Omicidio Scazzi: le rivelazioni di Michele Misseri alla moglie.
Omicidio Scazzi.
Nuova versione di Michele Misseri: “Sono lo zio di Ruby”.
Scuola sempre più al collasso, adesso anche i direttori generali se ne vanno.
Complice la riforma Tremonti-Brunetta buona parte dei ruoli chiave dell’amministrazione restano vacanti. Molti hanno scelto il pensionamento.

L’amministrazione scolastica italiana sull’orlo del collasso: da alcuni giorni, infatti, hanno lasciato il servizio i più esperti direttori generali, sia al centro che in periferia. A cominciare dal capodipartimento Giuseppe Cosentino, ossia il massimo responsabile della macchina organizzativa della scuola italiana, un funzionario che è stato punto di riferimento degli ultimi ministri dell’istruzione. Con lui se ne è andato Mario Dutto, che lascia scoperto la direzione degli ordinamenti, vale a dire uno dei settori nevralgici dell’amministrazione, quello per intenderci che scrive le circolari su cui si regge la filosofia degli interventi a cui devono attenersi presidi e insegnanti.
Se n’è andata anche Maria Grazia Nardiello a sua volta perno del sistema dell’istruzione tecnica, professionale e istruzione degli adulti. E lascia pure gli affari internazionali (il collegamento con il sistema europeo) Antonio Giunta La Spada. Con questi sono usciti di scena anche alcuni vice che pure rappresentavano un punto di forza dell’amministrazione, magari per far fronte all’inesperienza di qualche capo arrivato al ministero per meriti politici (se non addirittura di semplice parentela).
E certo tra questi vice si rimpiangerà Sergio Scala. In conclusione un fuggi fuggi generale che ha una sola spiegazione: i provvedimenti dell’accoppiata Tremonti-Brunetta sulle prospettive pensionistiche dei dirigenti generali che per non essere pesantemente penalizzati si sono visti costretti a chiedere di essere messi a riposo. “Non potevamo fare altrimenti – osserva un direttore generale appena pensionato – perché se fossimo rimasti l’avremmo pagata cara. Tremonti ha giustificato il nuovo sistema di pensionamento dicendo che lo Stato avrebbe ottenuto un grande risparmio. Niente di più falso. Perché a noi non possono togliere nulla, e chi verrà al nostro posto dovrà essere pagato.
A Brescia cariche, appelli e arresti tensione per gli immigrati sulla gru.
I sei extracomunitari che chiedono di essere regolarizzati continuano comunque la protesta sulla gruIncidenti e scontri con la polizia a più riprese nel corso della mattinata: nervi tesissimi sotto il cantiere

Nella luce dell’alba i sei sulla gru – le gambe a penzoloni nel cielo scuro di Brescia, alle spalle le montagne della Val Trompia – sembrano la copia padana di “Lunch atop a Skyscraper”, la celebre foto degli operai newyorkesi che nel 1932 mangiano la schisceta sospesi su una trave in cima al Rockefeller center allora in costruzione. Ma diciassette minuti dopo le sei, l’immagine che offre piazzale Cesare Battisti è molto meno allegorica: poliziotti e carabinieri in assetto antisommossa fendono il gruppo di manifestanti – a quest’ora appena una cinquantina, più tardi saranno molti di più – che da otto giorni portano la loro solidarietà ai sei migranti arroccati per protesta a 35 metri d’altezza, sul braccio meccanico di una gru del colosso Astaldi, nel punto più pericoloso del cantiere della nuova stazione della metropolitana.
Volano manganellate, spintoni. I sei, che chiedono di essere regolarizzati e dicono di essere pronti a tutto e hanno dormito anche stanotte a turno nella cabina di comando del pilone d’acciaio, da lassù prima stanno a guardare: poi lanciano bulloni e bottiglie come già hanno fatto contro i vigili del fuoco che volevano montare una rete di salvataggio anticaduta. “Lotta dura senza paura – siamo tutti sulla gru”, recita lo striscione giallo e rosso issato sul gigante che si staglia sopra i tetti delle case.
Il quartiere di San Firmino, centro storico, accanto al Carmine, è blindato, e sarà così tutto il giorno. Gli agenti hanno ricevuto l’ordine di sciogliere il presidio dei militanti, associazione Diritti per tutti, Cgil, Cobas, centri sociali, molti immigrati. È la prima di quattro cariche di alleggerimento: l’ultima scatta alle 10.57, dopo che un prete, padre Mario Toffari, aveva riprovato a mediare a nome della diocesi con gli autori della protesta. Pakistani, egiziani, indiani, un senegalese, hanno tra i 25 e i 35 anni.
“Il tempo è maturo per dedicare una strada a Craxi”
L’intervento del governatore lombardo mentre si teneva un convegno sulla Milano degli anni Ottanta Podestà: l’eliminazione della scala mobile e il ruolo in politica estera confermano il suo essere statista

