Gli Smith produssero questo album verso la fine dell’85, ma usci solo nell’86. The Queen is dead appare il ritratto di una società in trasformazione, sia dal punto di vista politico, sia dal punto di vista delle relazioni: la voce decadente e dismessa di Morrissey conduce l’ascoltatore nei meandri di un’opera che ha profondamente segnato la storia del Rock odierno.
The Queen Is Dead rimane un capitolo discografico intenso che nella sua rivelazione davanti al grande pubblico ha rafforzato la definizione del sound Smiths, un esempio capace di scavare nel passato più remoto della musica del Novecento, traendone spunti lirici di natura post-moderna e una particolare inclinazione all’estetismo sonoro.
L’album è generalmente considerato il migliore prodotto dalla band (anche se sia Morrissey che Marr preferiscono il successivo Strangeways, Here We Come[1]), la rivista Rolling Stone l’ha inserito al 216° posto della sua lista dei 500 migliori album.