Convinti che il flop dei primi due singoli del gruppo fosse da imputare alla loro immagine troppo “pulitina” e rassicurante – e pressati dalla loro etichetta, la Pye, che reclamava una hit – nell’estate del 1964 i Kinks entrarono in studio decisi a giocarsi il tutto per tutto. L’asso nella manica era un pezzo assai rabbioso, scritto da Ray Davies al piano, a casa dei genitori. La prima versione risultò però ancora troppo blanda e levigata, così la band dovette farsi prestare 200 sterline per poter prenotare una nuova session di registrazione – mentre il 17enne chitarrista Dave Davies usò un rasoio sul cono del suo amplificatore fino a ottenere quell’inconfondibile riff “sporco” che apre il pezzo. «Noi veniamo dalla working class inglese», spiegò una vota Ray Davies, «e ciò che You Really Got Me voleva rappresentare era appunto la capacità del proletariato di combattere per ciò in cui crede, fosse anche solo la propria esistenza quotidiana». Il pezzo, pur essendo riconducibile allo stile garage rock, è considerato un antesignano dell’heavy metal. Nel 1978 i Van Halen ne fecero una cover che li lanciò internazionalmente.
Ho votato. Che soddisfazione!
Con tutte quelle schede non sapevo dove mettere si e dove invece mettere si.
Forse ce la facciamo. Toccate ferro.
ALLE 19.30. Al secondo aggiornamento si registra un’affluenza di poco superiore al 28% così suddivisa: 29.1% per il quesito sulla privatizzazione, 28.9% sulla gestione profitti dell’acqua, 28.3% sull’energia nucleare, 28.4% sul legittimo impedimento. Dal 2003, anno in cui si è cominciato a fornire i dati di aggiornamento anche alle 19, sono stati quattri i referendum proposti. Soltanto in un caso si è raggiunto il quorum: era il 2006 e alle 19 aveva votato circa il 22% degli italiani. Il referendum passò con il 52,5% di voti.
Samsung Galaxy Tab prende in giro iPad in uno spot
Ci vorrà probabilmente parecchio tempo prima di sapere chi ha copiato da chi, ma la tribolata relazione tra Samsung ed Apple nel comparto tablet inizia a dare i suoi primi, divertenti frutti. Dopo le denunce e gli avvocati, ora la guerra si sposta sul marketing e l’offensiva prende le forme di uno spot.
Poiché -a differenza dell’iPad– supporta Adobe Flash, questa è la velata allusione, il Galaxy Tab “non vi abbandonerà mai”. E poi, prosegue la réclame, “è tempo di andare avanti” (ovviamente rispetto all’iPad) e di passare ad un dispositivo migliore (sempre rispetto all’iPad) per schermo, Web video, multitasking e gaming. “E’ tempo di passare al Tab.”
A parte il lato guascone, è pur sempre una buona notizia quando due agguerrite società come Apple e Samsung si contendono tanto aspramente gli utenti: sembra quasi di essere corteggiati. Un corteggiamento di circostanza e d’interesse, s’intende, ma noi ci guadagniamo per lo meno prodotti migliori, quindi ben vengano spot e scaramucce.