“Il tempo è maturo” per intitolare una via a Milano a Bettino Craxi. Roberto Formigoni è tornato a ribadirlo mentre si sta teneva un convegno su Milano e gli anni Ottanta organizzato dalla Fondazione Craxi. A giudizio del governatore lombardo si è trattato di anni “anche e soprattutto di apertura al nuovo, all’innovazione”. E in questo senso va rivisto lo slogan della Milano da bere “in senso positivo” evitando la “demonizzazione” che c’è stata. E occorre “recuperare – ha concluso – quell’esperienza riformista che può ancora oggi rappresentare un punto di riferimento per una politica che sappia assumere su di sé la responsabilità di una modernizzazione della società. Non a caso Milano significa cattolicesimo liberale, liberismo, socialismo: le idee che fondano il nostro Paese”.
Scuola: libri gratuiti alle elementari, addio. Il Governo taglia il fondo per la gratuità dei testi nella scuola dell’obbligo.
Niente più fondi per i libri di scuola. A quanto rende noto “Il Fatto Quotidiano”, nel 2011 il governo non ha previsto i fondi per rendere gratuiti i libri testo delle scuole dell’obbligo.Il capitolo di bilancio della legge Finanziaria che prevede lo stanziamento di 103 milioni per la gratuità dei libri scolastici è stato tagliato e ridotto a zero per il prossimo anno.Un “blitz” che il Governo aveva già tentato nel 2009, salvo poi reintrodurre le risorse necessarie nel decreto di Natale. Se le cose resteranno come sono, e non ci sarà uno stanziamento ulteriore, tutte le famiglie che mandano i bambini alle elementari (o che sfruttano il comodato d’uso gratuito nella scuola superiore) saranno costrette a sborsare i soldi per i libri di tasca propria.
Ma quella dei libri non è l’unica misura del piano governativo: il fondo per il diritto allo studio nelle scuole dell’obbligo è stato ridotto di oltre il 70 per cento. In questo modo solo il 30 per cento di chi non può permettersi di studiare potrà farlo, per i bambini delle altre famiglie in difficoltà economiche l’istruzione, invece, sarà a rischio.
Nello stato di previsione del ministero dell’Economia, alla voce “sostegno all’istruzione” sono stati calcolati solo 33,1 milioni di euro tra le somme da trasferire alle Regioni per le borse di studio, scrive il Fatto. La riduzione rispetto all’anno scorso è quindi di 84,2 milioni di euro. Mentre in quello del ministero dell’Università e la Ricerca, il diritto allo studio nell’istruzione universitaria viene ridotto a 25,7 milioni da 100, tagliando dunque 74 milioni.
TUMORI: STUDIO USA, CON TAC SPIRALE -20% DECESSI CANCRO POLMONE.
Sono stati resi noti dal National Institutes of Health i risultati di uno studio americano durato otto anni che ha dimostrato che i fumatori sottoposti a tac spirale hanno visto ridursi del 20% le possibilita’ di morire di tumore del polmone. La ricerca ha esaminato 53.000 casi di attuali ed ex fumatori in eta’ compresa tra 55 e 74 anni ed ha sottoposto per tre anni la meta’ di essi a tac spirale e l’altra meta’ a semplice radiografia del torace.
Dalla ricerca, svolta in 33 luoghi diversi degli Stati Uniti e nota con il nome di National Lung Screening Trial, e’ emerso che 354 persone sottoposte a tac spirale sono morte di tumore al polmone contro le 442 sottoposte a sola radiografia.
”Questo studio sponsorizzato dal National Cancer Institute – commenta il Prof. Umberto Tirelli, Direttore del Dipartimento di Oncologia Medica dell’Istituto Nazionale Tumori di Aviano – e lungamente atteso dimostra per la prima volta che, come la mammografia ha ridotto la mortalita’ dei tumori della mammella, cosi’ anche una tac spirale cioe’ a basse dosi e fatta periodicamente puo’ ridurre la mortalita’ dei tumori del polmone negli attuali o passati forti fumatori.
Siena: trapianto di midollo per curare encefalopatia.
E’ stato effettuato a Siena il primo intervento italiano di trapianto di midollo osseo per curare una grave malattia genetica conosciuta come encefalopatia mitocondriale neuro-gastrointestinale che colpisce il sistema neurovegetativo, con debolezza agli arti e danni ai muscoli, aggredendo in modo particolare l’apparato digerente e il cervello. Il traguardo e’ stato raggiunto dal Centro Trapianti e Terapia Cellulare del policlinico universitario delle Scotte di Siena, diretto dal dottor Giuseppe Marotta con la collaborazione della Neurologia Malattie Neurometaboliche, diretta dal professor Antonio Federico e della sezione di Malattie Neurologiche Rare, diretta dalla professoressa Maria Teresa Dotti.
Veneto: federalismo fai da te.
Gli industriali di Vicenza minacciano di non pagare le tasse se lo Stato non interverra’ a sostegno delle imprese per i danni causati dal maltempo. “Questa volta non passa. Se il sostegno alle imprese e ai cittadini vicentini non ci sarà da parte dello Stato, noi non pagheremo le tasse”. Non usa mezzi termini, a Radio24, il vicepresidente degli industriali vicentini, Luciano Vescovi, quando fa il conto dei danni e della solitudine della sua Regione che da giorni combatte contro il fango dell’alluvione.
“Il manifatturiero – continua Vescovi – e’ in ginocchio, dobbiamo ricomprare le macchine e la produzione e’ ferma. Se lo Stato non ci aiuta, con un sostegno serio, verra’ colpita una parte sana dell’economia italiana. Il manifatturiero vicentino esporta piu’ della Grecia e tiene su una buona parte dell’economia italiana. Il sostegno per noi e’ un sostegno per l’economia del paese. Se venendo qui lo Stato vedra’ le strade ripulite dal fango e dira’ bravi vi siete arrangiati ebbene noi ci arrangeremo con le tasse. Perche’ questa volta siamo veramente stufi e questa considerazione che faccio e’ apolitica e non leghista”.
Nel mirino della Confindustria vicentina anche il Governatore del Veneto, Luca Zaia. “Una critica voglio farla anche a Zaia” “che ancora non si e’ fatto vedere qui a Vicenza”.