Il nuovo e per ora ultimo album di Eric Clapton si chiama “Clapton”. semplicemente. Come si addice ad un grande. Eric manolenta è un grande e non deve più dimostrare niente. Beato lui.Una leggenda del rock, maestro impareggiabile di chitarra ritorna su temi consueti reinventandoli, tirando dal cassetto vecchi capolavori del blues.Ci sono con lui vecchi amici come J.J. Cale, Jim Keltner. Nonn tutti i pezzi sono buoni per il blues ma quelli che blues lo sono dalla nascita fanno un gran bell’effetto. Allora godiamoci “Rocking Chair e How Deeep is the ocean, e la trascinante Judgement day con Kim Wilson all’armonica. Buon ascolto.
Napoli, oh cara.
All’aeroporto di Napoli non riesco a partire perchè ad Orlì c’è lo sciopero. Va bene. Arrivo trafelato alla stazione e data la mia età ho bisogno di andare in bagno. Seguo le indicazioni, atraverso tutta la stazione è arrivo ai bagni. Quello degli uomini è chiuso, quello delle donne pure e quello per i diversamente abili occupati da quattro ferrovieri in pausa: giocano a carte, non posso disturbare. Mi indicano la metropolitana, ma non rieco a trovare niente. Salgo su un treno per Caserta e finalmente riesco nel mio intento, rischiando di partire per Caserta. Poi panino e Oransoda a due euro e cinquanta, Lo stesso che una settimana prima alla Centrale di Milano avevo pagato sei euro. Siamo al sud. Faccio il biglietto AV a 98 euro e sul ticket c’è scritto che ho risparmiato un sacco di co2; per 98 euro ci voleva pure che inquinavo. Mentre sto per ritirare il biglietto dalla macchinetta spunta una manina che lo afferra e me lo proge gentilmente. “Prego dottò a piacere”. verso un euro e ritiro il biglietto. Prima di salire sul treno trovo un giovane che mi offre il quotidiano. Gli dico che l’ho già letto. “Non fa niente” dice lui “sa ho famiglia” .Altri due euro.Nel treno c’è una signora che offre lo stesso servizio. Mi rifiuto mostrando il giornale.”Ma questi sono quelli della prima classe” Mi dice la donna. In effetti sul giornale c’è stampigliata la dicitura “copia omaggio”. Passa Caldoro, ma fortunatamente va in prima classe. La donna lo apostrofa “Presidente grazie per avermi tolto il reddito di cittadinanza, vede che sono costratta a fare, accattatevi almeno ‘o giornale.”
Prima di partire arriva un giovane che vuole vendermi dei calzini. “Sono stato carcerato, ma ero innocente”dice” pure io debbo mangiare.” Un altro euro, ma mi rifiuto di acquistare i calzini. Il capotreno invita gli accomagnatori a scendere dal treno.
“eh quanta fretta” sbotta la donna dei giornali.
Per questo amo Napoli.
Italiani pezzi di merda!
“Guardie infami, picchiare una rumena che reato è?”. Una frase come questa concentra l’orrore che dobbiamo provare nel guardare ai giovani di oggi, ai ragazzi che saranno il futuro di domani, un futuro in cui i carabinieri che arrestano un assassino sono “infami” e in cui la vita di una donna che muore ha valore solo in funzione della sua origine. La stampa rumena è rimasta scioccata da quanto accaduto alla connazionale Maricica Hahaianu, una rumena ma prima di tutto una donna, che ha perso la vita per un futile litigio nella metro Anagnina di Roma.
I giornali rumeni titolano “Applaudito il criminale” o ancora “Applaudito perché ha ucciso. L’aggressore della romena ammazzata a Roma sostenuto da decine di italiani”. Gli italiani all’estero non hanno buona fama, sono dipinti con lo stereotipo “pizza, mafia e mandolino”, una descrizione che brucia, che indigna perché in Italia non tutti sono mafiosi, non tutti sono cattivi. Allo stesso tempo però l’italiano che si indigna davanti allo stereotipo è lo stesso che non parla di donna uccisa, ma di rumena.
Con un presidente del consiglio che è un delinquente, questo è il minimo che ci si può aspettare.
Legge salva premier:il pranzo è servito, si accomodino signori
“La legge non può essere retroattiva, essa dispone solo per l’avvenire” (Codice civile, undicesima Disposizione preliminare) . Ci insegnavano così al primo anno d’università, laurea in giurisprudenza…” (Federico Orlando).
“Ci troviamo in presenza di un potere costituente che pretende di scardinare l’ordinamento costituito introducendo delle forme di immunità per il Capo politico che non hanno alcun fondamento giuridico in un ordinamento repubblicano”. (Domenico Gallo).
“… Un’eccezione che non esiste in nessun paese del mondo visto che in Francia e in Israele, come in pochi altri paesi, c’è uno scudo temporaneo che vale per il presidente della repubblica e non per quello del governo” (Nicola Tranfaglia).
Per il nucleare Romani spera nella gara dei pazzi.
Dice Paolo Romani che l’agenzia per la protezione nucleare non c’è ancora, ma che la faranno. Intanto si può partire lo stesso, tanto quella è già stata affidata un ottantacinquenne con altri lavori e incarichi che non darà fastidio.Il neo-ministro sviluppatore dice anche che si aspetta che i comuni nelle aree papabili facciano a gara per averle sul loro territorio, dice che in Francia gli hanno offerto dei soldi e ha funzionato.
