Torna sulla scena la banda capitanata dalla carismatica Skin. Wonderlustre è un buon album che può senz’altro ricevre il pauso dei suoi fans.
PD, L’ARTE DI PERDERE FACILE.
Il partito delle primarie sistematicamente perde le primarie . Ormai non si tratta più di casi isolati. Il candidato su cui i dirigenti del Pd scommettono finisce sempre secondo: i cittadini cercano il rinnovamento, mentre la dirigenza offre lo status-quo. Il caso Boeri-Pisapia a Milano, che potrebbe mettere in discussione la leadership nazionale di Bersani , è solo l’ultimo di una lunga serie. Era già successo in Puglia, dove Francesco Boccia, paracadutato dall’establishment, è stato sconfitto per ben due volte da Nichi Vendola. A Firenze, sostenendo il candidato sindaco Lapo Pistelli, Massimo D’Alema si era rivolto con sarcasmo a Matteo Renzi: “Se uno vuole essere eletto si candida e cerca i voti”. Detto fatto, Renzi ha sbaragliato la concorrenza. Per non parlare delle ultime amministrative a Roma, dove il partito aveva imposto senza consultazioni Francesco Rutelli. A celebrare le primarie, in quell’occasione, ci hanno pensato gli elettori, che hanno eletto alla Provincia il democratico Nicola Zingaretti. E hanno mandato al Campidoglio Gianni Alemanno. Negli ultimi tempi, però, qualcosa si muove. Per la prima volta un esponente di primo piano come Filippo Penati decide di lasciare il suo incarico nel partito in seguito a un risultato inatteso alle primarie . Intanto sta crescendo una generazione di giovani amministratori che esprime posizioni radicalmente diverse dal gruppo dirigente. Sono i cosiddetti “rottamatori”, che dieci giorni fa, a Firenze, si sono contati (erano in 7mila) e hanno parlato di politica, proponendo un ricambio generazionale basato sulle proposte e non sulle “correnti”. Finora si è sempre parlato solo di Matteo Renzi e Giuseppe Civati. Ma la lista è ben più lunga. (Il fatto quotidiano)
Acqua pubblica, una moratoria sulla Legge Ronchi.

Nel corso di una conferenza stampa tenutasi a Roma il 12 novembre, il Forum promotore del referendum per l’acqua pubblica ha avanzato due precise richieste: una moratoria immediata sulle scadenze della Legge Ronchi per fermare i processi di privatizzazione dell’acqua pubblica e la soppressione degli Ato (Ambiti territoriali integrati), in attesa del referendum previsto per la primavera del 2011.
Tali istanze saranno al centro di una giornata di mobilitazione prevista per il 4 dicembre. In questa occasione saranno organizzate nelle città italiane centinaia di iniziative di sensibilizzazione sull’acqua pubblica.
Simona Savini del Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua ha dichiarato: “mentre siamo in attesa di sapere quando si voterà per i 3 referendum assistiamo ad una accelerazione dei processi di privatizzazione. Una moratoria che invece congeli le scadenze della Legge Ronchi sarebbe un atto di civiltà e di rispetto nei confronti del milione e 400mila cittadini che hanno sottoscritto i quesiti referendari. Indipendentemente da come i partiti la pensino sui referendum, chiediamo il sostegno per un atto in difesa della democrazia”. La gestione di un bene fondamentale per la vita non può essere affidato ai privati.
SALUTE: CUORE A RISCHIO CON POCO SONNO, CON MENO DI 6 ORE A NOTTE AUMENTANO FATTORI INFIAMMATORI.
Dormire meno di sei ore per notte aumenta la produzione degli ormoni infiammatori, incrementando le possibilità di incorrere in complicazioni cardiache e ictus. A sostenerlo è uno studio presentato all’American Heart Association Scientific Sessions a Chicago da Alanna Morris della Emory University School of Medicine (Usa).
