I Joy Division che partono facendosi chiamare i Warsaw in onore della canzone Warsawa di David Bowie, aprono con la loro musica il capitolo della new wave. Cominciano gli anni ottanta e il punk è ormai al tramonto. Unknown Pleasures rappresenta il manifesto di questo nuovo capitolo della storia del rock.
Una colpevole dimenticanza.
Dato che le tabelle del ministero della Sanità riconoscono alle persone con sindrome di Down un’invalidità pari al 75%, la norma che alza all’85% il grado di invalidità previsto per ricevere l’assegno mensile rischia di escludere le persone affette da tale sindrome da un sistema di welfare che già di per sè lascia molto a desiderare. Infatti, solo se alla sindrome è associato un ritardo mentale grave il grado di invalidità riconosciuto è pari al 100%.
Cosa ne pensa il Partito Democratico?
Fini: un vero democratico.
Emendamento di Fini sulla legge Bavaglio “per poter eseguire le intercettazioni per i giudici sarà necessario inoltrare un’apposita richiesta a Emilio Fede.”
Napolitano non firma le legge bavaglio!
Sperimentata sui topi una molecola in grado di cancellare la paura. É così efficace che dopo l’iniezione i roditori non hanno più firmato una legge.
D’Alema: un idiota di successo.
1. D’Alema: “Con il 7% dell’Udc di Casini avremmo risolto”
2. D’Alema: “Non so più che inventarmi pur di non complimentarmi con Vendola”
Vita in assenza di ossigeno.
Gli animali possono vivere senza ossigeno? Secondo una nuova ricerca europea ci riescono. Alcuni scienziati hanno recentemente scoperto i primi organismi pluricellulari del nostro pianeta in grado di sopravvivere e riprodursi in un ambiente completamente privo di ossigeno. Presentati sulla rivista BioMed Central (BMC) Biology, i risultati fanno parte dei progetti HERMES e HERMIONE, finanziati dall’UE con 15,56 milioni di euro e 8 milioni di euro nell’ambito del sesto e settimo programma quadro (6° e 7° PQ) rispettivamente.
Le creature, che si trovano nelle profondità marine del Mediterraneo, sopravvivono in un ambiente privo di ossigeno, ma ricco di solfuri tossici. Gli scienziati hanno detto che gli organismi pluricellulari, che appartengono al gruppo dei Loriciferi, non solo sono vivi, ma anche metabolicamente attivi e perfino in grado di riprodursi.(http://www.liquidarea.com/)
Sequenziando il genoma delle alghe si ricompone il puzzle evolutivo.
Alcuni scienziati finanziati dall’Unione europea hanno sequenziato e analizzato il genoma di una particolare specie di alga bruna, chiamata Ectocarpus siliculosus. I risultati, pubblicati nella rivista Nature, gettano nuova luce sull’evoluzione degli organismi pluricellulari e rivelano come le alghe si siano adattate a vivere nelle difficili condizioni che caratterizzano l’ambiente caratterizzato dalle variazioni delle maree.
L’Unione europea ha finanziato lo studio attraverso il progetto MARINE GENOMICS (“Implementation of high-throughput genomic approaches to investigate the functioning of marine ecosystems and the biology of marine organisms”) che aveva, a sua volta, ricevuto fondi per 10 milioni di euro in riferimento all’area tematica “Sviluppo sostenibile, cambiamento globale ed ecosistemi” del Sesto programma quadro (6° PQ).(http://www.liquidarea.com/)
8 giugno: Giornata mondiale degli Oceani. Ma si farà mai davvero qualcosa per tutelarli?
Anche oggi, 8 giugno, ricorre l’ennesima commomorazione, quella dedicata agli Oceani e all’indiscusso valore della loro tutela. Peccato, però, che proprio non se ne parli e che, soprattutto, anche quando le parole non mancano gli interventi concreti risultino, di fatto, inesistenti. Forse abbiamo davvero bisogno di più concretezza e meno chiacchiere… A lanciare l’allarme (come se fosse ancora necessario..) sullo stato di salute dei nostri mari ci ha pensato, fra gli altri, il WWF. Inevitabilmemte, la radiografia del sistema mare, mostra impietosamente gli innumerevli segnali di disfatta e le residue, minime, opportunità di riscatto per un ecosistema che rischia il tracollo. Inquinamento, inefficacia e insufficienza – quando ci sono – delle misure atte a preservarne la limpidezza, numero sempre crescente di “carrette del mare” atte a trasportare petrolio in lungo e in largo per il globo, ma soprattutto pesca illegale e insensata incapace di adeguarsi ai pareri della comunità scientifica internazionale rappresentano alcune tra le principali problematiche a cui gli Stati aderenti alla Conferenza delle Parti della Convenzione della diversità biologica cercheranno (?) di trovare rimedio, in ottobre, a Nagoya. In Giappone.
Eppure, il settore ittico, rappresenta – direttamente o indirettamente – la fonte di guadagno per almeno 170 milioni di persone in tutto il mondo, corrodendo almeno il 65 per cento degli stock di pesce, che risulta gravemente sovrasfruttato, tanto da aver indotto l’Onu, non più di un mese fa, ad ipotizzare un mare senza pesci in appena un quarantennio… Mentre la pesca illegale porta profitti per quasi 1,2 miliardi di dollari l’anno e le reti astrascico sono i principali responsabili della distruzione delle barriere coralline in profondità. Ma c’è ancora una possibilità: eliminare i sussidi all’industria della pesca e garantire maggiore e più numerose aree di tutela, suggerisce il WWF International. Ad oggi, solo l’1% degli Oceani è supportato da una qualche forma di protezione, il restante 99%, no. E spesso le attività più minacciose per l’ecosistema marino si attivano proprio nelle acque internazionali, profonde, spesso mosse dalle principali correnti, vitali per migliaia di specie.(ecoblog)