Archive for novembre 28th, 2010

novembre 28, 2010

Gotan project – La revancha del tango

Gotan Project è un gruppo musicale formato nel 1999 dal francese Philippe Cohen Solal (tastiere), dallo svizzero Christophe H. Müller (programmazione strumenti elettronici) e dall’argentino Eduardo Makaroff (chitarra ed alcuni strumenti a corda). La formazione di base si avvale inoltre della collaborazione di alcuni musicisti argentini, tra i quali il pianista Gustavo Beytelmann e la cantante Cristina Vilallonga.

Lo stile musicale è il tango, di cui la parola gotan è una traduzione in lunfardo, ma con basi ritmiche tipiche della musica elettronica e house; ne risulta una miscela tra vecchi strumenti tradizionali del tango argentino, come il bandoneón, ed alcuni nuovi strumenti musicali, come campionatori e drum machine.

Le prime apparizioni risalgono al 1999, quando una loro cover di Last Tango in Paris, brano di Gato Barbieri, viene inserita nella compilation Hotel Costes, selezionata dal noto DJ Stéphane Pompougnac. Molti dei DJ più quotati iniziarono ad inserire pezzi dei Gotan Project nelle loro playlist, o ne realizzarono remix di gran successo. Alcuni di loro verranno poi citati nel brano Chunga’s revenge, cover di un brano di Frank Zappa.

Nel 2001 pubblicano l’album La Revancha del Tango, che ha venduto oltre 1.000.000 di copie.

novembre 28, 2010

Cosa pensano gli americani di Berlusconi.

”Incapace, vanitoso e inefficace come leader europeo moderno”: questo il giudizio dell’incaricata d;’affari americana a Roma Elizabeth Dibble sul presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Il presidente del Consiglio italiano e’ un leader ”fisicamente e politicamente debole” le cui ”frequenti lunghe nottate e l’inclinazione ai party significano che non si riposa a sufficienza”. Lo afferma l’incaricata d’affari americana a Roma Elisabeth Dibble in un documento inviato a Washington e reso noto da Wikileaks. Il telegramma della Dribble e’ citato dal Guardian, uno dei giornali che ha ottenuto da Wikileaks i documenti segreti.

novembre 28, 2010

BERLUSCONI PORTAVOCE DI PUTIN IN EUROPA

Una relazione straordinariamente stretta fra Vladimir Putin e il primo ministro italiano Silvio Berlusconi, che include ”regali generosi”, contratti energetici redditizi: Berlusconi ”sembra essere il portavoce di Putin” in Europa. Cosi’ – riporta il New York Times- i diplomatici americani hanno descritto nel 2009 le relazioni fra Italia e Russia. Ci sarebbe un mediatore ”ombra” italiano che parla russo nelle relazioni fra il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e Vladimir Putin. E’ quanto affermano – secondo il New York Times che riporta documenti di Wikileaks- i diplomatici americani nel 2009 descrivendo la relazione fra Berlusconi e Putin, fatta anche di regali lussuosi e redditizi contratti energetici. Pakistan-Usa – Fin dal 2007 gli Usa hanno avviato azioni segrete, finora senza successo, per rimuovere da un reattore nucleare del Pakistan uranio altamente arricchito che ”funzionari americani temevano potesse essere utilizzato per un ordigno non lecito”, rivelano i documenti del dipartimento di stato resi noti da Wikileaks e pubblicati dal New York Times.

novembre 28, 2010

EL PAÍS svela i documenti di Wikileaks

El Pais che ha letto i file di Wikileaks ne pubblica ampi straqlic mettendo in evidenza le feste selvagge di Berlusconi
“E ‘evidente, per esempio, il sospetto degli Stati Uniti  che la politica russa è nelle mani di Vladimir Putin, che viene ritenuto  come un politico il cui personale stile autoritario macho permette di connettersi senza soluzione di continuità con Silvio Berlusconi. Del Primo ministro italiano vengono descritte dettagliatamente i suoi festini selvaggi” e viene descritta la profonda sfiducia a Washington. Peraltro la diplomazia americana non mostra un apprezzamento per il presidente francese Nicolas Sarkozy, che con grande meticolosità studia  ogni mossa per contrastare la politica estera degli Stati Uniti”(fonte EL Pais)
novembre 28, 2010

Poker on-line: la nuova droga degli italiani.