Lo studio, condotto su 525 soggetti di mezza età sulla qualità e la durata del sonno, ha messo in evidenza che la deprivazione di sonno porta a un aumento della produzione di ormoni infiammatori e a cambiamenti nella funzione dei vasi sanguigni.
Anche se sono necessari ulteriori studio per stabilire il legame tra la mancanza di sonno e il rischio-cuore, spiega Morris, dalla ricerca è emerso che gli individui che hanno affermato di dormire meno di sei ore a notte avevano i livelli di tre marker infiammatori – fibrinogeno, IL-6 e proteina C-reattiva – più alti. In particolare, i livelli medi di proteina C-reattiva erano circa del 25% più alti nei soggetti che dormivano meno di sei ore, rispetto a chi riposava tra le 6 e le 9 ore. I dati sono risultati confermati anche dopo aver aggiustato i risultati ottenuti con altri fattori di rischio per il cuore come fumo, pressione sanguigna, diabete e obesità.(ASCA)
Dolore umano: identificato nuovo gene.
Quanto siamo sensibili al dolore dipende in larga misura dalle componenti genetiche dell’organismo, ma le informazioni sugli effettivi “geni del dolore” e sulla loro funzione non sono facilmente accessibili. A ricomporre questo puzzle ci ha pensato un team di scienziati che ha investigato il rapporto tra dolore e variazioni genetiche. Essi hanno scoperto che i soggetti con piccole variazioni in questo gene riferivano differenze nella sensibilità al dolore acuto e a quello cronico. Presentate nella rivista Cell, le scoperte sono state in parte finanziate da un Advanced Grant del Consiglio europeo della ricerca (CER).
Guidato anche da ricercatori presso il Children’s Hospital di Boston negli Stati Uniti, il team ha scoperto il gene durante una caccia ai geni del dolore in tutto il genoma dei moscerini della frutta. Essi hanno affermato che studi corroboranti sui topi hanno gettato nuova luce sul modo in cui il gene controlla il dolore e la sensibilità.
Terzigno, contrordine di Caldoro: cava Sari deve riaprire.
«Dobbiamo essere molto attenti alla gestione dei rifiuti – ha aggiunto – e in questo sollecito anche le Amministrazioni comunali. Mi auguro che si possa riprendere l’attività – ha proseguito – e che si rispetti un accordo che è stato sottoscritto tutti insieme». Sulla disponibilità delle altre Province campane ad accogliere i rifiuti di Napoli e del territorio provinciale, Caldoro si è detto «molto soddisfatto di questa intesa istituzionale che riguarda il lavoro che abbiamo fatto come Regione, ma soprattutto quello che fanno le Province» a cui spettano le competenze della gestione dei rifiuti.
Energia: rinnovabili rimpiazzeranno petrolio solo tra 131 anni
Con i ritmi attuali di crescita ci vorranno ancora ben 131 anni prima che le energie rinnovabili riescano a sostituire i combustibili derivati dal petrolio. Lo hanno calcolato due ricercatrici dell’universita’ della California con uno studio pubblicato dalla rivista Environmental Science & Technology, secondo cui sono necessarie politiche mirate e piu’ favorevoli per la diffusione e sviluppo delle fonti alternative, viste anche le stime sull’esaurimento del petrolio.La previsione delle due ricercatrici si basa sull’analisi della capitalizzazione e dei dividendi sia delle aziende coinvolte nelle fonti energetiche classiche sia di quelle che si occupano di rinnovabili. Il risultato e’ che queste ultime impiegheranno oltre un secolo per acquisire quote di mercato tali da poter rimpiazzare le prime.La necessita’ di una spinta ulteriore alle energie alternative viene anche dalle ultime stime sulla quantita’ di petrolio ancora disponibile: secondo il World Energy Outlook dell’International Energy Agency il picco di produzione sarebbe gia’ stato raggiunto nel 2006, e le riserve potrebbero bastare solo per i prossimi 45 anni.