Si, pronto, eccomi qui…sono il partigiano Vendola. Abbiamo liberato Milano». Un fiume in piena, sul palco in piazza Duomo, in tv, e adesso al telefono. Poi, silenzio. All’improvviso.
Nichi Vendola, è ancora al telefono?
«Sì, sì è che… mi sono commosso e sa da dove arriva questa emozione?».
Dalla vittoria?
«Da un fatto personale. Era troppo tempo che la passione politica si nutriva di dolore per ragioni metapolitiche: era il dolore di dover ascoltare le parole grevi, squallide e volgari della peggior classe dirigente che l’Italia ha avuto nella storia repubblicana».
E lei ritiene che con questi ballottaggi questa stagione sia definitivamente archiviata?
«La gente glielo ha detto chiaro e tondo, da ogni latitudine del Paese. Gli ha detto: “Basta, siete intollerabili, insopportabili”»….
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