Il 3 gennaiom dell’82, nella camera da letto di casa sua a Colts Neck, New Jersey, Bruce Springsteen collega il suo registratore a cassette a quattro piste Teac, che gli ha procurato un suo tecnico del suono a un mixerino echoplex che ha in casa. Così registra quanto ha scritto negli ultimi mesi. Affidando una copia del nastro al suo produttore dichiara che è quello che ha in mente in quel momento. Quel nastro in sala d’incisione non riesce a trasmettere la stessa forza e si decide di farlo uscire così com’è. Nebraska racconta storie di dolore e morte, di solitudine. anche se Bruce non se ne rende conto questo è il momento migliore della sua produzione. Queste musiche lo consacreranno come il custode dell’ortodossia del rock.
Lunga attesa per il processo dell’Utri
Sono da tre giorni in camera di consiglio i giudici della Corte d’appello di Palermo che devono emettere la sentenza su Dell’Utri. Il senatore e’ accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. Nulla e’ trapelato sui tempi. Dell’Utri in primo grado aveva avuto 9 anni, il sostituto procuratore generale, Nino Gatto, ne ha chiesti 11. Il processo e’cominciato nel 1997 e nel 2004 e’ giunta la sentenza di primo grado. L’appello e’ iniziato nel 2006.
Aumenta l’abusivismo in Italia.
Crescono i reati di inquinamento e abusivismo sulla costa, sono a rischio aree di pregio e le isole minori: l’allarme viene da Legambiente che oggi a Venezia ha presentato il rapporto ‘Mare Nostrum 2010’.
A preoccupare gli ambientalisti anche la pesca di frodo, mentre risultano in calo gli illeciti del popolo dei naviganti, ma “cattiva depurazione, inquinamento e cementificazioni abusive – spiega Legambiente – restano i mali endemici del mare italiano, che niente e nessuno sembra poter scalfire”. Il rapporto è stato presentato in occasione della partenza della Goletta Verde, la storica campagna di monitoraggio delle acque marine dell’associazione ambientalista. L’abusivismo edilizio, vi si legge, cresce del 7,6% rispetto all’anno precedente e l’inquinamento derivante da scarichi fognari illegali, cattiva depurazione e inquinamento da idrocarburi addirittura del 45%.
I sequestri aumentano del 46,2% passando dai 4.049 del 2008 ai 5.920 del 2009. Calano invece del 40% circa i reati accertati fra la costa e il mare, 8.937 infrazioni nel 2009 a fronte delle 14.544 del 2008, un calo determinato soprattutto dalla riduzione di reati accertati nel campo della pesca (-72,4%) e della nautica da diporto (- 76,6%). Tra i nuovi nemici del mare, le trivellazioni petrolifere off-shore.
Camigliano, comune in provincia di Caserta, ha bisogno di aiuto!
Se la vicenda non nascesse in Italia sarebbe incredibile: il Comune di Camigliano rischia il commissariamento per essere troppo virtuoso.
Il sindaco Vincenzo Cenname ha investito nel risparmio energetico, ha bloccato la cementificazione, ma soprattutto ha avviato una raccolta e gestione dei rifiuti responsabile e controllata direttamente dal Comune. Compostaggio domestico, pannolini lavabili e circa il 65% di raccolta differenziata.
Ora, per un decreto legge sull’emergenza rifiuti in Campania, dovrebbe interrompere tutto e affidare lo smaltimento dei rifiuti a un consorzio provinciale.
L’associazione dei Comuni Virtuosi ha inviato una lettera al Presidente Napolitano, affinche’ intervenga sulla questione.
La trovate sul blog di Marco Boschini http://www.marcoboschini.it/?p=1592 , postatela sul vostro sito, fatela girare il piu’ possibile e firmate la petizione per l’obiezione di coscienza a Camigliano http://www.petizionionline.it/petizione/obiezione-di-coscienza-a-camigliano-ce/1295 .
Chi vuole puo’ prendersi prima un minuto per piangere.
Ecologia estrema: il pallone da calcio fotovoltaico.
E’ stato messo a punto da una societa’ di Taiwan, la GreenDix, per dimostrare quanto la tecnologia fotovoltaica sia versatile e facilmente applicabile agli oggetti di uso comune.
L’energia elettrica prodotta dai mini pannelli solari alimenta un sensore acustico che si attiva quando il pallone viene calciato.
Ieri contro la Slovacchia avrebbe potuto fare la differenza.
(Fonte: Greenme.it)
Nuovo allenatore dell’Italia: Oronzo Canà.
Un risultato almeno lo abbiamo raggiunto: abbiamo evitato di incontrare l’Olanda agli ottavi.
Fecondazione assistita: arriva il super-seme.
Sono veri e propri ‘superspermatozoi’, o meglio spermatozoi ‘superselezionati’, e utilizzando solo loro nella fecondazione assistita, oltre alla sostanziale certezza del buon esito (99% di efficacia) si dimezza il rischio di malformazioni del nascituro rispetto alle nascite naturali. E’ il frutto della nuova tecnica IMSI (Intra morfologic sperm injection), che Severino Antinori, presidente della Warm, presentera’ oggi al Congresso mondiale sull’infertilita’ maschile in corso a Roma. Il segreto e’ in un ingrandimento-record al microscopio, che consente di scovare i piu’ piccoli difetti degli spermatozoi in esame e selezionare solo il meglio del meglio.
