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Stenosi aortica: studio accende speranze sulla cura della patologia.
Una nuova ricerca mostra come molecola che causa infiammazioni ha un ruolo fondamentale nello sviluppo di una malattia della valvola cardiaca chiamata stenosi aortica. I risultati, pubblicati sulla rivista Circulation, suggeriscono che le medicine antinfiammatorie potrebbero essere usate per rallentare il progredire della malattia.
Quando il sangue scorre dal cuore verso l’aorta (il principale vaso sanguigno che porta dal cuore verso il resto del corpo), deve passare attraverso la valvola aortica. La stenosi aortica si presenta quando questa valvola non si apre completamente, diminuendo concretamente il flusso del sangue dal cuore. È la più comune malattia delle valvole del cuore.
Questa patologia è più diffusa tra gli anziani, nei quali un accumulo di depositi di calcio restringe la valvola. Alcune persone però sono nate con questo problema e altre lo sviluppano in seguito a un accesso di febbre reumatica. È più comune negli uomini che nelle donne.
I sintomi della stenosi aortica consistono in affanno, dolore al torace, svenimenti, debolezza e palpitazioni. Attualmente l’unica terapia consiste in un intervento chirurgico per sostituire la valvola danneggiata. Se non si interviene, la prognosi per i pazienti che hanno sviluppato i sintomi è cattiva. I ricercatori sono quindi impegnati per trovare farmaci che potrebbero rallentare o persino fermare il progredire della malattia.
Terremoto Giappone, Nucleare: il punto della situazione a dieci giorni dal sisma
Gli interventi nell’area nord est del Giappone, colpita dal terremoto – tsunami di venerdì 11 marzo, proseguono senza sosta. Mentre il bilancio delle vittime si fa più grave di ora in ora, alcune notizie provenienti da Fukushima fanno ben sperare. Notizie meno buone, al contrario, sul fronte delle contaminazioni radioattive. Intanto, si stilano le prime cifre dei danni provocati dalla catastrofe e sui tempi di ripresa della Nazione. Ecco un aggiornamento della situazione.
Fukushima: situazione ancora instabile. Riallacciati i cavi elettrici, ma l’allarme resta
Ieri, il Governo di Tokyo aveva annunciato che, comunque vadano gli interventi, una volta superata l’emergenza la centrale atomica di Fukushima sarà smantellata. Restano molto difficili le condizioni di lavoro dei tecnici che, nei giorni scorsi, avevano accettato in maniera volontaria di restare all’interno della centrale per domare le fuoriuscite di fumo causate dal surriscaldamento dei reattori, e le esplosioni che si erano verificate nell’impianto.
Nucleare e acqua pubblica: si scalda la macchina referendaria
Si inizia a far sul serio per i referendum di inizio giugno su nucleare e acqua pubblica (ai quali si aggiunge quello sul legittimo impedimento): i comitato del sì e quelli del no hanno cominciato a muoversi e preparano le prime iniziative. Partiamo dall’acqua: il comitato Acqua Bene Comune, promotore del referendum, ha indetto una manifestazione nazionale per sabato 26 marzo a Roma e cerca di far coppia con i promotori della consultazione antinucleare:
Sabato 26 marzo il popolo dell’acqua ha indetto a Roma una grande manifestazione nazionale per 2 SI’ ai referendum per l’acqua bene comune, per il SI’ per fermare il nucleare, per la difesa dei beni comuni, dei diritti e della democrazia. Una piazza per l’acqua, una piazza per la vita.Questi referendum sono fondamentali per tutte le donne e uomini che guardano ad un altro modello di società, di sviluppo e al futuro del pianeta
Giugliano: avvelenati 12 pozzi di acqua ma l’agricoltura non si ferma.
Pozzi d’acqua avvelenati, a rischio le falde acquifere e disastro ambientale entro il 2064. Questo lo scenario da incubo che tocca Giugliano comune-paesone alle porte di Napoli, nel cuore della Terra dei fuochi. Secondo le ultime analisi dell’Arpac sono avvelenati 12 pozzi di acqua e con sostanze cancerogene, dove si è trovato tricloro e il tetracloro etilene che arriverebbero anche dall’Acna di Cengio. Nella zona coltivazioni di pesche, mele annurche, peperoni, broccoli, fragole, susine. Ma il sindaco Giovanni Pianese rassicura che non ci sono problemi:
I nostri prodotti sono costantemente monitorati dalle industrie che li comprano per surgelarli e i risultati hanno sempre mostrato che non sono pericolosi.
