Svelato uno dei meccanismi molecolari che sta dietro gli effetti antidolore dell’agopuntura: gli aghi hanno il potere di indurre il rilascio, a livello del tessuto trattato, di una sostanza, l’adenosina, che agisce come antidolorifico naturale. La scoperta è dell’equipe di Maiken Nedergaard dell’Università di Rochester.
Sulla base di essa i ricercatori sono anche riusciti triplicare gli effetti antidolore dell’agopuntura, per ora sui topolini, aumentando localmente la concentrazione di adenosina. Resa nota sulla rivista Nature Neuroscience, la notizia, che arriva proprio in concomitanza con la IX Giornata Nazionale del Sollievo, sembra avere la forza per sfatare alcune ‘maldicenze’ sul conto dell’agopuntura, la cui reale efficacia non è riconosciuta da tutti. Vecchia 5 mila anni almeno, l’agopuntura, di certo una delle più diffuse tipologie di medicina non convenzionale, viene usata ormai in tutto il mondo per la cura di molte patologie ma soprattutto come trattamento contro il dolore acuto e cronico.
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