Dimentica di dire che in Francia ha sì funzionato, ma che poi i gentili ospiti hanno avuto modo di pentirsi e dimentica la considerazione per la quale, anche se si riuscisse a comprare il consenso della popolazione di un comune, rimarrebbe la questioncina degli altri comuni limitrofi nel raggio di decine di chilometri, visto che i possibili danni provocati da una centrale nucleare non tengono conto per niente dei confini comunali.
Visto come riusciamo a smaltire l’immondezza (vedi Terzigno) immaginate quando dovremo smaltire le scorie nucleari!!!!!!
SALUTE: ‘DISABIL-ITALIANI’, IL PAESE IN BILICO TRA SOLIDARIETA’, TIMORI E PREGIUDIZI.
Timore e pregiudizio, ma anche sentimenti di solidarietà. Così gli italiani vedono (e vivono) la disabilità. Sono 4,1 milioni I disabili in Italia (il 6,7% della popolazione). Emerge dai dati del Censis presentati questa mattina al Senato raccolti nell’ambito del progetto pluriennale “Centralità della persona e della famiglia nei sistemi sanitari: realtà o obiettivo da raggiungere?” promosso dalla Fondazione Cesare Serono. Secondo le stime del Censis, pari al 6,7% della popolazione. Le persone disabili suscitano in gran parte degli italiani sentimenti positivi, come la solidarietà (per il 91,3%), l’ammirazione per la loro forza di volontà e la determinazione che comunicano (85,9%), il desiderio di rendersi utili (82,7%). La metà (50,8%) afferma di provare tranquillità, di fronte a una situazione ritenuta “normale”. Ma sono diffusi anche sentimenti controversi, imbarazzo e disagio. Il 54,6% degli italiani prova paura, per l’eventualità di potersi trovare un giorno a dover sperimentare la disabilità in prima persona o nella propria famiglia. Poi c’è il timore di poter involontariamente offendere o ferire la persona disabile con parole e comportamenti inopportuni (34,6%). Il 14,2% degli italiani afferma di provare indifferenza, perché il problema della disabilità non li tocca minimamente.
Due terzi degli intervistati (66%) ritengono che soprattutto le persone con disabilità mentale sono accettate solo a parole dalla società, ma nei fatti vengono spesso emarginate. Quasi un quarto del campione (23,3%) ha un’opinione ancora più negativa, ritenendo che non c’è nessuna accettazione sociale, perché la disabilità mentale fa paura e queste persone si ritrovano quasi sempre discriminate e sole. Solo il 10,7% degli intervistati ritiene che invece sono accettate pienamente e che nei loro confronti c’è disponibilità all’aiuto e al sostegno.
Resistono i falsi miti e i luoghi comuni. Tra quanti affermano di conoscere la sindrome di Down, il 55,7% è convinto che nella maggior parte dei casi le persone che ne sono affette muoiano giovani, che non superino i 40 anni di età, mentre in realtà l’aspettativa di vita media per queste persone è oggi superiore ai 60 anni. E appare molto diffuso il luogo comune, ai limiti del razzismo, secondo il quale le persone Down si assomigliano tutte tra loro, sia esteticamente che come carattere, considerato vero da 2 su 3 (il 66%, e il dato raggiunge il 75,6% tra i soggetti meno scolarizzati e rimane comunque maggioritario anche tra i laureati, che lo ritengono vero nel 60,5% dei casi). (ASCA)
L’equilibrio delicato della flora batterica intestinale.
Un enzima utilizzato dall’organismo per impedire che i batteri intestinali entrino nel flusso sanguigno è risultato cruciale anche per mantenere la normale popolazione microbica all’interno dell’apparato gastrointestinale, secondo i risultati diuno studio pubblicato sulla rivista Gut che potrebbe avere notevoli implicazioni per la limitazione degli effetti collaterali degli antibiotici.
Quasi tutti gli animali superiori possiedono una popolazione di microbi, principalmente batteri, nel tubo digerente. Questi organismi non sono pericolosi ma anzi hanno un effetto positivo sulla digestione, e la loro presenza previene la proliferazione di batteri patogeni.
Poiché tuttavia gli antibiotici uccidono ogni forma di vita microbica non resistente, compresa quella che alberga nell’intestino, il normale equilibrio di microorganismi salutari e pericolosi viene alterato, con conseguenti problemi sanitari che vanno dalla diarrea all’infezione da parte di ceppi batterici resistenti agli antibiotici.
Già nel 2008 il gruppo di Hodin aveva cercato di rispondere a una domanda fondamentale: perché i batteri intestinali e le loro tossine non passano nel flusso sanguigno? Dagli studi era emerso il ruolo cruciale della fosfatasi alcalina intestinale (IAP), un enzima prodotto dalla mucosa intestinale, nella protezione dalle molecole tossiche trovate in molti batteri patogeni. Questa circostanza ha dato l’occasione per affrontare un nuovo programma di studi diretti a comprendere in che modo questo enzima possa interagire con i batteri intestinali.
Studiando topi di laboratorio mancanti del gene per la IAP si è così riscontrato che tali animali avevano un ridotto livello di tutti i batteri intestinali e in particolare non possedevano ceppi di Escherichia coli, che peraltro non riuscivano a crescere neppure se introdotti di artificialmente.