Sono un po’ tipo i Simpson. Anche il loro show, figlio (esasperato) degli anni ’80, ha sempre vissuto sullo smarcarsi, sul recitare la parte delle birbette delle multinazionali Mtv o Fox. Ma come i Simpson, i Beastie sono oggi un’autocelebrazione permanente: sappiamo tutti che ad avere un vero valore, più che le nuove puntate, è ciò che hanno rappresentato, l’angolo visuale che quando è apparso sulla scena è stato riconosciuto come nuovo e spiazzante. Poi, anche la produzione attuale denota livello minimo sempre elevato, continuità con la propria parabola, capacità di giocare le solite volée senza apparente sforzo. Non è da tutti.
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