Quando le amebe Dictyostelium formano degli aggregati per produrre un corpo fruttifero e le spore, scelgono di farlo con le amebe geneticamente più simili
La capacità di distinguere fra sé e non-sé è essenziale negli animali cellulari per potersi difendere dalle infezioni, ma anche in organismi più semplici può essere di grande importanza per la sopravvivenza, come nel caso dell’ameba sociale Dictyostelium discoideum.
Normalmente Dictyostelium esiste come singola cellula, ma se l’ambiente si impoverisce di nutrienti, queste amebe formano degli aggregati che poi formano dei corpi fruttiferi in grado di produrre spore con i loro geni, che si svilupperanno solo una volta che le condizioni ambientali siano tornate favorevoli. Nella formazione di questi aggregati, le amebe preferiscono unirsi ad altre amebe “parenti”, ossia con quelle a loro geneticamente più simili.Ora, come raccontano in un articolo pubblicato su Science Express, i ricercatori del Baylor College of Medicine hanno identificato la “chiave” genetica che consente all’ameba di distinguere fra gli organismi geneticamente più affini e meno.
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