Berlusconi fischiato a Torino.
Il premier è arrivato nel tardo pomeriggio per la presentazione del candidato sindaco del centrodestra. Blindato il centro della città, intorno al Principi di Piemonte. L’inno di Mameli intonato contro il presidente del Consiglio
Sono qualche centinaio i manifestanti – ma nel corso della serata hanno superato i cinquecento – che sono riusciti ad arrivare a pochi metri dall’hotel Principi di Piemonte dove Silvio Berlusconi sta presentando ufficialmente la candidatura di Michele Coppola a sindaco per il Pdl e dove più tardi è in programma una cena elettorale alla quale partecipano 250 imprenditori piemontesi che hanno pagato per partecipare 500 euro a testa. La folla fuori urla e fischia assiepata contro il blocco formato da agenti in tenuta antisommossa e camionette della polizia. Sono scoppiati anche alcuni petardi e i manifestanti sono stati raggiunti da un gruppo che suona tamburi e fischietti e che scandisce il ritmo degli slogan contro il premier. Risuonano slogan come “arrestatelo”, “fuori la mafia dallo stato”, “dimissioni, dimissioni”. La situazione si fa ogni minuto più tesa. Centinaia di poliziotti in tenuta antisommossa circondano l’isolato e con le camionette sono salite sui marciapiedi sotto i portici per bloccare il passaggio di auto e persone.
La base del PDL contro la guerra.

Interventisti a sinistra, ‘pacifisti’ a destra. Le parti si rovesciano. La politica cambia velocemente e così l’intervento militare in Libia riceve l’ok dalla base dei ‘progressisti’ del Pd e suscita dubbi tra i ‘conservatori’ del Pdl.
Il web rivela gli umori della base dei due principali partiti italiani, sovvertendo schemi basati su tradizioni ed eredità politiche. Il governo annuncia la propria adesione alla ‘coalizione dei volenterosi’, e i giovani del Pdl su ‘Spazio Azzurri’, il blog che raccoglie gli sfoghi telematici dei berlusconiani, esprimono il loro netto dissenso.
«No all’intervento in Libia! Non per vigliaccheria ma almeno per coerenza», scrive Angela. «I diritti umani non sono forse calpestati anche in Arabia, Yemen, Siria, Nigeria, Costa d’Avorio…..? Interveniamo pure lì?», fa eco un utente che si firma ‘basta ipocrisie’…
Non voci isolate ma un flusso web di proteste. «Cos’è sta smania di intervenire in Libia? Saranno affaracci loro interni? Anche in Yemen e Arabia sparano sul popolo, interveniamo pure là?», scrive ‘mm’. ‘Trio Lescano’ si chiede «Che vi ha fatto Gheddafi? Ci ha dato gas e petrolio, combatte terrorismo e i clandestini. Che volete?».
Libia, B: “Serve diverso coordinamento”
Il premier: “Il comando passi all’alleanza Atlantica”. Frattini: “Se decidono Francia e Gran Bretagna ci riprendiamo le basi”. Juppé: “Non ci sono alternative”. La risoluzione Onu fa litigare pure Putin e Medvedev. Gheddafi spara sulla folla a Misurata: 40 vittime.
Terzo giorno di guerra contro la Libia del Colonnello. Il Paese è di nuovo sotto il fuoco alleato che ha colpito le basi aeree delle forze lealiste e altri obiettivi militari (leggi la cronaca in diretta). Le bombe della coalizione hanno centrato un edificio nella residenza-bunker del Rais. Utilizzati anche gli aerei americani B-2, i famosi bombardieri invisibili. L’operazione “Odissea all’alba” per il momento coinvolge America, Francia, Gran Bretagna, Italia e Canada. Anche il nostro Paese partecipa alle azioni di guerra: ieri i Tornado dell’areonautica militare hanno bombardato obiettivi strategici nel paese nordafricano. Continuano anche i messaggi di Gheddafi. Ieri il secondo intervento dall’inizio delle ostilità (guarda il video e leggi il comunicato): “A tutti i libici sono state distribuite armi. il Paese è pronto ad affrontare una lunga guerra”. Tripoli ha annunciato che non coopererà più nella lotta all’immigrazione clandestina. Si complica anche lo scacchiere politico internazionale (leggi) con Unione africana, Russia, Cina e India che prendono le distanze e condannano i bombardamenti. E’ giallo sul rimorchiatore italiano con a bordo libici armati. L’imbarcazione, che nel pomeriggio si è allontanata da Tripoli, ha interrotto le comunicazioni (leggi)