Madonna – Music – Buonanotte compagni.
Mai avrei pensato di proporvi Madonna. Ma è arrivato anche il suo momento. Nel 2000 Madonna fu incoronata peggior attrice dell’anno. Music fu un album spumeggiante. Ballate lente pezzi alternativi. insomma una gran bella musica. Con questo album Madonna andò in cima alla classifica dei migliori album USA, vendendo più di dieci milioni di dischi. Ray of light raccolse il paluso della critica, ma Music è più rappresentativo di Madonna: magico, vistoso, divertente.
Cancellato l’assegno di assistenza per chi soffre della sindrome di Down.
Cancellato l’assegno di assistenza per chi soffre della sindrome di Down. L’assegno per l’assistenza solo a chi raggiunge l’85% di invalidità. 38mila persone che soffrono di questa sindrome non avranno più i miseri 256 euro al mese.
Pietro Vittorio Barbieri, presidente della Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap, non crede ai suoi occhi.
Delle innumerevoli porcherie di cui Berlusconi e il suo governo di lacchè si sono macchiati, questo è il più schifoso.
Siete delle merde colossali.
Francia: la fabbrica taglia i lavoratori. E li licenzia con un sms.
Licenziati con un sms: è il trattamento che è stato riservato a una decina di dipendenti dell’azienda elettrica francese Edf. Indignato, il maggiore sindacato dei lavoratori, Cgt, ha deciso di sostenere davanti al tribunale la causa di questi tecnici, assunti dopo un breve periodo di formazione, per montare particolari contatori detti ”intelligenti” nella regione Indre-et-Loire, nel centro della Francia.
”Non si licenzia in questo modo”, ha detto Cedric Carro, segretario generale Cgt del settore energia della zona. I dipendenti sono stati convocati dall’azienda con un messaggino e durante il colloquio è stato loro presentata la lettera di licenziamento.
”Ci hanno spiegato che c’era una diminuzione dell’attività – ha detto uno di loro – Siamo stati trattati come cani, gettati come kleenex”. La direzione si è infine scusata per ”l’infelice dimenticanza” della lettera di preavviso da inviare per posta raccomandata.
Chi non sa l’italiano, torna clandestino le scuole per migranti: “Fallimentare”.
Una lettera agli insegnanti per spiegare il dissenso alla norma prevista dall’Accordo di integrazione inserita nel Pacchetto sicurezza: “Lo Stato si deresponsabilizza, riducendo le risorse per la mediazione culturale, ma poi obbliga i lavoratori a seguire i corsi e raggiungere un certo livello pena la perdita del permesso di soggiorno”.
Chi sa la lingua resta in Italia; chi non è riuscito a impararla, perde il permesso di soggiorno e torna clandestino. E’ la rigida norma prevista dall’Accordo di integrazione inserito all’interno del Pacchetto sicurezza e di cui è in corso l’iter di approvazione. Contro questa asticella linguistica che divide gli stranieri si scaglia la rete delle scuole italiane per migranti di Bologna, che non esita a definirlo un modello “fallimentare”. Mille allievi ogni anno nelle sei scuole, che presto dovranno davvero mettersi sotto con libri e dizionario: dovranno raggiungere un livello equivalente al tosto esame del Toefl, per l’inglese. Chi viene seriamente penalizzato è chi non ha una scolarizzazione nel paese d’origine.
Le sei scuole hanno scritto una lettera ai loro insegnanti per spiegare il loro dissenso: questa norma non tiene conto delle variabili: le differenze di genere, i livelli di scolarizzazione, e soprattutto “le condizioni di lavoro, che spesso rendono impossibile per i migranti svolgere altre attività fuori da quelle lavorative”. E mentre pone la conoscenza dell’italiano come un vincolo per gli stranieri, lo Stato non fa niente per metterli in condizione di apprendere la “nuova” lingua: “Di fatto lo Stato si deresponsabilizza rispetto ai suoi doveri di assicurare le condizioni indispensabili affinché tutti i migranti possano raggiungere standard soddisfacenti di qualità della vita- continua la lettera delle scuole di italiano per migranti- basta pensare alla costante riduzione, verso l’azzeramento, di ogni risorsa utile all’alfabetizzazione ed alla mediazione linguistica e culturale”
La morra cinese.
