E’ Natale! Un buon natale a tutti i compagni malgrado tutto.
Genomi fossili di tre miliardi di anni ricostruiti.
Ricostruire il quadro dell’evoluzione della vita prima della cosiddetta esplosione del Cambriano, 580 milioni di anni fa, è estremamente difficile, dato che ben raramente gli organismi a corpo molle vissuti nei tre miliardi di anni precedenti hanno lasciato reperti fossili. La traccia più sicura è di fatto il DNA che, sia pure con molti cambiamenti, gli organismi si sono tramandati di generazione in generazione.
Proprio seguendo queste tracce alcuni biologi computazionali del MIT hanno cercato di ricostruire i genomi e l’evoluzione delle prime forme di vita.
Come illustrano Eric Alm e Lawrence David in un articolo su Nature, essi hanno combinato le informazioni conservate nelle sempre più estese banche del genoma con un nuovo modello matematico che tenesse conto del modo in cui i geni evolvono: nuove famiglie geniche possono svilupparsi e venire ereditate; altri geni possono essere scambiati e trasferiti orizzontalmente fra differenti organismi; altri ancora possono venire duplicati all’interno di uno stesso genoma e, infine, alcuni possono andare persi.
Opel Ampera auto elettrica con generatore a benzina (ma non è ibrida).
Tra un mesetto a Detroit si terrà il NAIAS, il Salone internazionale dell’automobile. Molte delle novità riguarderanno le auto elettriche che copiose saranno sul mercato appunto tra la prima metà del 2011 e il 2012. Tra le novità la Opel Ampera E-REV (in vendita dall’ultimo trimestre 2011) ossia auto sì elettrica ma con motore termico a benzina, ma non è un ibrida. Le nuove versioni della Chevrolet Volt (per il mercato americano e prodotta proprio a Detroit) e Opel Ampera (per il mercato europeo) saranno in vendita dal 2015.
Opel Ampera
A proposito del motore a benzina, spiega Opel:
Il generatore a benzina funge invece da fonte secondaria, generando energia elettrica quando la batteria è scarica ed assicura un’autonomia di oltre 500 km.
Il pannello fotovoltaico che funziona anche al buio.
Il titolo non tragga in inganno: si tratta soltanto di una ricerca e non di una tecnologia già in uso. A studiare questi particolari sistemi di celle solari nanotecnologiche capaci di funzionare anche la notte, sono dei ricercatori americani dell’Idaho National Laboratory. Il modulo solare si basa su un principio semplicissimo ovvero sul fatto che più della metà dell’irradiazione proveniente dal sole si trova nello spettro dell’infrarosso la cui energia durante il giorno viene assorbita dalla superficie terrestre, mentre di notte viene rilasciata sotto forma di calore.
Il funzionamento di questi moduli solari parte proprio da questa osservazione. Per comprenderlo toglietevi dalla testa lo schema dei comuni pannelli fotovoltaici, questi nuovi prototipi hanno infatti caratteristiche completamente differenti. Mentre i classici moduli producono energia assorbendo fotoni e rilasciando elettroni, questi sarebbero invece capaci di catturare l’energia con delle piccolissime antenne che, colpite dalla radiazione infrarossa, entrano in risonanza generando corrente alternata.
Purtroppo allo stato attuale delle cose l’applicabilità è rallentata da due problemi particolarmente ostici da superare. Innanzitutto la corrente che viene generata da queste antenne è ad altissima frequenza, quindi per poter essere utilizzata è necessario trasformarla previamente in corrente continua. Per far questo si stanno testando dei particolari diodi che permettano questo passaggio, ma ancora non si è arrivati a definire dei modelli affidabili al 100%.
Il compagno Violante chiede e Alfano manda gli ispettori.
Manuela Fasolato da tempo si occupa della centrale Enel di Porto Tolle. Ma Luciano Violante, che presiede una associazione fondata dalla stessa Enel non gradisce. E ora il ministro chiede sanzioni.
Nel gennaio di quest’anno il deputato del Pd si lamenta: “Il ministro della Giustizia dovrebbe fare delle ispezioni, e capire se un’autorità giudiziaria può compiere un atto di questo genere”. Detto fatto, nel giro di due settimane, Alfano manda gli ispettori, capitanati da Arcibaldo Miller, il cui nome finirà poi nelle carte delle inchieste sulla P3, a controllare l’attività di Manuela Fasolato. Il magistrato da anni indaga sulla centrale Enel costruita sul delta del Po, oggi in attesa di essere riconvertita da olio combustibile a carbone. Studia le correlazioni tra le emissioni in atmosfera e le malattie degli abitanti della zona. Porta in tribunale i vertici della società. Ma per il ministero non dovrebbe lavorare, visto che gode dell'”esonero totale” dall’attività giudiziaria “in quanto componente della commissione esaminatrice nell’ambito del concorso per 350 posti da uditore giudiziario”. E ora Alfano chiede alla procura generale presso la Cassazione di indagare su di lei .