Presso l’Ospedale San Giovanni Bosco di Torino, il Dr. Leandro Moro, dirigente medico del reparto di Chirurgia Generale, centro d’eccellenza per il Piemonte, dal 2008 ha operato con successo circa 200 pazienti con l’innovativa tecnica della laparoscopia con singola incisione, di cui oltre 140 casi per calcoli alla colecisti.
Torino, 12 novembre 2010 – Una fitta addominale violenta all’improvviso che si irradia al fianco o alla spalla destra e che sembra non passare. Questa la tipica descrizione del dolore provocato dai calcoli alla colecisti, condizione patologica assai frequente, presente nel 10-15% della popolazione adulta. La sua diffusione è maggiore nel sesso femminile e si associa spesso a gravidanze multiple, obesità o rapidi cali ponderali.
La colecisti – o cistifellea – è l’organo deputato a raccogliere la bile prodotta dal fegato durante il digiuno, riversandola nel tratto iniziale dell’intestino tenue dopo i pasti. Se avviene un’alterazione di questo processo, all’interno della colecisti si possono formare dei depositi solidi costituiti da colesterolo, calcio ed altri minerali, simili a sassolini, di dimensioni variabili da pochi millimetri a qualche centimetro: i calcoli. Nella maggior parte dei casi i calcoli alla colecisti sono asintomatici e spesso vengono scoperti per caso nel corso di un’ecografia addominale effettuata per altri motivi, ad esempio durante una gravidanza. Tuttavia, un calcolo di grosse dimensioni o più calcoli piccoli possono incunearsi nel dotto cistico ed ostruirlo, creando così un tappo che impedisce lo svuotamento della bile. Tale condizione genera dolori intensi ed improvvisi, che possono durare fino a 6-7 ore.