Piazza Tienanmen 22 anni dopo.

Nella primavera del 1989 a Pechino gli studenti lottavano per il sogno democratico e guardavano con fiducia all’avanzare di Gorbaciov nell’Europa dell’Est, che lo condusse fino in Cina. La disfatta del leader russo, che fu rovesciato, trascinò la nazione, nelle mani di Eltsin, in una spirale di violenza. Fu l’inizio delle guerre in Cecenia. La democrazia divenne un fantasma, ancor di più in Cina, dove il movimento studentesco fu represso nel sangue, diritti calpestati e libertà negate che consentiranno la realizzazione del miracolo economico cinese di oggi. Una repressione feroce, violenta e da sempre rimossa, quella del massacro di Tienanmen, tanto da rendere difficile anche un bilancio certo delle vittime: la Cia parla di  800 morti, per la Croce Rossa sono stati 2.600, almeno più di mille per Amnesty International.

A marzo di quest’anno il gruppo delle “Madri di Tienanmen” aveva chiesto nuovamente l’apertura di una inchiesta sulla repressione del giugno 1989 in cui morirono gli studenti, una delle poche voci che ancora si levano per chiedere giustizia e democrazia. La richiesta e’ contenuta in una lettera aperta diffusa dal sito www.tiananmenmother.org e indirizzata al Congresso Nazionale del Popolo. 22 anni dopo, saranno migliaia le persone che ricorderanno a Hong Kong il massacro di Tienanmen. “Speriamo di portare in piazza almeno lo stesso numero di persone di un anno fa, se non piu’ alto”, ha spiegato Lee Cheuk-yan, presidente del Movimento patriottico democratico cinese, facendo riferimento ai 150.000 manifestanti che riempirono il parco Vittoria.

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