“Con questa tecnica – spiega Antinori – riusciamo a ingrandire lo spermatozoo di 10.000 volte, e scegliamo quello con le migliori condizioni morfologiche, sia nella testa che nella coda”. La tecnica, di cui Antinori e il suo team sono gli inziatori nel mondo insieme agli israeliani dell’universita’ di Tel Aviv, funziona: “In Italia ho gia’ fatto nascere 300 bambini cosi’ – spiega Antinori – e a livello internazionale, su 1.000 casi in tutto, le malformazioni sono state appena l’1% del totale, contro il 2% che esiste in natura e il 4% delle tradizionali tecniche di fecondazione assistita”. Unico problema, le accuse di “eugenetica”, che pero’ non sfiorano Antinori: “Alcuni media internazionali, ovviamente di matrice cattolica, ci accusano di fare selezione genetica. Ma noi non scegliamo gli spermatozoi per creare bambini biondi e con gli occhi azzurri, ma solo per utilizzare quelli piu’ idonei alla fecondazione assistita. Poi se il bambino e’ bello o brutto, lo decide la natura”.(liquidarea)
Anticorpi artificiali: successo con tossina delle api.
Anticorpi di “plastica”, efficaci e resistenti, sono stati progettati e realizzati da un gruppo di ricercatori dell’Università della California a Irvine, che ne hanno dato notizia in un articolo pubblicato sul Journal of the American Chemical Society.
Le minuscole particelle polimeriche, del diametro di un cinquantamillesimo di capello umano, sono state progettate per adattarsi e “incapsulare”, inattivandole, le molecole di melittina, un peptide presente nel veleno delle api che provoca la rottura delle cellule con cui viene in contatto.
Le particelle polimeriche sono state preparate con la tecnica di “imprinting molecolare”: alla melittina sono stati fatti aderire una serie di monomeri plastici che poi sono andati a legarsi in una lunga catena. Una volta terminato questo processo di “solidificazione” è stata rimossa la molecola di melittina ottenendo una nanoparticella in cui erano presenti una serie di cavità conformate sulla struttura della molecola velenosa.
Una volta iniettato il preparato in topi a cui era stata in precedenza somministrata una elevata dose di melittina, le nanoparticelle sono andate a intercettare e avvolgere le molecole della sostanza tossica, riuscendo a catturarle prima che potessero esplicare completamente la loro azione e riducendo drasticamente il numero di decessi fra i topi esposti alla melittina.
“Non era ancora mai stato dimostrato che degli anticorpi sintetici potessero essere realmente efficaci e svolgere la propria azione una volta iniettati nel sistema circolatorio di animali viventi. La tecnica potrebbe essere utilizzata per produrre nanoparticelle plastiche in grado di combattere le tossine e i batteri più letali”, ha detto Kenneth J. Shea, che ha diretto la ricerca.
A differenza degli anticorpi prodotti da organismi viventi e attualmente utilizzati nella pratica clinica, questi anticorpi sintetici possono essere prodotti in laboratorio a basso costo, un vantaggio ancor più esaltato dal fatto che la loro “data di scadenza”, ossia il periodo di tempo per cui sono efficaci una volta prodotti, è molto più lunga.(liqidarea)
Desertec: energia solare proveniente dal Sahara.
In Germania è nato un consorzio di imprese, il quale si propone di realizzare una progetto ambizioso, per produrre energia nel deserto del Sahara e distribuirla in Europa, oltre che nella stessa Africa.
Secondo il nostro premio Nobel Carlo Rubbia, per rifornire d’elettricità un terzo dell’Italia, servirebbe un’area equivalente a 15 centrali nucleari da un giga watt. Basterebbe un anello solare grande come il raccordo anulare di Roma. Si potrebbero realizzare impianti del genere nelle nostre regioni meridionali o in Africa per trasportare energia nel nostro Paese.
In un’intervista rilasciata nel corso di un incontro con i ministri dell’energia di Algeria, Marocco e Tunisia, la commissaria europea per l’energia Guenther Oettinger ha detto che l’Europa importerà l’elettricità solare generata dal Nord Africa entro i prossimi cinque anni. Entro questo periodo, difatti, dovrebbero essere funzionanti alcuni modelli che potranno rifornire di alcune centinaia di megawatt il mercato europeo.
La commissaria ha detto che i volumi iniziali verrebbero da piccoli progetti pilota, ma la quantità di elettricità andrebbe ad aumentare di migliaia di megawatt con progetti che includono il sistema solare Desertec, il quale prevede un investimento di ben 400 miliardi di euro.
Il progetto Desertec nel suo complesso è una visione per i prossimi 20-40 anni, con investimenti di centinaia di miliardi di euro. Per integrare una maggiore percentuale di energie rinnovabili, solare ed eolica, necessita del tempo.
Il consorzio Desertec Industrial Intiative include alcune grandi aziende, come RWE, Munich Re, Siemens e Deutsche Bank. Tuttavia il progetto necessita di molto denaro pubblico per andare avanti, che potrà essere sovvenzionato dalla Unione europea o la Commissioone europea, soltanto dopo la presentazione di un dettagliato business plan da parte del consorzio