Nuova tecnica per riconoscere gli ‘infarti silenti’
(AGI Salute) Washington, 22 apr. – Messa a punto una nuova tecnica di imaging che ha permesso di stimare la percentuale degli infarti del miocardio non riconosciuti. Sono infarti ‘silenti’ o Umi (dall’inglese ‘Unrecognized myocardial infarction’) che arrivano senza dare evidenti sintomi e per questo rappresentano un evento patologico molto insidioso. A realizzare la nuova tecnica e a fare una stima degli infarti ‘silenti e’ stato un gruppo di ricercatori della Duke University Medical Center in uno studio pubblicato sulla rivista Plos Medicine. Si e’ calcolato che negli Stati Uniti ci sono circa 200 mila soggetti che hanno avuto un infarto senza essersene accorti. In generale, il 35 per cento dei soggetti che soffrono di arteropatia coronarica hanno i ‘segni’ di un precedente infarto non diagnosticato. S Un infarto recente puo’ lasciare alcuni segni nel elettrocardiogramma (Ecg), ma se e’ trascorso un lasso di tempo piu’ ampio l’evento lascia un segno inequivocabile nella cosiddetta ‘onda Q’ del tracciato Ecg che segnala la presenza di un danno al tessuto cardiaco. “Il problema e’ che non tutti gli Umi – ha spiegato Han Kim, coordinatore dello studio – sono rintracciabili nell’onda Q: tale sottogruppo e’ percio’ denominato infarti del miocardio ‘non onda-Q’.
Nuova tecnica per stanare potenziali infarti.
Dolore al petto, ma con esami di routine nella norma e coronarografia ‘senza stenosi significative’. Casi in cui il cuore appare sotto controllo ma a volte solo perché gli esami no hanno evidenziato il rischio di infarto ‘nascosto’. Un pericolo soprattutto al femminile contro il quale è stata messa a punto dall’equipe di Massimo Fioranelli e Paolo Pavone della Clinica Mater Dei a Roma, un ‘modello diagnostico integrato’ che fonde cardiologia e diagnostica per immagini, clinica e tecnologia.
Una metodologia considerata efficace anche oltreoceano e che ha portato ad un gemellaggio tra gli esperti del Texas Heart Institute di Houston e la struttura sanitaria romana, che prevede un appuntamento al mese, a distanza, per studiare i casi clinici più complessi e quindi fondere le diverse esperienze. La tecnica, inoltre, sarà al centro di un convegno internazionale organizzato dalla Mater Dei insieme al St.Luke’s Episcopal home of Texas Heart Institute di Houston e la Yale University che si inaugura lunedì a Roma, al Senato della Repubblica.
“Sono sempre più frequenti i casi di pazienti, spesso donne e sempre più giovani, che si presentano al pronto soccorso lamentando un dolore al petto – spiega Massimo Fioranelli, cardiologo, responsabile del Centro cuore della Mater Dei – e in molti casi vengono sottoposte a esami di routine e rimandate a casa perché tutto è nella norma. In altri casi il quadro viene approfondito con un’angiografia coronarica che, a volte, può dare esito negativo o meglio evidenzia stenosi (cioè restringimenti delle arterie) non significative e, quindi, la donna viene tranquillizzata. Ma l’angiografia coronarica, pur restando un esame insostituibile, ha dimostrato di avere dei limiti: ci consente, infatti, di vedere l’interno dei vasi ma non la parete ed è proprio qui che si forma la malattia coronarica responsabile dell’infarto”.
Nucleare: dall’UE nuove norme per le scorie.
La Commissione europea vuole seppellire i rifiuti radioattivi in profondita’ ed impedirne l’export, finora piuttosto diffuso, verso paesi extraeuropei. Bruxelles affronta la delicata questione delle scorie nucleari, prodotte non solo dalle centrali ma anche da alcuni settori della medicina e della ricerca, con una proposta di direttiva che detta norme precise a tutti gli Stati membri e non solo ai quattordici che attualmente hanno centrali sul proprio territorio, a cui dovrebbero aggiungersi Italia e Polonia.Complessivamente, nell’Unione europea ci sono 143 centrali nucleari e i rifiuti radioattivi prodotti sono circa settemila metri cubi ogni anno. Il nucleare consente di produrre circa il 30% del totale dell’elettricita’ consumata e negli anni non dovrebbe aumentare, se – spiega Bruxelles – sara’ rispettata la tabellina di marcia della produzione di energia da fonti rinnovabili. Finora le scorie sono state spesso smaltite in depositi di superficie, considerati troppo vulnerabili, rilevano fonti comunitarie. Da qui la proposta di costruire depositi definitivi, in profondita’, ‘almeno a 300 metri’ dalla superficie, in un luogo che gli Stati devono provare sia geologicamente adeguato. Il prezzo della realizzazione sara’ pagato con il contributo delle industrie del settore, seguendo la regola che ‘chi inquina paga’.