“Se dopo i primi venti minuti non sai chi sia il pollo al tavolo, allora sei tu”: per molte persone il significato di questa frase potrebbe sfuggire inizialmente ad una sua corretta interpretazione, ma per i giocatori di poker equivale quasi a una filosofia di vita. La recita Matt Damon in Rounders, il celebre film uscito nel 1998 dove l’attore interpreta la parte di un brillante studente universitario che, ad un certo punto della sua vita, decide di fare carriera nei bassifondi della città per dedicarsi anima e corpo al gioco, sfogando così la sua vera natura di instancabile pokerista. Non sembrerebbe in fin dei conti una storia così lontana dalla realtà. In Italia i numeri del gioco d’azzardo si sono rivelati negli ultimi anni in costante crescita, specie dopo l’ entrata in vigore del decreto legge su poker e casinò online che ha reso possibile giocare in modalità “cash game”, ossia utilizzando i soldi veri. Quello del poker online è un mercato che anche nel nostro Paese sta iniziando ad essere sempre più regolamentato, ma che soffre ancora di vuoti legislativi, interpretazioni controverse e grandi rischi. Gli ultimi dati relativi in generale alle percentuali del gioco d’azzardo in Italia presentati dall’Aams (Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato) si rivelano infatti decisamente clamorosi, soprattutto considerando il periodo di crisi che sta attraversando il Paese. I giochi online, nel loro insieme, raccolgono un successo senza precedenti: nel 2009 è più che raddoppiata la percentuale dei giochi pubblici su internet, passando dal 3,1% del 2008 al 6,8% dello scorso anno, con un incremento del 153,7% rispetto al 2008. Alla fine del 2004 l’Italia era al 3º posto fra i paesi che giocano di più al mondo, preceduta solo da Giappone e Regno Unito. Sei anni fa il mercato italiano già rappresentava il 9% di quello mondiale: analizzando la spesa pro-capite, l’Italia aveva il primato mondiale con oltre 500 euro giocati a persona.A distanza di 4 anni, nel 2008, tale spesa procapite è ulteriormente salita, attestandosi a circa 790 euro annui: in alcune regioni come Sicilia, Campania, Sardegna e Abruzzo le famiglie investono attualmente nel gioco d’azzardo ben il 6,5% del proprio reddito.

novembre 28, 2010

Cgia: niente regali di Natale per un italiano su quattro.

I risultati di un’indagine condotta su 900 persone. La percentuale di chi non acquisterà doni passerebbe dal 19,7% dell’anno scorso al 23,8%. In aumento libri, vino e lingerie. Calano i capi di abbigliamento e i viaggi

ROMA – Un italiano su quattro non acquisterà neppure un regalo di Natale. La previsione della Cgia di Mestre si basa su un’indagine svolta da Panel Data su un campione di 900 italiani ai quali è stato chiesto quali saranno i doni che compreranno nei prossimi giorni con la tredicesima. “E’ in crescita il numero di persone che quest’anno, a fronte della crisi economica che continua a preoccupare gli italiani, non farà nessun regalo di Natale –  commenta il segretario della Cgia di Mestre, Giuseppe Bortolussi – Se nel 2009 questa percentuale riguardava il 19,7%, quest’anno raggiungerà il 23,8%. Insomma, quasi un italiano su quattro risparmierà qualcosa non acquistando nessun regalo. Un dato che, comunque, potrebbe essere più contenuto quando si farà il bilancio dopo le feste. Infatti, come succede spesso, anche chi un mese prima non ha intenzione di farne, cede a qualche piccolo acquisto proprio nelle ultimissime ore prima del 25 dicembre”.

Secondo l’associazione, rispetto agli anni passati gli italiani riceveranno in dono più libri, più bottiglie di vino e più lingerie. In forte discesa, invece, l’acquisto dei capi di vestiario (che comunque resta la scelta preferita), le calzature, i viaggi e le vacanze. “Insomma – spiega la Cgia –  la crisi continua a farsi sentire e, probabilmente, i regali che riceveremo, almeno da un punto di vista economico, rischiano di essere meno impegnativi di quelli ricevuti l’anno scorso”.

novembre 28, 2010

Pianura, tumori record: l’ex discarica Difrabi e i suoi veleni.

A Pianura, quartiere napoletano a sud dei Camaldoli, si muore di cancro più spesso rispetto che al resto del territorio di Napoli. Le statistiche allegate agli atti dell’inchiesta sui veleni inghiottiti dalla ex discarica Difrabi parlano chiaro. Tra i maschi sono più alti i decessi per tumore dello stomaco e per i linfomi non Hodgkin, tra le donne invece ci sono dati anomali di decessi per tumore del fegato. In entrambi i sessi sono aumentate le morti per tumore della laringe, per leucemie e per malattie epatiche. E risulta incrementata anche la mortalità per malformazioni congenite nel primo anno di vita.

