Don Peppino fa lo sciopero della fame contro i tagli del governo.

Il parroco, a capo di ‘Irene 95’, cooperativa che presta assistenza domiciliare agli anziani e ai disabili, è in sciopero della fame da più di una settimana. Contesta “la regione Campania e il comune di Napoli che non versano fondi da ben due anni, rischiando il blocco totale dei servizi” 

NAPOLI – Lo sciopero della fame di don Peppino Gambardella, parroco settantenne della chiesa di San Felice in Pincis, a Pomigliano d’Arco (Napoli), va avanti da più di una settimana.   Così la messa di Natale ha deciso di celebrarla dentro i magazzini di un’azienda di servizi dove è stato raggiunto l’accordo per salvare 37 posti di lavoro a rischio. I magazzini dell’Enam, la società a capitale pubblico che gestisce il servizio di igiene urbana a Pomigliano d’Arco. 

“Faccio lo sciopero della fame per difendere le politiche sociali”, ha spiegato don Peppino che protesta “contro i tagli dei fondi alle politiche sociali che sono fondamentali per il nostro Paese”. Il parroco è a capo di ‘Irene 95’, una cooperativa che presta assistenza domiciliare agli anziani e ai disabili, e svolge un lavoro costante a sostegno delle famiglie. Dal 14 dicembre, insieme ad altri venti rappresentanti di organizzazioni del Terzo settore della Campania, ha avviato lo sciopero della fame. Si concede solo liquidi: latte, acqua, succhi.

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