I Green Day nascono nel 1989 a Berkeley, una piccola città non lontana da San Francisco, ma la formazione iniziale è composta da Billie Joe Armstrong (che, pur condividendone il cognome, non è parente del cantante Tim Armstrong, leader dei Rancid) , Mike Dirnt, e John Kiffmeyer, detto Al Sobrante.
Billie e Mike decidono di fondare una band chiamata Sweet Children, e scoprono il 924 Gilman Street,un club indipendente dove si esibivano tutte le giovani punk band locali. Faranno dei provini per suonare, ma all’inizio non saranno presi a causa del loro sound reputato troppo leggero in confronto alle altre band. Le cose cambiano quando fa il suo ingresso nel gruppo John Kiffmeyer, detto Al Sobrante (ex-batterista degli Isocracy). Al si occuperà di organizzare concerti per la giovane band, e sarà proprio lui a chiamare Lawrence Livermore, titolare della Lookout! Records un’etichetta indipendente per cui suonavano molte altre band della bay area tra cui gli allora famosissimi Operation Ivy, e invitarlo ad un loro concerto.
Nel 1987 gli Sweet Children organizzano il loro primo concerto al Rod’s Hickory Pit a Vallejo, in California, locale dove lavora la madre di Armstrong. Nel 1988 il nome del gruppo cambia in Green Day (il termine in slang americano significa giornata passata a farsi le canne)[5]. Pubblicano il primo EP omonimo per la Lookout! Records e nel 1989 la band stampa l’EP, 1,000 Hours.
Riscosso un discreto successo con l’album d’esordio 39/Smooth e Slappy entrambi del 1990 (pubblicati successivamente in versione CD insieme a 1,000 Hours con il nome di 1,039/Smoothed Out Slappy Hours), i Green Day cambiano batterista, sostituendo Al Sobrante, che lascia la band per motivi di studio, con Frank Edwin Wright III, in arte Trè Cool, il quale era anche l’ex-insegnante di batteria del membro uscente, oltre ad essere stato componente dei Lookouts.
Dopo un tour attraverso gli USA con il furgone del padre di Trè Cool, i Green Day incidono nel 1991 Kerplunk!, il quale avrebbe garantito alla band l’attenzione delle major. Il disco infatti ottiene, con 55.000 copie vendute, un successo di pubblico superiore alla aspettative, e grazie ad esso i Green Day acquistano notorietà anche in Europa.
La band riceve un Grammy per American Idiot come Miglior Album Rock e agli MTV Video Music Awards del 2005 vince ben 7 premi degli 8 ai quali era candidata.