’EPIA l’energia elettrica fotovoltaica potrebbe costare dagli 8 ai 18 cent per KWh entro il 2020.
Già oggi in Germania produce dal carbone a 9 cent di euro e questo costo è previsto in salita grazie alle normative ambientali più stringenti e ai costi per le emissioni di CO2. Il presidente di Epia, Ingmar Wilhelm, è convinto e parla di “esempio italiano da seguire“: