SPiegata da M. Longo del sole 24 ore in parole semplici e comprensibili lw cause dell’attuale crisi dell’Euro.«Le grandi banche internazionali hanno ormai l’imperativo categorico di non comprare titoli di stato del Sud Europa. E questa non è una decisione dei singoli operatori, ma dei gestori dei rischi delle banche». Sul mercato di tutta Europa (non solo in Italia) c’è la bufera. Ieri i BTp sono arrivati a offrire tassi d’interesse di 1,70 punti percentuali più alti rispetto ai Bund tedeschi. Questo significa che il Tesoro italiano, per trovare investitori disposti a comprare il suo debito, deve pagare tassi d’interesse quasi due punti percentuali più alti del Tesoro tedesco. Non si era mai visto dai tempi della vecchia lira. Ma cosa sta succedendo? Chi sta colpendo l’Europa? Probabilmente c’è una tale concomitanza di fattori, che le spiegazioni di questa bufera sono tante. Per capirle, però, bisogna partire dalla causa: quello che accade ora è diretta conseguenza di una “bolla” che nessuno ha mai notato mentre si gonfiava. Quella dei titoli di stato.
Lo chiamavano rischio zero
I titoli di stato europei sono sempre stati considerati a zero rischio. Almeno dopo la nascita dell’euro. E così le banche li hanno sempre comprati a piene mani. Nel 2009 gli acquisti hanno raggiunto l’apoteosi. Dato che la Bce prestava loro tutta la liquidità possibile e immaginabile al tasso fisso dell’1%, le banche hanno pensato bene di guadagnarci sopra. Come? Comprando titoli che avessero rendimenti più elevati dell’1% e che avessero “bassi” rischi: cioè i titoli di stato. Il giochino, chiamato carry trade, era semplice: prendevano in prestito soldi alla Bce pagando l’1% e li investivano in titoli con rendimenti maggiori.
Se la pancia è troppo piena
Così hanno fatto indigestione. Secondo i calcoli di Rbs, oggi gli investitori internazionali hanno in portafoglio 1.418 miliardi di titoli di Stato di Grecia, Spagna, Portogallo, Irlanda e Italia. La Grecia, secondo i calcoli del Fondo monetario, passerà per esempio da un rapporto tra debito e Pil del 115% nel 2009 a una percentuale quasi del 150% nel 2013. Dalla Grecia, gli occhi si sono poi spostati sugli altri Paesi ritenuti più deboli. Facendo, nel panico, di tutta l’erba un fascio. Prima viene l’Irlanda. Poi il Portogallo. Poi la Spagna. E poi? Sebbene sia da tutti ritenuta più forte, nella lista c’è anche l’Italia.
La fuga
Appena si è iniziato a capire che il vento sui titoli di stato europei stava cambiando, ovviamente la speculazione ha cambiato verso: prima era di moda comprare, poi è diventato di moda vendere.. I risk manager delle banche internazionali hanno bloccato gli acquisti di titoli di stato e hanno ordinato la copertura dei rischi sul mercato dei credit default swap: ecco perché le quotazioni di queste polizze sono più allarmistiche di quelle dei bond. Gli investitori esteri (come i cinesi) hanno iniziato a vendere, anche per alleggerire le loro posizioni sull’euro: le vendite sono ora forse minori, ma la volatilità è alle stelle. m.longo@ilsole24ore.com