Anomalie limitate a “piccoli numeri”, si legge a pagina 3 dell’ordinanza con la quale il gip di Napoli Alessandro Buccino Grimaldi ha disposto la riapertura delle indagini, accusando di disastro ambientale tre persone legate a vario titolo alla discarica chiusa nel 1996. Piccoli numeri, ma comunque spia di un pericolo concreto. Perché la bomba a orologeria di Pianura sta ancora ticchettando. La cattiva gestione e la mancata messa in sicurezza dello sversatoio, infatti, “determina la continua infiltrazione di acqua piovana che continua a produrre biogas a contatto con i rifiuti. Questo fenomeno pericoloso è destinato pertanto ad accentuarsi con il tempo: l’inquinamento ambientale causato dal biogas e dal percolato può continuare ancora per decine di anni”. E stiamo parlando di veleni pericolosissimi. La Difrabi, pregna di 30 milioni di metri di cubi di immondizia, ha assorbito, certifica un documento dei tecnici della Provincia di Napoli datato maggio 2008, 113mila chili di polveri di amianto bricchettate, 48mila tonnellate di rifiuti industriali speciali, 380mila tonnellate di rifiuti speciali generici. La gran parte provenienti dalle regioni del Nord, le stesse che oggi negano le loro discariche.

novembre 28, 2010

Cervelli in fuga: alle parole seguano i fatti

 

Qualche dato. L’Italia sostiene i costi di formazione dei giovani nelle scuole superiori e nelle università italiane per poi lasciarseli scappare. I laureati se ne vanno ormai al ritmo di 60.000 l’anno, secondo il rapporto Confimpreitalia di ottobre 2010 rilanciato da clandestino web. Questo flusso è, tranne rarissime eccezioni, sostanzialmente tutto in uscita dall’Italia verso il mondo, cosa che succede molto meno, o quasi per niente in altri grandi Paesi occidentali come Stati Uniti e Gran Bretagna. Per non parlare poi del 75% dei posti di lavoro che sempre in Italia, non sono pubblicati su regolari annunci, ma evidentemente trovati per canali meno istituzionali e spesso non ben definiti, come segnala il giornalista Sergio Nava sul suo blog.

In un contesto del genere non ci si deve stupire se i nuovi espatriati, che non se ne vanno a spasso per il mondo, ma cercano un ambiente fertile che riconosca le loro potenzialità, raggiungono cifre impressionanti.

Almeno secondo stime, questa volta non ufficiali, emerse negli ultimi mesi. Il calcolo è semplice: sul sito di Repubblica, Claudia Cucchiarato ha ricevuto in neppure due mesi più di 20.000 segnalazioni di ragazzi in fuga. Solo il 55% di loro dichiara di essere iscritto all’Aire, l’anagrafe dei residenti all’estero. Considerando quindi che proprio l’Aire conta quasi 4 milioni di espatriati, i numeri si potrebbero addirittura raddoppiare.

novembre 28, 2010

Napoli. Rifiuti: presidi, marce e sit-in la società civile in piazza

Avvocati, imprenditori, commercianti. La società civile scende in piazza, a Napoli. E sacchetto di immondizia in mano, sta sfilando lungo le strade della città per esprimere la “rabbia nel vedere una città così sporca” e anche per dire chiaro e tondo “che non è colpa dei cittadini se la città è piena zeppa di rifiuti”.

La marcia nel cuore della città. In marcia dal centro storico a Materdei, dai Quartieri Spagnoli al Policlinico, da Posillipo, a Fuorigrotta, mentre da Santa Brigida si sono mossi gli aderenti alla “Terra dei fuochi”. E poi Terzigno ed Ercolano. Volantini e megafono, tutti con una busta trasparente di spazzatura rigorosamente differenziata. Sotto i palazzi del potere, la prefettura e l´ex sede del commissariato all´emergenza, appuntamento per un un sit-in e un presidio permanente con le sentinelle della legalità e della “normalità”.

«Staremo lì finché non avremo risposte», assicura Simona Pucciarelli, accompagnatrice turistica, e tra i promotori dell´iniziativa, «la manifestazione deve servire ad affermare un principio: nessuno al mondo può dire che i napoletani non sanno fare la differenziata, e nessuno ce la deve insegnare. La regione Campania deve tornare ad essere Campania felix».

La proposta alternativa che parte dal basso. Comitati civici e ambientalisti, gruppi di cittadini, sono protagonisti di una proposta alternativa alla gestione dei rifiuti: «Raccolta differenziata porta a porta ovunque, e un piano rifiuti davvero alternativo, con il riciclo, le norme sugli imballaggi, il compostaggio, le tecnologie di trattamento e recupero meccanico biologico dei residui. Nell´obiettivo di abolire discariche di tal quale e inceneritori. In direzione di politiche di riutilizzo totale», spiega Mario Avoletto, della Rete campana salute e ambiente.

novembre 28, 2010

Giuliani for president

L’industriale Giuliani malmena Emilio Fede. A questo punto superflue le primarie del Pd.