Scontro sul federalismo tra governo e regioni, con quest’ultime che accusano Calderoli e soci di non aver rispettato i patti sul trasporto pubblico locale e gli ammortizzatori in deroga, ha praticamente fatto scomparire un altro scoglio sul quale l’intesa governo e Conferenza delle Regioni si infrange ormai ad ogni nuovo giro di boa: il nucleare.
In un comunicato la Conferenza delle Regioni informa che «A maggioranza delle Regioni ha espresso un parere negativo sul decreto legislativo del governo che riguarda i criteri di localizzazione degli impianti nucleari e dei depositi di rifiuti, corretto dopo i rilievi della Corte costituzionale».
Le regioni erano chiamate ad esprimere un parere nella Conferenza Unifica del 3 marzo sullo stesso testo in questi giorni all’esame del Parlamento. Le posizioni sul nucleare sono, come noto, differenziate. Nella Conferenza delle Regioni ha dato parere negativo un fronte bipartisan formato da Emilia Romagna, Marche, Basilicata, Toscana, Liguria, Molise, Puglia, Umbria, Calabria, Sicilia, Sardegna, Valle d’Aosta, «In considerazione della perdurante assenza di un tavolo nazionale nel quale esaminare ed eventualmente condividere una comune strategia energetica» . A favore, con l’accoglimento di emendamenti già presentati in sede tecnica, solo Lombardia, Veneto, Piemonte e Campania.